In un periodo critico anche per la stessa fruizione dei nostri beni artistici e culturali e per la formazione specialistica, il Mibact ha scelto di riorganizzare gli spazi di alcuni istituti di Roma con un decreto del segretario generale, il numero 72, che arriva senza alcun confronto con le organizzazioni sindacali e completamente slegato da un progetto di riorganizzazione dei servizi, su cui è previsto un tavolo nazionale. Succede quindi che una parte di stanze ora affidate all’Istituto Centrale del Catalogo Unico, nel palazzo della Biblioteca Nazionale, vengano assegnate alla Direzione generale turismo. Un po’ lontana, viene subito da pensare, dalla mission bibliografica.

L'Istituto Centrale per il Catalogo Unico svolge attività di catalogazione e documentazione libraria e di gestione informatizzata del Servizio Bibliotecario nazionale (SBN), la rete nazionale alla quale sono collegate le biblioteche dello Stato, degli Enti locali e delle Università. In pratica il cuore pulsante della gestione archivistica e documentale del sistema bibliotecario italiano. Nelle stanze non ci sono solo lavoratori, ma più di 160 metri lineari di repertori e cataloghi, strumentazione informatica, l’archivio storico e l’archivio cartaceo con documenti provenienti dalle 1.591 biblioteche inserite nel sistema EDIT16, il Censimento nazionale delle edizioni italiane del XVI secolo, e un’aula oggi dedicata all’e-learning. Nel 1986 i dipendenti dell’istituto erano 98, drasticamente ridotti nel tempo fino alle 19 unità di oggi. “Qui, più che in altri Istituti, non ci sono state sostituzioni ai pensionamenti massivi. Una carenza spaventosa che denunciamo da anni”, ha scritto la Fp Cgil di Roma e Lazio.

“Lasciare l’Iccu in poche stanze fa pensare che non si abbia alcun interesse a investire nel personale e ad adeguare il numero al fabbisogno indicato nel decreto organici. Riorganizzare e razionalizzare gli spazi non è di per sé un problema, ma ci chiediamo se questa non sia una conferma del mancato interesse del Mibact a investire sulle biblioteche e i sistemi bibliografici. L’ultimo atto di uno smantellamento del sistema iniziato con la Riforma Franceschini del 2014, che già declassava le biblioteche a favore del sistema mediaticamente più forte dei musei. L’urgenza e la modalità della disposizione sembra non tenere conto della necessità di garantire la continuità dei servizi, essenziale soprattutto per i cittadini, e la notizia degli spostamenti sta generando confusione e preoccupazione tra i lavoratori”, prosegue il sindacato.

Simile la situazione all’Istituto Centrale per il Restauro, all’interno del Complesso di Via San Michele a Trastevere. Con lo spostamento della Biblioteca “Venturi”, frequentata da professionisti, studenti universitari e della scuola di alta formazione dell’ICR, si rischia l’interruzione di un servizio pubblico. Vi sono conservati 54 mila volumi, e anche qui si pone il problema della sostituzione del personale, altamente specializzato. “Sono già andati in pensione due funzionari – racconta una lavoratrice – e a settembre andrà in pensione la terza. Non sappiamo se siano state programmate sostituzioni, né se avremo modo di trasferire adeguatamente le conoscenze di un lavoro costruito in 30 anni”.

A questo si aggiunge, sempre nel complesso del San Michele, l’inadeguata dislocazione del personale della nuova DG “Creatività Contemporanea”. Passata da 2 a 5 servizi, ma sempre con le stesse 20 unità, si prevede di spostarla in altre stanze, comunque non sufficienti per la missione istituzionale assegnata a questa Direzione. “Dal primo confronto sul tema non abbiamo ottenuto risposte soddisfacenti, per questo abbiamo proclamato unitariamente lo stato di agitazione regionale del personale: non si possono prendere simili decisioni, che hanno ricadute dirette su lavoro e servizi, senza confronto e a scatola chiusa. Sarebbe opportuno che ogni decisione, anche logistica, fosse legata a una visione organica di valorizzazione di ogni funzione del ministero, partendo dal riconoscimento delle professionalità e dal valore delle funzioni di ricerca, catalogazione, studio, programmando anche nuove assunzioni in queste aree. Come è ancora forte la carenza di personale in tutte le aree, dagli amministrativi alla vigilanza e accoglienza, anche sul personale legato alle aree scientifiche e della ricerca servono cospicue assunzioni. Devono essere fatti investimenti straordinari a tutto campo per garantire un futuro di lunghissimo termine alla tutela del nostro patrimonio e affrontare anche periodi come questo, con le conseguenze di un ridotto flusso turistico e minori accessi ai nostri siti”, conclude la FP Cgil Roma Lazio.

Chiara Pinzuti e Umberto D'Ulizia - Ufficio stampa e Comunicazione Fp Cgil Roma Lazio

Nel video, in ordine di apparizione: Lilith Zulli, Fp Cgil Roma e Lazio; Giovanni Caprara, Rsu Mibact, lavora nella direzione generale Creatività contemporanea; Fiorenza Formentini, delegata Mibact, lavora presso l'Istituto Centrale del Restauro