È stata firmata l'ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale dei dirigenti e dei professionisti delle funzioni centrali dello Stato. L'intesa, relativo al triennio 2016-2018, è stata sottoscritta oggi all'Aran, l'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, e riguarda una platea di circa 6.700 dirigenti e professionisti dello Stato, 400 dei quali di prima fascia.

Dopo 17 mesi di trattativa si chiude così questa partita, rimangono adesso da chiudere, per la vigenza contrattuale 2016-2018, i contratti della dirigenza delle funzioni locali e quelli di comparto e dirigenza della presidenza del Consiglio dei ministri. L'accordo prevede aumenti retributivi, tra tabellare e fondo integrativo, che vanno dai 426 euro per i dirigenti di prima fascia degli Enti pubblici non economici (Epne) ai 350 dei ministeri, dai 275 euro per i dirigenti di seconda fascia degli Epne ai 209 dei ministeri, per arrivare poi a medici e professionisti.

L'intesa, osserva il segretario nazionale della Fp Cgil, Florindo Oliverio, "afferma e valorizza la funzione e il ruolo della dirigenza pubblica, riconoscendone, proprio con lo strumento contrattuale, la necessaria autonomia e responsabilità nei confronti del decisore politico, rimarcando il valore della dirigenza pubblica, utile all'ammodernamento delle amministrazioni pubbliche, a partire da quelle centrali". Tra i punti del contratto da sottolineare, la ridefinizione di un sistema di relazioni sindacali in grado di far ripartire la contrattazione e improntato alla massima partecipazione delle organizzazioni sindacali.

Previste poi norme che introducono maggiori tutele delle condizioni di salute come per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro; l'istituzione di un organismo paritetico, nel campo delle relazioni sindacali, per l'innovazione anche per le lavoratrici e i lavoratori di questo contratto con l'obiettivo di migliorare il funzionamento delle amministrazioni e la qualità dei servizi offerti; misure sui congedi per le donne vittime di violenza, unioni civili, tutele per assenze in caso di gravi patologie e ferie solidali.

Rimane però il netto dissenso della Fp Cgil sulla parte relativa ai dirigenti sanitari del Ministero della Salute e Aifa, "dove l'azione dei sindacati autonomi e corporativi hanno voluto a tutti i costi una parificazione al trattamento del servizio sanitario nazionale. Parificazione avvenuta peraltro solo parzialmente e con il grave vulnus dell'aver introdotto l'orario di lavoro per dirigenti declassati in tal modo a meri prestatori d'opera".

L'intesa raggiunta verrà ora sottoposta alla consultazione delle lavoratrici e dei lavoratori in vista della stipula definitiva del contratto, "con l'impegno di lavorare da subito al rinnovo per la vigenza 2019-2021", conclude la Fp Cgil.