"Il tribunale di Milano avvalora la posizione di Slc Cgil, che a marzo non ha firmato l'accordo sulla mobilità in Poste italiane, per il quale sono totalmente esclusi dalla procedura di trasferimento i lavoratori che presentano una inabilità, nella funzione delle loro mansioni, a condurre i motomezzi aziendali, seppure essi stessi siano attualmente in servizio sugli automezzi aziendali". Così recita una nota della segreteria nazionale Slc Cgil.

"La sentenza ha condannato Poste a predisporre l’immediato trasferimento del lavoratore che, seppur in graduatoria, si è visto negare il proprio diritto per mancanza di piena idoneità alle mansioni. Il giudice ha ritenuto quella norma dell’accordo in contrasto con l’articolo 41 della Costituzione, l’articolo 15 dello Statuto dei lavoratori, e tutta la normativa europea e italiana in materia di non discriminazione", continua il comunicato Slc. "Riteniamo si sia idonei nella misura in cui si svolge la mansione, seppur con qualche limitazione fisica che impedisce l’uso dei motomezzi, con diligenza e senso di responsabilità, come tipico dei dipendenti postali, che hanno reso grande questa azienda e ne permettono ricchi bilanci. È un importante precedente giudiziario e un robusto avviso per non agire più, con leggerezza e superficialità, quando sono coinvolte la dignità dei lavoratori e le loro legittime aspettative", conclude l'Slc.