Il personale bibliotecario dell'Università degli Studi di Perugia è pronto ad entrare in stato di agitazione se l'amministrazione non darà risposte alle serie problematiche che gravano sui lavoratori. La decisione è stata presa ieri, giovedì 12 settembre, nel corso di una partecipata assemblea organizzata dalla Flc Cgil.

Nell'ordine del giorno approvato al termine dell'assemblea e inviato per conoscenza al rettore e agli altri organismi di Ateneo, si leggono con chiarezza le richieste dei lavoratori e del sindacato. In primo luogo, l’amministrazione deve individuare, dal 1° ottobre e fino al perfezionamento dell’appalto, “soluzioni idonee a garantire la completa erogazione dei servizi bibliotecari senza gravare ulteriormente sul personale del Centro servizi bibliotecari”.

Si chiede poi di affrontare la problematica della “carenza di organico, dovuta all’assenza di turnover degli ultimi 14 anni”. Nel 2015, infatti, l’organico era di 96 unità di personale, scese a 72 nel 2011 e crollate a 51 nel 2019, di cui solo 41 attive nelle 12 biblioteche dell'Ateneo.

C'è poi un richiamo alle regole di sicurezza e si richiede “un documento ufficiale elaborato dall’Ufficio prevenzione e protezione dell’Ateneo, che stabilisca la squadra minima degli addetti alle emergenze (antincendio e Primo soccorso) per ciascuna biblioteca, tutti i giorni e nelle fasce orarie 8.00-17.00 e dalle 17.00 fino alla chiusura delle biblioteche”.

Infine, si chiede un coinvolgimento dei lavoratori delle biblioteche per “analizzare le funzioni e le prospettive a medio e lungo termine del servizio bibliotecario” e si invoca l'adozione urgente di un “piano di formazione adeguato e specifico per i bibliotecari anche al fine della valorizzazione e salvaguardia di questa professionalità”.