Filcams e Cgil hanno centrato un altro importante obiettivo nella battaglia che vede impegnato il sindacato nella determinazione di illegittimità del Jobs Act. Nella fattispecie, un ulteriore risultato è stato raggiunto con l’ordinanza del 5 agosto del Tribunale di Milano, che rinvia alla Corte di Giustizia dell’Unione europea la pronuncia sulla legittimità della modifica introdotta al regime sanzionatorio sui licenziamenti illegittimi inseriti con il D.lgs 23/2015, cosiddetto tutele crescenti. È quanto si legge in una nota

Il provvedimento del Tribunale si inserisce nella procedura di licenziamento collettivo della Consulmarketing SpA, avviata nel gennaio del 2017 e che ha riguardato 350 lavoratori. Tutti i lavoratori che hanno impugnato il licenziamento sono stati reintegrati per una palese violazione dei criteri di scelta.

L’unica lavoratrice inizialmente esclusa dal reintegro, lo è stata esclusivamente perché assunta successivamente al 7 marzo 2015 con il cosiddetto contratto a tutele crescenti, che prevede solo una tutela indennitaria determinando una disparità di trattamento tra lavoratori coinvolti dalla stessa procedura di licenziamento collettivo solo in ragione della data di assunzione. Una disparità che l’ordinanza del Tribunale ha di fatto reputato illegittima, chiedendo alla Corte di Giustizia della Ue di pronunciarsi in merito.

La Filcams Cgil e la Cgil, che hanno assistito e patrocinato la lavoratrice propria iscritta attraverso il proprio ufficio legale rappresentato dall’avvocato De Marchis, reputano più che positivo il risultato raggiunto, che si somma a quanto ottenuto con la sentenza della Corte costituzionale 194/2018 che ha dichiarato l’illegittimità del Jobs Act proprio per quelle norme che determinano il risarcimento del danno prodotto da un licenziamento illegittimo solo in ragione dell’anzianità di servizio.

“Questa vittoria è una vittoria per tutti i lavoratori, perché rimette in discussione il Jobs Act - dichiara Andrea Montagni, che per la Filcams nazionale sta seguendo le complesse vicende collegate alla crisi della Consulmarketing SpA -. Un ottimo risultato ottenuto grazie alla tenacia di questa lavoratrice della Consulmarketing e di tutti i suoi colleghi, che da anni si battono per il riconoscimento del rapporto di lavoro subordinato e per un corretto inquadramento contrattuale”.

Alla soddisfazione per l’esito della vertenza sul piano legale e giudiziario, non può corrispondere quindi quella per le sorti di un’azienda che nel novembre 2018 è stata dichiarata fallita e per i cui lavoratori la Filcams sta cercando di concordare con proprietà e committenti soluzioni praticabili a garanzia di occupazione e continuità di reddito. Oggi tutte le lavoratrici e i lavoratori della Consulmarketing sono in attesa di conoscere il loro destino; la grossa parte di questi lavoratori sono stati sospesi dalla paga e dalla contribuzione e altri “appesi” in attesa che il committente di sempre (Nielsen) valuti la possibilità di acquisto o si trovi un altro acquirente.

“Questi lavoratori – conclude Montagni – svolgono di fatto attività esternalizzate dalla Nielsen, per conto di propri clienti ma affidate a quella società in conto terzi. Per questo riteniamo che anche Nielsen possa svolgere un ruolo fondamentale per una positiva soluzione della vertenza”.