La Ces (la confederazione europea dei sindacati) ha rieletto – nel corso del congresso che si è chiuso oggi (venerdì 24 maggio) a Vienna – Luca Visentini come segretario generale e Laurent Berger come presidente. Eletti anche due vice segretari generali (Esther Lynch e Per Hilmerssonn), tre segretari confederali (Liina Carr, Isabelle Schömann e Ludovic Voet) e quattro vice presidenti: José María (Pepe) Álvarez, Miranda Ulens, Bente Sorgenfrey and Josef Středula. Luca Visentini era diventato segretario generale della Ces nel prevedente congresso del 2015 a Parigi e faceva parte della segreteria confederale del sindacato europeo dal 2011. 

La Ces ha anche adottato un nuovo manifesto e un programma d'azione per il 2019-23."La missione per il prossimo mandato sarà combattere gli attacchi alla democrazia e alla tolleranza, e andare più in là di ciò che ha fatto la Commissione Juncker per promuovere giustizia sociale, qualità del lavoro e salari più alti", ha detto Visentini, che resterà in carica per altri quattro anni. E ha aggiunto: "Esorteremo inoltre l'Ue ad affrontare con rinnovata urgenza i cambiamenti climatici e a fare di più per gestire in modo proattivo l'azione per il clima, la digitalizzazione e l'automazione in modo che nessuno venga lasciato indietro".

Con le politiche adottate dal congresso – nell'ambito del manifesto della Ces e del programma d'azione 2019-23 – la confederazione europea punta a sollecitare il nuovo Parlamento europeo e la Commissione ad attuare una riforma della politica economica dell'Ue, del bilancio e dell'Unione monetaria per promuovere la giustizia sociale, investimenti favorevoli all'occupazione, la crescita sostenibile e una tassazione equa e progressiva.

Fondamentale anche la piena attuazione dei 20 principi del pilastro europeo dei diritti sociali adottati dall'Ue nel 2017, tra cui la parità di genere, le pari opportunità, il diritto a salari equi e il diritto all'istruzione, alla formazione e all'apprendimento lungo tutto l'arco della vita. Per la Ces è necessaria anche un'azione dell'Ue a sostegno di una contrattazione collettiva più forte. Nel programma d'azione uno spazio rilevante è riservato anche alla transizione socialmente equa verso un'economia digitale, automatizzata e globale a basse emissioni di carbonio. Centrale anche il tema del lavoro precario: la legislazione Ue dovrà intervenire per rafforzare i diritti dei lavoratori nelle nuove forme di lavoro, porre fine al dumping salariale e sociale e costruire una mobilità equa dei lavoratori e la parità di trattamento.