Si stima che siano circa 1,3 milioni i morti per cancro ogni anno nell’Unione europea. Alcune ricerche suggeriscono che tra il 2 e il 12 per cento di questi decessi siano da attribuire a esposizione professionale ad agenti cancerogeni. L’Etui (l’Istituto di ricerca della Confederazione europea dei sindacati) ha realizzato uno studio con cui sono stati stimati i costi economici dovuti all’incidenza nell’Ue-28 dei tumori occupazionali, allo scopo di aiutare i sindacati a perfezionare la loro strategia e le loro azioni nella lotta contro il cancro risultante da lavoro.

Lo studio (la cui sintesi è stata tradotta in italiano per iniziativa dell’Edit.Coop) ha determinato gli agenti cancerogeni ritenuti responsabili della maggior parte dell’incidenza del cancro occupazionale in Europa: ne sono stati selezionati 25, comprendenti prodotti chimici, fumo ambientale di tabacco, radiazione solare, sostanze generate da processi, come le emissioni da motori diesel e silice cristallina, e fattori occupazionali, come il lavoro a turni e nell’industria della gomma.

È stato stimato che l’esposizione professionale ai 25 agenti selezionati è responsabile ogni anno di circa 190 mila nuovi casi di cancro (tra 125 mila e 275 mila). Polmone, mammella e vescica sono le più frequenti sedi di cancro occupazionale. La frazione attribuibile totale (cioè la percentuale di casi di tumore che non avrebbe dovuto verificarsi in assenza di esposizione lavorativa) per tutte le sedi tumorali dei 25 agenti cancerogeni è 8% (6%-12%) per entrambi i generi, 5% (3%-7%) per le donne e 10% (6%-15%) per gli uomini.

Il costo complessivo attuale dell’incidenza dei tumori da esposizione occupazionale pregressa ai 25 agenti cancerogeni selezionati è stimato tra i 270 e i 610 miliardi di euro per anno nell’Ue-28 (il che corrisponde all’1,8-4,1% del Pil dell’Ue). Tale onere comprende costi diretti (trattamento sanitario, trasporto ecc.), indiretti (perdita di produttività dovuta all’abbandono del lavoro ecc.) e costi umani o intangibili per le vittime (impatto sulla qualità della vita dei lavoratori e delle loro famiglie).

Queste stime sono principalmente determinate dalla valutazione dei costi umani, con oltre il 98% del totale dei costi gravanti sui lavoratori e le loro famiglie. Se si escludono i costi umani, i costi diretti e indiretti sono stimati tra i 4 e i 10 miliardi per anno. Lo studio dell’Etui dimostra che il cancro occupazionale è associato a rilevanti oneri economici, che appare essenziale ridurre. Nuovi sforzi per politiche di prevenzione andrebbero quindi prospettati attraverso la lente dei considerevoli costi che potrebbero essere evitati.