Puntata n. 27 - Parte domani con il corteo a Bologna la protesta di Cgil Cisl e Uil contro le politiche del governo Meloni. Le altre tappe, Milano 13 maggio e Napoli 20 maggio

Tutti in piazza

Parte domani con il corteo a Bologna la protesta di Cgil Cisl e Uil contro le politiche del governo Meloni. Dopo settimane di assemblee nei luoghi di lavoro e l’incontro tra i segretari generali delle confederazioni e la presidente del consiglio dello scorso 30 aprile, incontro che ha rafforzato le ragioni della mobilitazione, è arrivato il momento di manifestare. Le altre tappe, Milano 13 maggio e Napoli 20 maggio. Ci vediamo in piazza.

Nessuna risposta

Al bisogno di lavoro, ai salari sempre più bassi per via dell’inflazione, alla precarietà, al bisogno di redistribuire ricchezza con una seria riforma fiscale, ai pensionati, ai giovani, alla povertà. Il governo ha chiamato i sindacati una manciata di ore prima dell’annuncio del decreto lavoro nel consiglio dei ministri del primo maggio senza sottoporgli neanche un testo. Uno spottone indigesto raccontato dal video della Meloni. Il sassolino del direttore di Collettiva, Stefano Milani.

Rullo di tamburi: “Il più importante taglio di tasse degli ultimi decenni”. Dal Palazzo Reale di Montecitorio, la premier gioca il jolly. Prende in contropiede i sindacati e sbatte sulla tavola rotonda del consiglio dei ministri contanti fumanti. Pochi, maledetti e subito. Ma... C’è un ma che la premier si guarda bene da inserire nel video che ha commosso il web. Perché se togliamo la giusta dose di propaganda, il succo del messaggio suonerebbe più o meno così. “Cari italiani, i soldi in busta paga ci sono. Non sono proprio tantissimi, meno di quelli di Draghi, e comunque durano fino a Natale. La precarietà invece durerà anche dopo. Praticamente tutta la vita. Ah ho tolto anche il reddito di cittadinanza, ve lo avevo promesso. Alzatevi dunque da quel divano deformato che un voucher vi spetta di diritto. Ora vi lascio che ho dà lavorare. Buona fortuna, ne avete tanto bisogno”.

Piazze piene il Primo Maggio 

Al concertone di San Giovanni e nelle altre iniziative. A Taranto la Cgil ha deciso di portare i valori della Festa dei lavoratori nei luoghi dove ce n’è più bisogno, nelle periferie delle fabbriche chiuse, desertificate dalla crisi e assediate dall’inquinamento della mala gestione. Vogliamo ricordarlo così il Primo Maggio 2023, con una violoncellista che suona davanti a una fabbrica chiusa. Con la musica che riempie il vuoto. Sarà la cultura a rivoltare questo mondo.

Il lavoro sta morendo

Sono migliaia le produzioni storiche, in ogni angolo d’Italia, che si stanno arrendendo all’inflazione e all’esplosione delle bollette. Oggi citiamo Reginella D’Abruzzo, storico caseificio che dopo un secolo d'attività, ferma la produzione per l'impennata di costi energetici e materie prime. Tutti in cassa integrazione gli ultimi 19 dipendenti. Niente lavoro, niente formaggio, il Paese continua a perdere pezzi.

Fondazione Di Vittorio: nel 2043 ci saranno 7 milioni di lavoratori in meno

E a forza di perdere pezzi la Fondazione Di Vittorio lancia l’avvertimento: nel 2043 in Italia ci saranno 7 milioni di lavoratori in meno. Calo della popolazione e invecchiamento fanno saltare l'equilibrio demografico. Livello insostenibile, occorre intervenire subito per contrastare il declino. Tanti tristi motivi per scendere in piazza. Per approfondire collettiva.it.

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