La Cgil Umbria lancia l'allarme sociale sullo stato dei cittadini del territorio. "È sempre più emergenza redditi in Umbria. A fronte di una netta ripresa degli imponibili registrata nel 2021, soprattutto al Nord e più in generale in tutto il Paese, la nostra regione è l’unica in controtendenza, con addirittura un dato negativo: il reddito procapite, al netto dell’inflazione, è sceso dello 0,2% rispetto al 2020". 

È davvero preoccupante il quadro che emerge dai dati pubblicati il 26 aprile da Il Sole 24 Ore, che ha anche stilato una classifica delle prime 100 città italiane per numero di contribuenti, dalla quale emerge che Perugia, Terni e Foligno sono le uniche città italiane a far segnare un calo dei redditi dichiarati, rispettivamente -0,6%, -0,7% e -1,6%. “Un vero e proprio tracollo, un dato che purtroppo dimostra come il nodo salari e pensioni sia la vera emergenza di questa regione - afferma Maria Rita Paggio, segretaria generale della Cgil dell’Umbria -. Un’emergenza che chiama a responsabilità prima di tutto gli imprenditori e le rappresentanze datoriali dell’Umbria, ma anche i livelli istituzionali, chiamati a mettere in campo politiche e interventi (pensiamo ad esempio al sistema degli appalti) che invertano questa tendenza pericolosa, che vede la nostra regione allontanarsi sempre di più dai territori più dinamici del Paese. Da parte nostra - conclude Paggio - abbiamo già lanciato insieme a Cisl e Uil, sia a livello nazionale che nella nostra regione, una grande campagna di mobilitazione per il mese di maggio, che vede al centro proprio il tema del rilancio di salari e pensioni”.