Quarant'anni fa la vittoria del no al referendum sull'aborto. Fu schiacciante. Fu la vittoria di tutte. Non dimentichiamo quel giorno. Ma non dimentichiamo che oggi quella, come tante altre conquiste femminili, è a rischio: il diritto a interrompere una gravidanza non è tutelato ovunque, le giunte di destra dal Piemonte all'Umbria, passando per le Marche e la Liguria spingono per ricacciare la donna nel ruolo di moglie e madre, nell'impedirle la libertà di scelta. La destra tuona ovunque. E intanto cresce il numero delle donne che subiscono violenza.

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Le richieste di aiuto al numero anti-violenza 1522 sono cresciute del 79,5% nell'anno della pandemia. Il picco, come fa notare il dipartimento politiche di genere della Cgil, c'è stato tra fine marzo e aprile 2020 ovvero "quando ci si è ritrovati chiusi nelle stesse abitazioni senza vie di fuga e senza l'obbligo per il partner violento di uscire di casa per andare a lavorare. I dati parlano infatti di un aumento delle violenze familiari e delle richieste di aiuto delle più giovani. Anche se il 58% ha dichiarato al 1522 che la violenza dura da anni o da mesi. La convivenza forzata ha funzionato da acceleratore e i drammi sono aumentati"

Le donne sono prigioniere di una società che ancora non ha imparato a rispettarle. Non dimentichiamo “che sarà sufficiente una crisi politica, economica o religiosa perché i diritti delle donne siano rimessi in discussione”. Non dimentichiamo e soprattutto continuiamo a lottare.

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