La salute è un diritto umano ed è tempo che lo sia per tutti i cittadini e le cittadine del mondo. Lo pretende l’etica del “restiamo umani”, lo impone la convenienza scientifica, se la popolazione mondiale non sarà vaccinata nel minor tempo possibile tutti saremo preda delle varianti. Ce lo possiamo permettere? Ma ciò a cui stiamo assistendo in questi primi mesi del 2021 va nella direzione contraria. I vaccini sono l’unica arma per fronteggiare la pandemia, la ricerca scientifica che ha portato alla loro predisposizione è stata finanziata con una quantità enorme di risorse pubbliche, anche europee, ma come affermano i promotori della campagna Nessun profitto sulla pandemia: “Nonostante i contribuenti abbiano pagato per la ricerca e lo sviluppo di vaccini e farmaci, a causa dei brevetti singole aziende hanno il controllo su questi prodotti, rendendoli inaccessibili a milioni di persone”.

“O il vaccino è accessibile a tutti in tutte le parti del mondo o non riusciremo a battere il coronavirus”, lo afferma Rossana Dettori, segretaria nazionale della Cgil che invita a firmare la petizione europea che insieme ad altre 94 organizzazioni italiane e centinaia di altre associazioni europee, la confederazione di Corso d’Italia promuove. “Firmare oggi - aggiunge Dettori - 7 aprile, giornata internazionale della salute”. La salute è un diritto inalienabile degli uomini e delle donne, lo ha sancito l’Onu nel 1948 ma la pandemia ha messo di fronte il mondo all’aumento, invece, delle diseguaglianze anche rispetto all’esigibilità di questo diritto. Non hanno gli stessi diritti alla cura le popolazioni del Nord e del Sud del mondo, non hanno lo stesso diritto alla salute i cittadini dell’Emilia Romagna e della Calabria. Non hanno gli stessi diritti al vaccino quelli del Lazio e quelli della Toscana o della Lombardia.

Ciascuno deve assumersi la propria responsabilità, per questo Dettori aggiunge: “Chiediamo al Governo, cha a partire dal nostro Paese ci sia un impegno per liberare i vaccini dai brevetti. E chiediamo al Governo di rendere accessibili a tutti i cittadini e le cittadine italiane il vaccino e di non essere egoista nei confronti degli altri paesi”. È necessario aumentare la produzione dei sieri e per farlo è indispensabile, ora non domani, sospendere – almeno sospendere – la proprietà intellettuale.

O i brevetti o la vita è lo slogan scelto dal Comitato Italiano della Campagna Europea Diritto alla Cura, di cui appunto fa parte la Cgil, per tornare a mobilitarsi e lanciare il Click day. Per far in modo che la Commissione europea esamini la petizione è necessario raccogliere 1 milione di firme, 180 mila in Italia, sottoscrivere è facile, lo si fa on line cliccando su eci.ec.europa.eu .

Il 7 aprile, in concomitanza con il click day, si terrà una diretta online sulla pagina Facebook italiana della campagna dalle ore 18, alla quale, tra gli altri, parteciperanno con video o in presenza Giulia Anania, Stefano Bellotti “Cisco”, Claudio Bisio, Dario Brunori “Brunori SaS”, Giulio Cavalli, Ascanio Celestini, Comunità Officina, don Virginio Colmegna, Luigi Ferrajoli, Silvio Garattini, Ricky Gianco, Paolo Hendel, Germano Lanzoni, Maurizio Maggiani, Giovanna Marini, Paola Minaccioni, Moni Ovadia, Cochi Ponzoni, Marco Presta e Antonello Dose, David Riondino, Paolo Rossi, Marco Rovelli, Renato Sarti, Andrea Satta – Tetes de Bois, Guido Silvestri (Lupo Alberto), Bebo Storti, Dario Vergassola, Sofia Viscardi.