“Il vaccino è un diritto universale per tutti. È e rimane la vera emergenza su cui occorre fare ogni sforzo organizzativo, a partire dal potenziamento dei punti vaccinali”.  È quanto afferma il segretario generale Cgil Basilicata, Angelo Summa. “Quattro milioni e mezzo di dosi di vaccino arriveranno in Italia entro fine mese, portando a 14 milioni il totale delle dosi disponibili dall’inizio della campagna secondo lo scenario prospettato dal commissario Figliuolo e dal capo della Protezione civile Curcio al premier Draghi, il quale ha rilanciato l’obiettivo di 300.000 somministrazioni al giorno. Obiettivo ambizioso  - continua il dirigente sindacale -, rispetto al quale la Basilicata è chiamata a fare la propria parte uscendo dall’anarchia che sembra aver ispirato la realizzazione del piano vaccinale regionale”.

La Cgil regionale accoglie positivamente il nuovo slancio annunciato oggi nella ripresa della vaccinazione degli over 80 in alcuni comuni, “ma serve procedere col medesimo passo in tutti i comuni dei nove distretti regionali – prosegue il sindacalista - appianando quelle discriminazioni che si sono registrate in questi giorni. È evidente che il caos a livello nazionale, determinato dalla redazione di  piani regionali con priorità non sempre omogenee nelle vaccinazioni, va superato con immediatezza, focalizzando tutta la pianificazione organizzativa in primis sugli ultraottantenni e le figure più fragili. Se il piano nazionale dei vaccini definisce quali sono le patologie dei 'fragilissimi', nessuna indicazione c’è su chi deve identificare e chiamare questi pazienti. E così torna alla ribalta il caos delle regioni che vanno in ordine sparso: c’è chi si affida ai medici di famiglia e chi ai medici specialisti che li hanno in cura, c’è chi ha assegnato il compito agli ospedali che hanno la lista dei loro pazienti e chi invece attende le prenotazioni on line direttamente dai malati. Insomma il caos è dietro l’angolo".

"Ecco perché serve una pianificazione capillare – riprende l'esponente Cgil -; si utilizzino i medici di continuità assistenziale unitamente ad altri medici che già hanno dato la disponibilità , affinché si arrivi ad avere vaccinatori in tutti i comuni, superando l’attuale modello che, a distanza di mesi, è ancorato alle sole Usca. Non sfugge che mettendo a sistema le professionalità già disponibili, non possiamo fare a meno del supporto di esercito e protezione civile messo a disposizione dal governo per le regioni che ne facciano richiesta e consistente nell’invio di  esperti, volontari e equipe di medici e infermieri per le somministrazioni alle regioni che ne faranno richiesta. Si faccia un grande investimento sulla sanità pubblica e sul suo potenziamento, realizzando quel cambio di passo tanto invocato e che non può che essere realizzato attraverso un cambio di paradigma nell’affrontare la sfida di una campagna vaccinale affinché  il vaccino sia un diritto esigibile e non un lontano miraggio”.