Fanno paura i contagi da covid sul lavoro nelle Marche. Tra fine gennaio e il 30 novembre sono arrivati, ufficialmente, a quota 2.281. 640 in più rispetto alla rilevazione del mese precedente. 104mila su scala nazionale. È quanto emerge dai dati dell'Inail, relativi agli infortuni denunciati, elaborati dall’Ires Cgil regionale. Sono le donne quelle più colpite e nelle Marche rappresentano il 70,4 per cento del totale.

Secondo Daniela Barbaresi, segretaria generale della Cgil Marche, “il peso della seconda ondata Covid si sta facendo sentire in modo molto pesante sul lavoro, non solo in termini di posti di lavoro persi ma anche sul piano della salute e sicurezza dei lavoratori e soprattutto delle lavoratrici, visto che sono le donne le più colpite dai contagi sul lavoro. Decisiva sarà la campagna di vaccinazioni che dovrà essere il più possibile rapida e diffusa nella popolazione a partire dagli operatori sanitari e sociali”.

I più colpiti, come sempre, sono infermieri, medici, operatori socio-sanitari, operatori socio-assistenziali e personale non qualificato dei servizi sanitari. Quello della sanità e dell'assistenza sociale è il settore che ha subito l'impatto più forte. I luoghi di lavoro a rischio sono ospedali, case di cura e di riposo, dove si concentra il maggior numero dei contagi denunciati. Seguono le attività di trasporto e magazzinaggio (corrieri, conduttori e impiegati), le altre amministrazioni pubbliche (soprattutto vigili urbani), attività manifatturiere e servizi alle imprese (addetti alle pulizie, vigilanza, ecc.).

Le province dove la pandemia ha avuto maggiori effetto sono quelle di Ancona con il 34,4 per cento e Pesaro e Urbino, con il 31 per cento dei casi, seguite da Macerata, con il 20,1 per cento, Fermo, con il 7,9 per cento e Ascoli Piceno con il 6,6 per cento.

A livello nazionale, i morti sul lavoro da Covid sono stati 366, soprattutto uomini, a differenza di quanto avviene per i contagi complessivi che colpiscono maggiormente le donne, e sono concentrati nella fascia di età over 50. Nelle Marche i morti sono stati 12, pari al 3,3 per cento del totale nazionale.

Aggiunge Matteo Pintucci, segretario generale della Fp Cgil Marche: “il mondo sanitario e assistenziale, in prima linea nella lotta al Covid, è il più coinvolto. Lavoratrici e lavoratori ogni giorno alle prese con il rischio di ammalarsi oltre alla fatica di turni estenuanti e prestazioni straordinarie per la mancanza di organici adeguati, soprattutto negli ambiti ospedalieri, sanitari e di assistenza. Peraltro occorre infatti ricordare che sono 583 gli operatori sanitari attualmente in isolamento domiciliare. Va poi ricordato che sono scaduti i contratti nazionali della sanità pubblica e di quella privata nell’ambito del settore della riabilitazione oltre alle criticità emerse da parte datoriale nell’applicazione del contratto della sanità privata ospedaliera”.