Leonilde, per tutti Nilde, Iotti nasce a Reggio Emilia il 10 aprile 1920. Partigiana e segretaria dell’Udi a Reggio nel dopoguerra, è tra le 21 elette il 2 giugno 1946 all’Assemblea costituente. Nel 1948 è eletta per la prima volta alla Camera dei deputati. Riconfermata per le successive legislature - unico parlamentare italiano ad essere stato eletto ininterrottamente per 13 volte (14, contando anche l’Assemblea costituente) - nel giugno 1979 ne è eletta, prima donna nella storia, presidente.

Manterrà la carica fino al 1992, lavorando ininterrottamente sino al 18 novembre 1999, quando, già gravemente malata (morirà poco più di due settimane dopo), si dimetterà tra gli applausi unanimi dell’intero schieramento parlamentare. “Le confermo il sentimento di gratitudine del popolo italiano”, le scriverà l’allora il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi.

Così Massimo D’Alema da Istanbul: “Voglio sottolineare l’appassionato lavoro parlamentare degli ultimi anni per le riforme: Nilde Iotti si è conquistata sul campo il prestigio riconosciuto da tutte le forze politiche. Oggi si aggiunge la nobiltà di un atto che colpisce e dispiace per le condizioni di salute che lo motivano, ma le cui ragioni ideali esprimono la coerenza di fondo con una concezione alta della politica e delle istituzioni”. “Lascio con rammarico dopo oltre cinquant'anni di lavoro il mio incarico di parlamentare - diceva lei stessa - Mi auguro che lo spirito di unità per cui mi sono sempre impegnata prevalga nei confronti dei pericoli che minacciano la vita nazionale. Vi ringrazio per la cortesia”.

“Non ho nulla da aggiungere - commenterà dal suo scranno di presidente Luciano Violante - quello che potrei aggiungere sarebbe un po' retorico e so che l’onorevole Iotti è una donna molto rigorosa e laica anche in questo, non apprezzerebbe un eccesso di parole. Resta rispetto per la sua vita, rispetto per i valori che lei ha difeso, rispetto per la donna che ha chiesto di lasciare quest'aula. Credo che il Parlamento troverà il modo di riflettere su questa figura politica di straordinaria rilevanza nel movimento democratico italiano, per la enorme dignità con cui ha gestito tutte le sue funzioni politiche ed in particolare quella di presidente di questa Camera”.

Le dimissioni di Nilde Iotti saranno accettate al primo turno e per alzata di mano dalla Camera dei deputati che le tributerà, tutta in piedi, un lunghissimo applauso.

“Onorevoli colleghi - affermava proprio in quella sede Nilde in occasione della sua nomina a presidente - con emozione profonda vi ringrazio per avermi chiamato col vostro voto e con la vostra fiducia a questo compito così ricco di responsabilità e di prestigio. Voi comprenderete, io credo, la mia emozione. In questo alto incarico mi ha preceduto l’onorevole Pietro Ingrao, che fino a ieri ha diretto i nostri lavori con grande intelligenza e imparzialità, e prima ancora l’onorevole Sandro Pertini, oggi presidente della Repubblica, a cui va il mio deferente saluto. Ma in particolare comprenderete la mia emozione per essere la prima donna nella storia d’Italia a ricoprire una delle più alte cariche dello Stato. Io stessa - non ve lo nascondo - vivo quasi in modo emblematico questo momento, avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci si sono aperte la strada verso la loro emancipazione. Essere stata una di loro e aver speso tanta parte del mio impegno di lavoro per il loro riscatto, per l’affermazione di una loro pari responsabilità sociale e umana, costituisce e costituirà sempre un motivo di orgoglio della mia vita”.

“Anche se sono la prima a ricoprire questa carica, non sarò l’ultima - diceva pochi giorni fa negli Stati Uniti la prima vicepresidente donna Kamala Harris - Sognate con grande ambizione, guidate con cognizione, guardatevi in un modo in cui gli altri potrebbero non vedervi. Noi saremo lì con voi”.