Isola senza Catene è un'iniziativa ideata dalla Cgil Sicilia e realizzata insieme a Filcams, Fillea e Flai per proseguire la nostra battaglia contro il lavoro irregolare e lo sfruttamento, prendendo spunto dall'art. 103 del Decreto Rilancio, che introduce misure proprio per la regolarizzazione dei rapporti di lavoro soprattutto in agricoltura e nel lavoro domestico.

È una campagna itinerante, che si sposta tra i campi, i cantieri edili, i luoghi di associazione dei lavoratori migranti. Insieme alle compagne ed ai compagni dell'Inca, degli Uffici Vertenze e Legali e degli Uffici Migranti, incontriamo lavoratrici e lavoratori per denunciare il lavoro irregolare, farlo emergere in tutte le sue forme ed attivarci per la sua regolarizzazione, facendo anche in modo di evitare che la questa possa nascondere ulteriori forme di illegalità: spesso è stato chiesto agli stessi lavoratori di pagare loro il contributo di 500 euro da versare per la regolarizzazione.

Con le amministrazioni locali, proviamo a confrontarci e a concertare le politiche di sviluppo per settori centrali come il turismo, provando anche a dare un indirizzo concreto all'utilizzo delle risorse stanziate dal Governo e dall'Europa. Questo è l'obiettivo che ci siamo posti con il Protocollo a cui abbiamo lavorato per il Calatino. Si tratta di un'area interna della provincia di Catania, formato da 15 piccoli comuni, che però hanno un patrimonio culturale e paesaggistico molto importante. Essendo, però, nell’entroterra, soffre di infrastrutture inadeguate, di politiche di sviluppo e riqualificazione quasi del tutto assenti e vive un forte spopolamento. Allora abbiamo pensato ad una grande sfida: far passare lo sviluppo di un'area interna attraverso il turismo, nonostante il Covid, creando un vero e proprio circuito turistico di filiera, diversificato, fuori dalle mete turistiche più note.

Per fare questo, abbiamo ragionato con le 15 amministrazioni comunali sull'importanza di fare rete tra loro, per un'azione sinergica e una politica strategica di insieme. Sviluppare il settore con l'obiettivo, quello a cui maggiormente guardiamo come Filcams, di migliorare la qualità e la quantità di lavoro stabile, regolare e dignitoso nel turismo, puntando soprattutto su quello culturale. Non a caso, infatti, il progetto coinvolge anche la Slc Cgil, oltre che la Cgil Sicilia e la Cgil Caltagirone, che è il comune capofila del Calatino. Il 5 agosto scorso abbiamo firmato la lettera di intenti, propedeutica alla nascita di una sorta di consorzio tra i comuni, che sarà il soggetto giuridico che con noi sottoscriverà il Protocollo "I Luoghi del Calatino". Tra gli obiettivi, c’è  quello di garantire non solo un lavoro stabile e dignitoso, ma anche in sicurezza: sarà parte integrante del documento, infatti, anche il Protocollo Territoriale per le misure anti Covid da applicare nelle aziende del sul territorio.

Nell'ambito delle campagne Isola senza Catene, Fuori dal Buio e ResistiAMO, nel mese di luglio sono stati già realizzati degli incontri a Catania, uno davanti un centro commerciale e uno in uno stabilimento balneare confiscato alla mafia. Il centro commerciale, perché molto spesso le gallerie commerciali sono caratterizzate da forme di lavoro grigio e nero. Lo stabilimento balneare come testimonianza che emergere è possibile.

Un esempio concreto di successo, nel turismo, lo abbiamo registrato nel 2018 con Nh, che aveva deciso di rendere stagionale la struttura ricettiva. In seguito, però, ha accolto le nostre istanze e l'albergo è tornato ad essere aperto tutto l'anno migliorando, quindi, le condizioni anche reddituali delle lavoratrici e dei lavoratori. Tanti esempi di successo, ma anche di insuccesso, nel turismo, li abbiamo registrati soprattutto nell'ambito delle realtà sequestrate e confiscate. Per esempio l'Hotel San Paolo a Palermo o il Lido Piramidi a Catania, dove siamo riusciti a salvaguardare i livelli occupazionali, facendo diventare quei luoghi presidi di legalità.

In altri casi, come il Grand Cafè San Domenico, dove avevamo sottoscritto un importante accordo sindacale di emersione, la vertenza ha avuto esito negativo, a causa del mancato rispetto dell'accordo da parte dell'amministrazione giudiziaria che, in barba alle relazioni sindacali, ha proceduto unilateralmente, con la conseguente perdita del lavoro per tutte le lavoratrici ed i lavoratori che prestavano la propria attività nello storico bar di Palermo.