Nell'Italia al tempo del Covid gli anziani sono stati i più colpiti dagli effetti della pandemia, ma gli indicatori mostrano un aumento della vita media in buona salute. Il Rapporto annuale dell'Istat ha fotografato il quadro della fascia più debole della popolazione: nel nostro Paese gli ultra 80enni sono oltre 4,3 milioni e costituiscono il 7,2% della popolazione. L'Italia si colloca tra i Paesi più longevi del mondo. Le donne che quest'anno hanno 80 anni possono aspettarsi di viverne almeno altri dieci, i loro coetanei maschi poco meno di nove.

Nel dettaglio, negli ultimi dieci anni gli anziani a 65 anni hanno guadagnato più di un anno di speranza di vita in buona salute (da 5,6 nel 2009 a 7,3 nel 2019). Le donne a 65 anni possono aspettarsi di vivere in buona salute almeno il 30% degli anni che restano loro, gli uomini più del 40%. Per le persone ottantenni la prospettiva si riduce di poco, scendendo al 23,6% dei dieci anni che restano ancora da vivere per le donne e al 33% dei nove anni per gli uomini.

"Analizzando la salute percepita nelle diverse generazioni di anziani - scrive l'Istat - si può apprezzare meglio come le persone che giudicano cattivo il proprio stato di salute siano andate diminuendo, a favore di quelle che si ritengono in buona salute. Mentre nel 2000 riteneva di stare male o molto male il 36% circa degli ultra 80enni e nel 2009 uno su tre, oggi la quota degli ultra 80enni scontenti per il proprio stato di salute è scesa a uno su quattro".

Come noto, le persone anziane sono state al centro del dramma causato dal virus. "Gli anziani sono stati i più colpiti dalla pandemia, quasi l'85% dei decessi riguarda persone over 70, oltre il 56% quelle sopra agli 80 - aggiunge l'Istituto -. Sono dunque i più fragili, anche se negli anni hanno visto migliorare la salute". In ogni caso gli anziani non sono più quelli di una volta, conclude l'Istat con una nota di ottimismo: "Fino a pochi decenni fa, coloro che avevano superato il 65esimo compleanno venivano considerati anziani. Oggi sarebbe difficile ricorrere alla stessa unità di misura, dati i cambiamenti indotti da una speranza di vita in progressivo aumento".