Fabio mette subito le mani avanti: “Quei proiettili molto probabilmente non erano per me”. Forse lo fa per togliersi dal centro dell'attenzione, come fanno le persone più in gamba. O forse ha ragione lui, ma resta il fatto che non è cosa da poco sapere che l'automobile di un attivista antimafia, il coordinatore regionale di Libera in Campania, è stata colpita, mentre era parcheggiata sotto casa, da diversi proiettili, nel corso di una 'stesa', una sparatoria in strada, con la quale un gruppo criminale manda un messaggio sulla propria supremazia. E tutto questo, peraltro, nel cuore del lockdown, in piena quarantena, quando le strade di Napoli erano ancora davvero deserte e il presidente De Luca minacciava il ricorso al lanciafiamme per chi avesse pensato di organizzare feste di laurea.

Il punto però, secondo Fabio Giuliani, non sono le stese, o meglio, non solo quelle. “Questi episodi di gangsterismo urbano si riscontrano in tutte le grandi metropoli – osserva il coordinatore di Libera – anche se, naturalmente, fa molta rabbia pensare che in piena emergenza Coronavirus ci siano gruppi di balordi che possono girare per le nostre strade e offendere i nostri quartieri. Detto questo, a mio avviso ora l'attenzione va concentrata su come le organizzazioni mafiose si stanno preparando alla loro 'fase 2'. Perché è evidente – continua Giuliani – che anche loro hanno accusato il colpo e hanno grande voglia di tornare sulla piazza”.

Tra i business mafiosi costretti ad un rallentamento dalla pandemia c'è ad esempio quello della droga: “L'aumento di richiesta di metadone nei Sert è un indicatore chiaro – osserva ancora l'attivista di Libera Campania - tuttavia, non dobbiamo dimenticare che la disponibilità di liquidità delle organizzazioni mafiose è comunque enorme e sappiamo quanto in questo momento chi ha maggiore liquidità può farla da padrone sul mercato”.

È proprio questo, secondo Giuliani, che deve preoccuparci di più: “Non appena si apriranno un po' i cordoni del mercato le mafie cercheranno di acquisirne nuove fette, magari irraggiungibili prima del lockdown. E per questo – sottolinea – bisogna fare grande attenzione rispetto alle spinte, pure comprensibili, alla sburocratizzazione, alla liberalizzazione, che si fanno forti in questi giorni, perché le mafie hanno una grande capacità di inserirsi in questi contesti, soprattutto dove si allentano i controlli”.

E uno degli strumenti chiave attraverso il quale le organizzazioni mafiose cercheranno di farsi largo nel ghiotto mercato della “ripartenza” è senza dubbio la corruzione sistemica: “Su quel fronte abbiamo una grave carenza di anticorpi – insiste Giuliani – perché se da una parte la società civile, i corpi intermedi, la stessa Cgil, con la quale in Campania abbiamo un rapporto straordinario, hanno costruito nel corso del tempo strumenti di lettura e denuncia importanti, dall'altro le istituzioni, la stessa magistratura, molto spesso non hanno a disposizione gli strumenti necessari a contrastare questo cancro che costa al paese centinaia di miliardi di euro ogni anno”.

Dunque, oltre alla violenza materiale che continua a colpire città come Napoli, infischiandosene di virus e quarantene, c'è una “violenza economica” dalla quale bisognerà difendersi. “Noi sappiamo che i mafiosi siedono già in diversi consigli d'amministrazione – conclude Giuliani – e se non presteremo massima attenzione in questa fase ne pagheremo le conseguenze per i prossimi 20 anni. Quindi va bene fare in fretta, va bene anche sburocratizzare, ma guardia altissima, perché le mafie sono un virus ancor più letale”.