Nel Lazio i casi da Coronavirus continuano a crescere, con un aumento costante del 20 per cento. “Al momento la situazione è sotto controllo, grazie all’incremento delle strutture dedicate alla gestione dell’emergenza, ma la sanità e i servizi pubblici essenziali del Lazio non possono permettersi di mettere a rischio la salute dei lavoratori, per la loro tutela, e per la tenuta stessa del sistema”, spiegano i segretari generali di Fp Cgil Roma e Lazio (Giancarlo Cenciarelli), Cisl Fp Lazio (Roberto Chierchia), Uil Fpl Roma e Lazio (Sandro Bernardini): “Basta un solo caso asintomatico per far collassare un’intera struttura, oltre che costituire fonte di potenziale contagio per altre persone, colleghi, familiari e pazienti, con cui si viene a contatto”.

Gli esponenti sindacali rilevano che “per la tutela della salute dei lavoratori, a partire da quelli più esposti, e per mantenere elevata la risposta delle strutture, che si fonda sulle tante professionalità in servizio, è necessario implementare la sorveglianza sanitaria per i lavoratori asintomatici venuti a contatto con casi positivi, prevedendo tamponi giornalieri”. 

Cenciarelli, Chierchia e Bernardini evidenziano che “i lavoratori più a rischio sono tutti coloro ai quali non si applica l’isolamento preventivo, a partire dal personale sanitario e sociosanitario, delle strutture ospedaliere pubbliche e private, dei servizi essenziali. Servono maggiori tutele per chiunque venga a contatto con pazienti affetti da Coronavirus. Mentre si sta provvedendo al reperimento e alla fornitura di dispositivi di protezione su scala complessiva, su cui il quadro non è ancora omogeneo, ed è altrettanto urgente l'ingresso di nuovo personale, su cui stiamo lavorando per incrementare le assunzioni già programmate, non possiamo permetterci focolai estesi tra i lavoratori in servizio. È pertanto necessario che la Regione Lazio si attivi da subito anche su questo fronte, stabilendo protocolli di verifica e maggiori controlli preventivi sui lavoratori maggiormente esposti”.