“Napoli e la sua area metropolitana non possono permettersi più un'altra emergenza rifiuti, soprattutto in una fase di grande rilancio turistico con le Universiadi ormai alle porte. Deve finire il tempo delle soluzioni provvisorie e della rincorsa alle emergenze”. È quanto affermano la Cgil e la Funzione pubblica Cgil di Napoli. “Gli Stir (stabilimenti di tritovagliatura e Imballaggio rifiuti, ndr) – precisa il sindacato – sono in una situazione di evidente collasso, ormai sovraccarichi, con gli autisti costretti a interminabili attese per scaricare i rifiuti. D'altra parte si tratta di impianti nati per uscire provvisoriamente dall'emergenza, ma che la mancata realizzazione degli impianti per la differenziata hanno trasformato in una soluzione stabile. In questo quadro è estremamente preoccupante il modo in cui stiamo arrivando alla chiusura per manutenzione del termovalorizzatore di Acerra, seppure per soli 35 giorni”.

“Quanto ascoltiamo dalle istituzioni, in assenza di tavoli ufficiali – aggiungono Cgil e Fp Cgil di Napoli –, non ci tranquillizza. Prevalgono da parte della Regione generici richiami alla responsabilità dei singoli Comuni, che dovrebbero trovarsi da soli le aree per lo smaltimento provvisorio, si torna a parlare di invio all'estero, nascondendo l'aggravio di tariffe e prezzi. Non possiamo permetterci l'ormai consueto scontro tra istituzioni, non possiamo permetterlo su una materia che incide direttamente e quotidianamente sulla salute e la qualità di vita dei cittadini, oltretutto già chiamati a pagare una tassazione esorbitante proprio in virtù dell'ultima crisi”.

“Chiediamo pertanto – concludono – che si creino dei tavoli interforze presso le prefetture in tutta la regione per governare la fase di emergenza ai quali partecipino tutti i soggetti interessati. E chiediamo che si ragioni subito delle soluzioni strutturali, liberando definitivamente il territorio dalle ecoballe, sulle quali è tornato pochi mesi fa il Consiglio d'Europa. Bisogna superare appunto gli Stir e costruire gli impianti per la differenziata subito, dialogando con le comunità e vincendo paure e resistenze. Bisogna puntare alla costituzione di soggetti pubblici industriali che gestiscano raccolta e impianti”.