“La decisione della Corte di Cassazione che conferma le disposizioni del Gip della Procura di Bari e l’avviso di conclusione delle indagini sui fatti del 21 settembre, quando dalla sede di Casapound di via Eritrea parti un’aggressione violenta e squadrista nei confronti di alcune persone che avevano pacificamente manifestato contro le politiche di Salvini, parlano di strategia pianificata e apologia del fascismo. Elementi che ai sensi delle leggi Scelba e Mancino e alla luce dei troppi numerosi fatti di cronaca che vedono coinvolti militanti di un aggregato che si richiama apertamente al fascismo, dovrebbe spingere il Ministero dell’Interno a sciogliere tale organizzazione”.

È quanto afferma il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, dopo che la Procura ha confermato la contestazione dei reati di riorganizzazione del disciolto partito fascista e manifestazione fascista in relazione ai fatti avvenuti nel capoluogo di regione a settembre.

“Siamo di fronte a un riemergere sfrontato e sfacciato di neofascismo che evidentemente oggi si sente al sicuro per via di un clima politico e sociale avvelenato. Quando a manifestanti della stessa organizzazione, a Roma, si permette di impedire la regolare assegnazione di un alloggio popolare, di minacciare gli assegnatari perché di etnia rom, di aizzare la gente invocando stupri e roghi, siamo di fronte a un livello di allarme democratico che deve spingere chi ha competenze di merito a intervenire", aggiunge il sindacalista.

Non è più questione di antifascismo valoriale, "siamo di fronte a un allarme che arriva direttamente dalla magistratura. A Bari vi fu un aggressione a inermi manifestanti, con oggetti contundenti e con la presenza di militanti anche provincia da altre province. Questo è il loro modo di procedere, questi i fatti, che si sommano purtroppo a numerosi casi di cronache di squadrismo. Questo è il paese dove l’amministratore della casa editrice di questa organizzazione può dichiararsi ai microfoni di una radio neofascista, inneggiare al duce, avere spazi al Salone del Libro e nello stesso giorno che si aprirà la più importante kermesse editoriale italiana essere chiamato in un’aula di tribunale a Milano a rispondere di una aggressione sempre per motivi politici”.

“Ci appelliamo a tutte le forze democratiche del Paese, al Presidente della Repubblica in qualità di garante della Costutuzione. A partire dai fatti e dai provvedimenti di Bari, si dia un segnale forte e chiaro contro chi alimenta razzismo e xenofobia, contro chi inneggia al fascismo, contro chi immagina il confronto politico con cinghiate e bastonate. Tutto questo deve cessare”, conclude il sindacalista.