“Dopo dieci anni di menzogne e depistaggi in quest'aula è entrata la verità raccontata dalla viva voce di chi era presente quel giorno. Le dichiarazioni e le intenzioni espresse dal comandante generale dell'Arma ci fanno sentire finalmente meno soli, si è schierato ufficialmente dalla parte della verità”. A dirlo è Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, dopo le dichiarazioni in aula del carabiniere Francesco Tedesco che ha di fatto accusato i suoi colleghi.

“Al fotosegnalamento – ha riferito Tedesco in aula all'inizio del suo interrogatorio – Cucchi si rifiutava di prendere le impronte: siamo usciti dalla stanza e il battibecco con Alessio Di Bernardo (carabiniere imputato, ndr) è proseguito. A un certo punto Di Bernardo ha dato uno schiaffo violento a Stefano”... poi “Cucchi è caduto a terra, battendo la testa e Raffaele D'Alessandro (anche lui imputato, ndr) ha dato un calcio in faccia a Stefano. Chiedo scusa alla famiglia Cucchi e agli agenti della polizia penitenziaria, imputati al primo processo. Per me questi anni sono stati un muro insormontabile. Non era facile denunciare i miei colleghi. Il primo a cui ho raccontato quanto è successo è stato il mio avvocato. In dieci anni della mia vita non lo avevo ancora raccontato a nessuno”.

“A differenza di quello che qualcuno dei difensori ogni udienza dà ad intendere, chi rappresenta l'Arma non sono i difensori degli imputati, ma è il loro comandante generale, che ora si è schierato ufficialmente dalla parte della verità”, ha commentato la sorella della vittima: “Sentivo il carabiniere Tedesco descrivere come è stato ucciso mio fratello e il mio sguardo cercava quello dei miei genitori che ascoltavano raccontare come è stato ucciso il loro figlio. È stato devastante, ma a questo punto quanto accaduto a Stefano non si potrà mai più negare”.

In un post su Facebook pubblicato stamane Ilaria ha scritto: “L'abbraccio dell'Arma ci arriva oggi caldo e finalmente rassicurante. Il generale Nistri ci è vicino e non manca di farci sapere che il suo dolore è il nostro, che la nostra battaglia di verità è anche la sua. 'Destituire Tedesco sarebbe stato un errore'. L'Arma non rimarrà spettatrice nei confronti dei depistatori”. E poi aggiunge: “I giudici ora abbiano coraggio e responsabilità ed acquisiscano quei documenti di verità imbarazzanti che fanno ora paura solo agli imputati di oggi. Ci sarà anche mia madre, nonostante la sofferenza per la grave malattia, ad ascoltare Tedesco che le racconterà come è stato ucciso suo figlio”.

Arriva il commento della Funzione pubblica Cgil: “Il fatto che il comandante generale dell'Arma dei carabinieri, Giovanni Nistri, dichiari di voler chiedere alla presidenza del Consiglio l'autorizzazione a costituire l'Arma parte civile nel processo per depistaggio ai suoi militari sul caso Cucchi – si legge in una nota –, è una notizia importante per tutti quelli che credono nella giustizia. Finalmente la verità su quanto accaduto in questa triste vicenda sta venendo a galla e lo Stato dimostra di essere presente”.

Lungo questo percorso, prosegue il sindacato, “oggi anche la Polizia Penitenziaria vive una giornata importante, con le parole del carabiniere Tedesco, che ha chiesto scusa alla famiglia Cucchi e agli agenti della Polizia Penitenziaria imputati ingiustamente. In questi anni ci siamo battuti contro le ingiustizie e le calunnie che hanno colpito gli agenti della Polizia Penitenziaria. Un'ammissione, quella di Tedesco, tardiva ma che fa giustizia. La stessa che abbiamo ricercato nel corso di questi anni, al fianco di innocenti agenti della Polizia Penitenziaria”, conclude la Fp Cgil.