“Siamo finiti in recessione e le ultime previsioni sulla crescita dell’Italia al +0,2% da parte della Commissione europea, sono molto lontane dal +1% sostenuto dal governo, non fanno che confermare quanto noi ribadiamo da tempo. Ovvero che le misure adottate dall’esecutivo rischiano di peggiorare ulteriormente le cose, aumentando i licenziamenti anziché i posti di lavoro”. Così Vincenzo Colla, vicesegretario nazionale Cgil, ai microfoni di RadioArticolo1. “Anziché puntare su quota 100, che è un’operazione da campagna elettorale e non dà risposte ai bisogni delle persone sulle pensioni, e anziché parlare di reddito di cittadinanza, che creerà dei paradossi ingenerando dichiarazioni Isee fasulle, abbiamo bisogno di fare investimenti che creano immediatamente occupazione. Poi vanno aperti i cantieri per grandi e piccole opere, che non vuol dire solo la Tav, ma porti, interporti, logistica ed energia sostenibili, filiere innovative, infrastrutture sociali, materiali e immateriali. Così come occorre una politica industriale, assente da troppi anni, al Nord come al Sud”, ha proseguito il dirigente sindacale.

“Per fare tutto questo, abbiamo messo a punto una piattaforma unitaria, assieme a Cisl e Uil, con una serie di proposte per lo sviluppo, la crescita e l’occupazione: la prima di queste, è un piano per portare al 6% il Pil per investimenti. Ministri e sottosegretari del governo giallo-verde continuano a sostenere di aver stanziato 80 miliardi d’investimenti. In realtà, c’è stato un taglio di risorse rispetto al passato. La nostra manifestazione di sabato serve anche per affermare finalmente la verità rispetto a una legge di Stabilità completamente fuori traiettoria rispetto alla condizione del Paese, che non dà risposte ai bisogni delle persone, soprattutto di chi cerca un lavoro o l’ha perso e ha necessità di trovarne un altro”, ha continuato il sindacalista.

“Se vogliamo rimettere con forza l’Italia nella discussione europea – sempre a giudizio di Colla – il Mezzogiorno deve essere visto come una grande opportunità per un territorio che un potenziale enorme. Contro l’idea di secessione, quindi, abbiamo messo il tema del Sud al centro delle proposte che esporremo sabato in piazza. Penso al Meridione, alle sue capacità turistiche, alla filiera agroalimentare, ai servizi da creare per garantire acqua, gas, luce. Alla scuola, in grado di essere all’altezza di riprogettare per portare i ragazzi alla laurea e farli rimanere nella propria terra, anziché, come avviene oggi, farli scappare dal Paese. Perciò, lo scambio reddito di cittadinanza-posto di lavoro non può funzionare. Me lo dicono le persone che vivono al Sud e chiedono lavoro. Il reddito di cittadinanza rischia di essere la bolla dell’illusione, perché il nostro Paese non è in grado di reggere progettando l’assistenza. Abbiamo bisogno del lavoro per riscoprire il Sud quale condizione per tutta l’Italia”.

“Altro punto fondamentale del nostro programma, lo stop alla disintermediazione, che finora ha fatto solo pasticci: su decreto dignità, norme sugli appalti, leggi finanziarie, reddito di cittadinanza e quota 100. Dobbiamo metterci attorno a un tavolo tutti quanti e capire cosa è giusto fare con i soldi pubblici. Sapendo che il più grande investimento da mettere in piedi per creare lavoro è puntare sulla filiera del sapere, sull’economia della ricerca per ricostruire lo Stato, che non può essere quello leggero previsto dal neoliberismo. Abbiamo bisogno di riprogettare uno Stato che riconosca il privato, sia in grado di gestire gli appalti e di spendere le risorse che ha a disposizione. Tutte cose che oggi non avvengono, ma solo così si può creare lavoro e dare dignità al Paese. Non dimentichiamoci che c’è anche un problema di democrazia, perché l’ingiustizia sociale sta aumentando, si assiste a una polarizzazione della ricchezza senza precedenti, fra l’altro tutta di rendita, e di fronte la più grande evasione al mondo. Il debito pubblico finanzia la rendita e alla lunga accresce la rabbia nella gente. Non c’è più il riconoscimento istituzionale, le persone non hanno più un’idea di partecipazione perché non sanno dove farlo. Anche per questo è importante la manifestazione di sabato, per recuperare il tratto di democrazia e dare una nuova idea di partecipazione rispetto all’Europa, che tuttora rappresenta il più grande perimetro democratico che abbiamo al mondo”, ha concluso Colla.