Un milione in piazza al corteo nazionale di Roma, manifestazioni e proteste in tutta Italia. Lo sciopero generale contro la legge Gelmini sulla scuola, organizzato da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda, è andato oltre le più rosee previsioni. Secondo i sindacati, il 90 per cento delle scuole italiane è chiuso. Il mondo della scuola si è dato appuntamento a piazza del Popolo a Roma per il comizio finale, ma nella Capitale sono stati segnalati almeno quattro cortei. Trecento pullman, provenienti dalla Puglia, dal Molise, dall'Umbria e dalle Marche, sono stati bloccati alle porte di Roma. I passeggeri sono scesi alla fermata dell’Anagnina, dove si è svolto un comizio a parte.


IL VIDEO
Tutte le misure della legge Gelmini
Le foto del corteo
Il racconto del corteo: "Siamo un milione"

Tra gli slogan ascoltati e visti al corteo romano (li riporta la webcronaca della Flc Cgil), i più divertenti: “Meglio bionda che Brunetta”, oppure: "Si dice ÈGIDA. Attenta! Potresti finire nella classe con gli immigrati" (rivolto ovviamente al ministro Gelmini). E ancora: "Quando la Gelmini dice non capisco noi le crediamo", "Gelmini, non è una festa è una protesta", "Dopo le classi differenziali mancano solo le leggi razziali"

Il corteo è partito poco dopo le ore 9, aperto dai bambini delle elementari con mamme e maestre. I bambini indossavano magliette bianche con su scritto: 'Il paese reale e' qui'. E poi i leader sindacali come Guglielmo Epifani (Cgil) e Luigi Angeletti (Uil), e varie personalità del centrosinistra, tra i quali Walter Veltroni, Giuseppe Fioroni, Fabio Mussi, Rosy Bindi, Antonio Di Pietro, Paolo Ferrero. Tantissimi anche gli studenti, per loro si parla di oltre 100 mila presenze. E un corteo di ragazzi si è diretto sotto al ministero dell’Istruzione, che già in tarda mattinata era praticamente assediato.

"Roma in questo momento è attraversata da 4 cortei, piazza della Repubblica si svuota e si riempie in continuazione. In tutta Italia sono in corso manifestazioni: un intero Paese che insorge". E' quanto ha affermato il segretario della Cgil Guglielmo Epifani parlando dal palco allestito in piazza del Popolo. "Ai giovani dico non vi pentirete di stare qui oggi - ha aggiunto - il vostro impegno non sia messo in discussione da qualcuno che ha cattivi propositi: la nostra forza è la democrazia".

“Dobbiamo continuare a batterci – ha detto Epifani - “la sfida più difficile e necessaria: non dividiamoci, la forza di questa giornata è la nostra unità. Non scambiamo un piatto di lenticchie con la forza di questa unità”. E ha aggiunto: "Noi saremo ancora qui in piazza il 14 novembre perche' oltre ai problemi della scuola ci sono anche quelli dell'universita' e della ricerca". "Siamo pronti alla sfida riformatrice", aggiunge Epifani. "Qui non si proteggono i fannulloni noi non li proteggiamo anche perche' in questa piazza non ci sono, io nella nostra scuola non li ho mai visti", prosegue il leader della Cgil. Guglielmo Epifani va avanti: "Noi non vogliamo i figli assunti all'universita', questa e' una falsita' ma non e' con i soli tagli che si possono fare riforme della scuola e delle universita'".

"I tagli non sono una riforma, ma un modo per mascherare la contro-riforma in atto". Così il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, nel suo intervento in piazza del Popolo. "Le scelte per il futuro - ammonisce bonanni - si fanno con la gente, si discute della scuola con il popolo della scuola, con i lavoratori non come se fossimo in un cda: vergogna!".

Il segretario Generale della FLC Cgil, Domenico Pantaleo, ha detto che “questo è solo l'inizio, continueremo a protestare fin quando il ministro e il governo non rivedranno le loro politiche sull'istruzione. Il nostro è un paese che non vuole essere ignorante. Ci vuole rispetto per chi manifesta, per chi scende in piazza. Questo è il paese vero, non è il paese delle veline”.

Proteste in tutta Italia
Ma la protesta non si è limitata alla sola Capitale: cortei e presidi, per chi non ha potuto raggiungere Roma, si sono svolti lungo tutta la penisola. Da Nord a Sud. Dalla Val d’Aosta, dove circa settecento persone, di cui cinquecento studenti, accompagnati da genitori, insegnanti, sindacalisti e politici, hanno manifestato contro la riforma scolastica. Alla Sicilia, dove, oltre le 100mila persone in piazza a Palermo, contando le decine di manifestazioni che si sono svolte in città grandi e piccole, il numero totale dei manifestanti è stato di 100mila persone.

A Torino, accompagnate dalle note di Verdi e Rossini suonate dall'Orchestra del Teatro Regio, hanno sfilato in 100mila persone. Mentre a Cagliari, nel corteo aperto dai genitori e dai bambini della scuola elementare ‘Corte Piscedda’ di Capoterra colpita dalla tremenda alluvione del 22 ottobre scorso, erano in 20mila arrivati da tutta l’Isola. Nei diversi cortei di Genova si sono contate oltre 10mila persone. E proteste e cortei contro la ‘riforma’ del ministro Gelmini si sono svolte in tutta la Calabria: a Catanzaro, a Cosenza, a Reggio Calabria, a Vibo Valentia, e in altre città ancora. In Piazza Duomo a Milano e, per mancanza di spazio vitale, nelle strade laterali, i manifestanti erano in più di 200mila. Ma manifestazioni si sono registrate in tutti i capoluoghi lombardi. Come a Padova dove tra le via della città si sono contati 7mila manifestanti.

In Basilicata si sono svolti presidi un po’ ovunque e una manifestazione con oltre 5mila partecipanti a Potenza. Presidi e cortei si sono registrati anche a Trento con migliaia di persone. Mentre in Puglia, a Baria, erano in più di 5mila i manifestanti che hanno sfilato per le strade del centro e oltre 7mila a Lecce. La protesta contro la legge Gelmini ha investito anche Venezia. Qui in circa 10mila tra studenti e insegnanti hanno raggiunto la terraferma attraversando il Ponte della Libertà da Piazzale Roma. Ma anche a Belluno è arrivata la protesta. Qui si sono contati oltre 4mila manifestanti preoccupati per la scomparsa delle scuole elementari nei piccoli paesi: 17 di queste – calcolano le istituzioni locali - sono a rischio.

A Napoli diversi e partecipati i cortei tra le strade del centro storico mentre sono previste proteste anche nel pomeriggio. Lezioni in stazione ferroviaria, per tutta la mattinata, a Trieste con studenti e professori. Mentre erano in 5mila a l’Aquila, sotto la pioggia battente, gli studenti delle scuole superiori e delle università.

In 30mila hanno sfilato, invece, sotto le Due Torri dove si sono registrati momenti di tensione tra la polizia e la testa del corteo anti-riforma Gelmini. A Jesi, nelle Marche, erano circa in mille tra studenti medi, insegnanti, personale della scuola e genitori. Migliaia di persone in piazza a Firenze, anche qui sotto la pioggia, per una protesta pacifica. E, infine, corteo spontaneo di studenti universitari e medi anche a Perugia, radunatisi poi sulle scalette del duomo della città per continuare l’assemblea permanente.

Aggiornato alle 18:06
(con la collaborazione dell'U.S. Cgil)