Siamo ormai di fronte a una spirale pericolosa, le émeutes (le rivolte) stanno preoccupando notevolmente il governo francese. La causa scatenante è stata l'uccisione di Nahel, un diciassettenne algerino, a Nanterre, da parte di un poliziotto francese dopo un controllo di routine nel quale il minorenne era stato trovato senza la patente di guida. Secondo le ricostruzioni, Nahel non si sarebbe fermato al posto di blocco, ma al momento attuale dell'inchiesta la procura di Nanterre ritiene che non fossero presenti le condizioni legali per l'uso dell'arma. Il poliziotto che ha sparato il colpo mortale è stato sospeso e si trova ora in custodia cautelare.

Una escalation di violenze

L'iter giudiziario non ha certo smorzato le tensioni. Le autorità hanno mobilitato oltre 40 mila agenti per contenere il diffondersi di vandalismi, sassaiole, incendi ed esplosioni. Gli edifici pubblici sono stati uno dei principali obiettivi della rabbia dei manifestanti, con autobus incendiati, tram colpiti con sassate, automobili date alle fiamme, municipi e scuole prese di mira. Episodi di violenza urbana si sono verificati non solo a Parigi, ma anche a Lione, Grenoble, Saint-Étienne, Marsiglia, Annecy e altre città più piccole.

Altre cause dietro la rivolta

La morte di Nahel ha suscitato forti reazioni da parte di tutte le autorità, tra cui il presidente della repubblica Macron, il primo ministro Borne e il ministro degli interni Darmanin. Tuttavia, c'è un passaparola che sta circolando tra i giovani francesi figli di immigrati secondo il quale questa situazione è anche il risultato dell'indifferenza, del razzismo istituzionale e culturale che purtroppo stanno tornando in voga Francia e in Europa. In aggiunta a questi fatti bisogna considerare anche alcuni eventi recenti. Due giorni fa è stato il giorno più importante per i musulmani, l'Eid al-Adha, la cosiddetta festa del montone e lo Stato francese (tramite la polizia) ha vietato ai musulmani di festeggiare come di consueto ogni anno. Inoltre, pochi giorni fa in Svezia la polizia non ha fermato un fanatico che stava bruciando il Corano in piazza, scatenando così una crisi diplomatica tra la Svezia e molti paesi arabi musulmani. Da aggiungere a tutto ciò c'è l'ostilità del governo sul caso delle pensioni, con l'aumento dell'età da 62 a 64 anni che i francesi non hanno digerito.

Manca solo l'esercito

Insomma, il Paese si trova attualmente in una situazione di rivolta. Il ministro degli interni ha ordinato ai prefetti di bloccare i mezzi di trasporto pubblico e di schierare tutte le forze dell'ordine per le strade. Una situazione estremamente preoccupante: manca solo l'intervento dell'esercito.

Moulay El Akkioui, coordinatore dell'Inca Cgil Francia