"Siamo molto contenti, innanzitutto per le famiglie delle vittime, perché finalmente hanno trovato giustizia, perché ciò è accaduto nel nostro Paese, in Italia, e anche perché speriamo che questa sentenza possa trovare seguito in Cile, come negli altri Paesi del Sud America, per fare i conti con quel drammatico passato, restituendo verità e giustizia a quelle società, senza dimenticare e senza impunità, ma libere dal peso insopportabile dell'ingiustizia". È il commento di Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, alla condanna diventata definitiva per tre degli ex militari golpisti cileni imputati nel processo Condor, tra i protagonisti del colpo di Stato che l'11 settembre 1973 mise tragicamente fine all'esperienza dell'Unidad Popular di Salvador Allende.

Spiccati i mandati di arresto per il colonnello Rafael Francisco Ahumada Valderrama, il sottoufficiale Orlando Vasquez Moreno e il brigadiere Manuel Vasquez Chahuan, condannati a vita per l’omicidio e la sparizione di due cittadini italiani. L’8 luglio la Cassazione si pronuncerà su altri 21 ergastoli.

"Il processo - ricorda il sindacato - si è potuto realizzare in Italia, presso il Tribunale di Roma, a seguito delle denunce dei familiari delle vittime di origine italiana, desaparecidos dopo essere stati sequestrati e torturati dagli squadroni della morte, dai servizi militari e di polizia deviati di Uruguay, Argentina, Cile, Brasile, Paraguay, Bolivia, Perù, in quello che è stato il Plan Condor, piano eversivo sostenuto dal Dipartimento di Stato Usa, che ha promosso e sostenuto le dittature militari e la feroce repressione politica e sociale, tra gli anni '70 ed '80 del secolo scorso. La Cgil, insieme a Cisl e Uil, ha accompagnato e sostenuto i familiari delle vittime e collaborato con avvocati e associazioni per i diritti umani per restituire verità e giustizia a chi ha pagato con la vita per le proprie idee e per la propria attività sindacale".