Sono scesi a migliaia in piazza, questa mattina, 26 aprile, a Bruxelles, per rivendicare “un'Europa più equa per i lavoratori”, in occasione della manifestazione organizzata dalla Confederazione europea dei sindacati (Ces). Il corteo è partito dal Parlamento europeo ed è terminato presso le sedi del Consiglio europeo e della Commissione, dove sono intervenuti i rappresentanti dei sindacati europei. 

Quasi 8 mila persone secondo gli organizzatori, provenienti da tutta Europa per rivendicare il diritto al lavoro e un'Unione Europea sociale. Folta la rappresentanza italiana, con le tre organizzazioni - Cgil, Cisl e Uil - che hanno portato nella capitale belga delegazioni da varie parti d'Italia, tra le quali Milano, Torino, Perugia, la Toscana, l'Emilia e molte altre regioni. Presente Susanna Camusso - responsabile delle politiche internazionali della Cgil - e diversi dirigenti delle confederazioni.

“Le elezioni europee sono le più importanti degli ultimi decenni - ha detto il segretario della Ces, Luca Visentini -. Invitiamo tutti i cittadini a votare per candidati e partiti che combatteranno per un’Europa più equa per i lavoratori. Non lasciamoci ingannare da partiti di estrema destra, antieuropei e sovranisti, che non offrono alcuna soluzione ai problemi che i lavoratori devono affrontare oggi”. “Chiediamo a tutti i partiti democratici di impegnarsi a creare un'Europa più equa, più sociale e più sostenibile nei prossimi cinque anni”, ha aggiunto Visentini. 

Molti manifestanti sono arrivati dal Belgio e dalla Francia e sono stati raggiunti da delegazioni provenienti da Germania, Italia, Spagna, Ungheria, Slovenia, Austria, Estonia e Svizzera. Al corteo ha partecipato anche il leader del gruppo S&D del Parlamento europeo, Udo Bullman. 

“L'Europa politica, sociale e contrattuale è oggi l'unico sbocco per orientare in senso progressivo le grandi transizioni in atto, per stabilizzare e pacificare il contesto internazionale e garantire alle persone che lavorano dignità, tutele e diritti. C'è un cammino da far ripartire, un percorso verso l'integrazione da rinvigorire, a cominciare dalle elezioni di maggio”. Lo ha detto Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto Cisl, intervenendo a Bruxelles in rappresentanza di Cgil, Cisl e Uil. “Le grandi dinamiche mondiali in atto - ha proseguito il sindacalista -, l'incalzante globalizzazione, le crescenti spinte centrifughe sulla società, ci chiamano alla costruzione di un'Unione forte, rappresentativa, integrata, pienamente e compiutamente democratica. Una comunità dei popoli, solidale, coesa nel lavoro, negli investimenti, nella contrattazione, nel welfare. È solo dentro questo progetto che possiamo generare uno sviluppo equo, arginando nazionalismi e sovranismi che conducono solo all'isolamento e alla marginalità dei singoli Stati”.

Camusso: la voce del lavoro 
Le foto del corteoS.Caleo Il programma della CesD.Orecchio
Le parti sociali lanciano un "Appello per l’Europa"

Per Sbarra, “solo in una dimensione realmente comunitaria possiamo fronteggiare il dumping salariale che si affaccia nel villaggio globale, pesare sulla bilancia dei rapporti industriali e commerciali, innalzare politiche sociali, innovazione e produttività, incrementando tutele dei lavoratori, opportunità delle nuove generazioni e qualità della vita di chi è in pensione. Ma tutto questo richiede la ripartenza di un progetto che negli anni si è andato indebolendo, stretto da una crescente finanziarizzazione dei mercati e dall'ottusa miopia di istituzioni tecnocratiche e sorde alle esigenze delle persone, dell'economia reale e del lavoro, di milioni di giovani e pensionati”. 

“Ecco perché - ha concluso il dirigente sindacale italiano - come Ces siamo qui ad unire le nostre bandiere, consapevoli delle responsabilità che ci derivano dal rappresentare milioni di lavoratori europei, donne e uomini del lavoro, giovani e anziani che vogliono partecipare alla costruzione di una comunità unita, orizzonte di pace e di sviluppo nel nostro continente e faro di democrazia in tutto il mondo”.