Nuovo terremoto nella criptofinanza. Il mercato sembrava essere sulla via della ripresa dopo i fallimenti di Terra e di Celsius prima dell’estate, quando il 7 novembre, a seguito di un articolo sulla rivista Coindesk, Sam Bankman-Fried, fondatore di FTX, il secondo exchange al mondo dopo Binance, ha twittato assicurando che Alameda, fondo della piattaforma di exchange, non era a rischio insolvenza.

L’effetto del tweet è stato l’opposto di quanto auspicato, e si è invece verificata una corsa allo sportello, con iniziali rallentamenti dei prelievi e infine il blocco. La piattaforma sosteneva di avere il 100% della riserva, e di essere attrezzata a questa eventualità, mentre alla prova dei fatti è emerso che il suo fondatore aveva optato per una riserva inferiore, probabilmente per operazioni con la cripto Solana. A seguito della manifesta insolvibilità, CZ, proprietaria di Binance, ha ritirato l’interesse all’acquisizione della società (comunque assai complessa poiché i due exchange, assieme, avrebbero inerito l’80% del mercato e sarebbero intercorsi nella lente dell’antitrust) manifestato alcune settimane fa. L’abbandono dell’interesse di Binance ha sancito la quasi definitiva perdita di speranza dei correntisti FTX, che molto probabilmente perderanno tutti i loro asset a esso affidati.

La caduta del gigante FTX ha causato un trascinamento in territorio negativo di gran parte delle cripto, specie Solana, crollata in tre giorni da 32 a 13 euro, ma cali vistosi sono stati registrati su buona parte dei coin, compresi i più “sicuri” come Bitcoin e Ethereum che ha azzerato tutti i guadagni maturati dopo il lancio di Merge.

Su FTX erano depositati non solo criptovalute, ma anche monete di corso legale. L’exchange, o meglio la sua filiale europea, aveva la certificazione Mifid ed era probabilmente il più regolato al mondo. Fino a due settimane fa appariva solido, con buone performance e costi bassi. Gli effetti di questo crollo e la possibilità di una sua trasmissione ancora non sono chiari - a parte la quasi certa perdita degli asset depositati - visto che tra gli investitori di FTX troviamo grandi fondi “tradizionali” come Blackrock o il fondo pensione dello stato dell’Ontario, in Canada. La frammistione tra finanza tradizionale e finanza decentralizzata è ormai talmente elevata che non ha probabilmente più molto senso pensare che le crisi di una non abbiano conseguenze sull’altra.

Voci riportano addirittura che lo stato di El Salvador, che nel 2021 ha deciso il corso legale del Bitcoin nel paese e che ne possiede anche direttamente, come moneta per l’azione pubblica, detenesse gran parte delle sue riserve proprio su FTX.

Il tema è probabilmente la grande arbitrarietà d’azione dei dirigenti di queste società, la scarsa regolamentazione rispetto alla finanza tradizionale e la mancanza di corpi intermedi nel controllo e nella gestione ma anche e forse soprattutto la scarsa consapevolezza degli utenti che non sempre sono edotti della natura dei loro investimenti e degli intermediari a cui li affidano.

I due estremi nell’investimento in cripto sono l’acquisto di asset più affidabili e il loro mantenimento in cold wallet scommettendo esclusivamente sulla crescita del loro valore e il trading attraverso exchange. Pur essendo entrambi investimenti in criptovalute, sono due modalità diametralmente opposte, la prima con rischio basso, la seconda più simile alla speculazione e a volte quasi al gioco d’azzardo: è importante, per un potenziale investitore conoscere bene le regole, i rischi e le opportunità dell’universo in cui si va a investire.

Cristian Perniciano è responsabile delle Politiche fiscali, economia e finanze della Cgil