"Tutti gli anni si sente ripetere la domanda: ha ancora senso il Pride?". Inizia così un comunicato della Cgil Lombardia che spiega perché è importante, anche quest'anno, che ci sia il Pride. "Stiamo ai fatti - si legge nella nota sindacale - e riportiamo qualche cifra: a giugno, in Italia, in meno di un mese, sono stati denunciati 17 episodi di omotransfobia.  Secondo una ricerca di Dentsu Italia, l’omofobia cresce del 25%. Se si prendono le 20 parole d’odio più frequenti rivolte alla comunità LGBTQ+ e si analizza quante volte vengono pubblicate online, si scopre che ogni mese, in Italia, vengono pubblicati online 5.300 contenuti con insulti omofobi. Che diventano 6.600, il 25% in più, durante il mese del Pride.

Secondo la ricerca, la conseguenza di questo clima e dei discorsi d’odio e omofobi, come, da anni, evidenzia la letteratura, contribuisce a creare un ambiente sistematicamente ostile all’inclusione sociale e può sfociare in atti di aggressione e violenza fisica.

Questo genere di scenario finisce con il fagocitare qualunque tipo di contro-narrazione, specialmente laddove venga confinata ai soli mesi del Pride. E proprio per questo, la soluzione non può che essere socialmente diffusa: tuttǝ devono, pertanto, promuovere iniziative in modo continuativo, rivolgendosi a target diversi con obiettivi diversi.

Le istituzioni dove stanno in questo necessario percorso? Quando si affronterà la discussione sul Ddl Zan? In attesa di risposte che non arrivano, Regione Lombardia nega il patrocinio al Pride milanese del 2 luglio, a conferma della linea politica scelta dalla Regione, insensibile nei confronti di manifestazioni di libertà e della necessità di garanzia ed estensione dei diritti.

Il Pride è dunque una giornata necessaria. Cgil Lombardia sarà presente al corteo del 2 luglio, sapendo che la battaglia per l’inclusione continua tutti i giorni".