Storie, parole, volti. Sono quelli delle vittime e dell’assassino di Uvalde che in queste ore rimpallano sulla stampa, nei discorsi tra colleghi e amici. Storie, parole, volti che poco aggiungono alla comprensione di una tragedia che ha nella legge sulla pressoché totale liberalizzazione nel possesso delle armi fortemente voluta dal governatore repubblicano e trumpiano del Texas la sua vera causa. 

“Forse direte che ho appena firmato una legge per la protezione dei diritti dei possessori di armi - dichiarò Abbott dopo la sua approvazione -. Ma in realtà oggi ho firmato una legge che rafforza le libertà in Texas”.

Merita una riflessione l’uso spregiudicato della parola “libertà” nella retorica politica delle destre. Perché se da un lato Abbott, pedigree da ultraconservatore convinto, agita la “libertà” di difendersi possedendo un’arma senza alcun vincolo, ragione o controllo, dall’altro è uno dei governatori Usa che hanno dichiarato guerra all’aborto libero approvando una legge che non solo ne vieta l’accesso dopo le prime sei settimane di gravidanza – quando spesso una donna ancora non sa o ha appena scoperto di essere incinta -, anche in caso di stupro o incesto (!), ma che addirittura invita alla delazione i cittadini premiandoli con 10 mila dollari. 

Da un lato la più ampia tutela della libertà nel possesso delle armi fino alle sue estreme conseguenze, dall’altro la compressione della libertà delle donne di decidere del proprio corpo secondo un modello di società che tutela la vita quando ancora vita non è o quando non lo è più, come nel caso dell’interruzione delle cure forzate o dell’eutanasia. È il modello sociale delle destre conservatrici statunitensi e non, delle destre liberiste fondato sull’idea di libertà di accumulare denaro sfruttando il lavoro, libertà di non pagare le tasse e di non contribuire al benessere del Paese in cui si vive e produce, libertà di imporre il proprio modello di società basata sulla superiorità dei maschi bianchi, cis, etero che non prevede diritti per i diversi siano donne, omosessuali, o poveri. 

In Italia si discute ancora poco di liberalizzazione delle armi, anche se in qualche caso di cronaca alcuni politici sono scesi in campo difendendone l’uso e la diffusione. Politici dei partiti che nelle regioni dove sono al governo lavorano per limitare l’accesso all’aborto e che a livello nazionale si oppongono sistematicamente al riconoscimento dei diritti civili per gli omosessuali, a norme di civiltà sul fine vita ma anche a norme di maggiore tutela per i lavoratori. Quei partiti sono Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. Quando tra qualche giorno andremo a votare, sarebbe bene non dimenticarlo.