Caro maestro Salvatore Accardo, la ringrazio per aver voluto rivolgersi alla Cgil attraverso il suo messaggio video - pubblicato nei giorni scorsi su Collettiva.it – in cui vengono sottolineati i gravi problemi che con l’emergenza Covid hanno colpito i lavoratori del settore musicale - dalle orchestre ai conservatori - chiedendoci d’impegnarci per trovare una soluzione. In questo modo Lei si fa portavoce di una situazione drammatica di tanti suoi colleghi – soprattutto quelli più giovani - che spesso non hanno visibilità e voce.

In questo momento centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici della cultura si trovano in condizione di grave disagio. Un milione e mezzo di persone lavorano nel settore culturale in Italia con forme contrattuali assai diversificate, in cui proliferano contratti atipici, partite Iva, free lance, prestatori di opera occasionali o a giornata. Almeno 250.000 di queste persone sono letteralmente invisibili.

La pandemia ha fatto emergere la situazione drammatica in cui versa il settore, lasciando letteralmente senza reddito decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori. Ma mi preme sottolineare che la crisi contingente innescata dal contagio non fa altro che amplificare una crisi storica e strutturale. Sono anni, infatti, che si rivendicano più chiari riconoscimenti delle diverse figure professionali, tutele adeguate sul piano dei diritti.

Nei giorni scorsi, in un’audizione che la Commissione cultura del Senato ci ha concesso, ho cercato di esporre questi problemi sottolineando l’urgenza di dare risposte a queste persone per garantire loro reddito, dignità, futuro. E aggiungendo che secondo noi le misure messe in atto finora dal governo sono insufficienti, sottovalutano il problema dei tanti precari che operano nel settore.

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In linea generale – e non solo per la cultura - bisogna definire i livelli essenziali delle prestazioni che siano validi in ogni angolo del nostro Paese e costruire un'idea nuova e coraggiosa d’intervento dello Stato: perché se l’attività culturale è così cruciale come tutti affermano - e indubbiamente lo è - servono misure straordinarie, investimenti dello Stato a sostegno della cultura.

Le protezioni sociali, di cui dobbiamo urgentemente ricostruire un impianto alla luce di ciò che ci sta accadendo, devono avere i tratti dell' universalità. Tutti i lavoratori devono poter contare sulle garanzie degli ammortizzatori sociali a prescindere dalla tipologia del loro lavoro e dei loro contratti, allargando le protezioni anche al lavoro parasubordinato e autonomo professionale.

Caro maestro, il nostro impegno sarà in questo senso. I musicisti, gli orchestrali, i lavoratori e gli studenti dei conservatori, tutti coloro che contribuiscono a un’attività che ha anche un'importante rilevanza economica e che, in linea più generale, possono accompagnare la nostra vita e renderla più bella grazie alla loro musica, possono contare sull’impegno mio personale e di tutta la Cgil in questo senso.

Un cordiale saluto e grazie ancora per il suo messaggio.