La Cgil ha deciso di porre un’attenzione straordinaria al sistema degli appalti, che rappresenta da una parte il cuore dell’organizzazione produttiva moderna, con la relativa frammentazione del ciclo produttivo, e dall’altra troppo spesso lo strumento di sfruttamento del lavoro, in assenza di diritti. Un settore strategico sotto il profilo economico: il volume degli investimenti che riguarda gli appalti pubblici, compresi quelli delle cosiddette partecipate, si aggira intorno ai 300 miliardi l’anno, con un’incidenza sul Pil superiore al 15%.
 
Il sistema degli appalti, però, rappresenta però anche uno snodo fondamentale sul terreno della legalità e della trasparenza, come emerge dai lavori per l’Expo 2015. In Italia, i ribassi nelle gare d’appalto raggiungono anche il 40-50%, le varianti in corso d’opera sono un elemento patologico, esiste un numero esorbitante di stazioni appaltanti, e si deroga continuamente alle leggi. Si ricorre in modo massiccio alle aggiudicazioni senza bando di gara, e si stima che la corruzione, nel solo caso delle grandi opere pubbliche, supera il 40% del valore complessivo di un appalto.
 
La Cgil ha messo al centro di una proposta di legge di iniziativa popolare la tutela dei lavoratori. La proposta di legge si articola in tre punti: “garantire i trattamenti dei lavoratori impiegati negli appalti privati e pubblici, contrastare le pratiche di concorrenza sleale tra le imprese, tutelare l'occupazione nei cambi di appalto”.
 
Per la Cgil, "occorre contrastare l’illegalità e l’evasione, le infiltrazioni malavitose e la corruzione con il rafforzamento dei controlli e la reintroduzione degli indici di congruità a garanzia dei livelli occupazionali. Il massimo ribasso si può contrastare attraverso la certificazione e la qualificazione degli operatori coinvolti, introducendo norme che impongano il rispetto dei contratti di settore e dei diritti dei lavoratori. Infine è necessario che le imprese che abbiano gravemente violato gli obblighi nei confronti dei loro dipendenti, siano escluse dalle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici e vengano iscritte in un apposito registro presso l’Autorità anticorruzione".
 
Per lanciare anche in Lombardia la raccolta di firme sulla proposta di legge, e per aprire un confronto con gli attori istituzionali e sociali sull’importanza di un profondo cambiamento nella politica degli appalti, la Cgil regionale ha organizzato il convegno dal titolo: “Appalti, diritti, legalità, sviluppo: una proposta di legge d'iniziativa popolare", che si terrà a Milano il 22 gennaio, presso l'hotel Michelangelo, dalle 9.30 alle 13.
la relazione d'apertura sarà di Graziella Carneri, della segreteria della Cgil Lombardia, mentre la proposta di legge sarà illustrata da Franco Scarpelli, professore di Diritto del lavoro all'università Bicocca di Milano. Sono previsti gli interventi di Marco Di Girolamo, segretario generale della Fillea lombarda; Mario Santini, segretario generale della Filcams lombarda; Piermattia Menin, direttore delle risorse umane di Dhl express Italy; Mirco Rota, segretario generale della Fiom lombarda; Rocco Ungaro, segretario generale della Filt lombarda; Claudio De Albertis, presidente di Assimpredil Ance; Florindo Oliverio, segretario generale della Funzione Pubblica lombarda; Roberto Scanagatti, presidente dell'Anci Lombardia. Presiede Vincenzo Moriello, della Cgil Lombardia mentre le conclusioni saranno di Franco Martini, segretario confederale Cgil.