Le organizzazioni sindacali avevano proclamato per oggi, 3 giugno, lo sciopero del settore della ristorazione collettiva per i dipendenti delle imprese associate ad Angem (associazione datoriale che rappresenta le maggiori aziende del settore, tra cui Elior Ristorazione, Copra Elior, Gemeaz Elior, Compass, Dussmann Service, Sodexo Italia, Pedevilla ed altre) che nel novembre 2012 aveva dato formale disdetta dell’applicazione del contratto nazionale del turismo, per effetto dell’uscita da Fipe Confcommercio.

Nonostante la disponibilità dei sindacati, poi, alla definizione di un nuovo contratto più rispondente alle mutate esigenze del settore, nell’ultimo incontro, Angem aveva comunicato l’avvenuta sottoscrizione con altra organizzazione sindacale che non stipula il ccnl di settore, di un protocollo peggiorativo che troverà immediata applicazione, nonostante l’assenza della sigla di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. Alta l’adesione allo sciopero odierno su tutto il territorio nazionale: tra l’80 e il 90% in tutte le province della Lombardia, così come nel Lazio, Toscana, Liguria, Veneto, Piemonte (negli ospedali garantiti i servizi per i degenti, ma chiusi bar e mense per i dipendenti) e in Emilia Romagna, dove a Bologna nella sede territoriale di Elior si è raggiunto l’adesione del 100%.

In Puglia, in tutte le province sono stati organizzati dei presidi unitari davanti le prefetture, mentre in Campania l’adesione allo sciopero è stata tra il 65 ed il 70%, con punte del 100% e in Sardegna a Cagliari, nella società Gemeaz Elio adesione totale, e al 50% negli appalti scuole della Sodexo.

L’alta adesione”, affermano i sindacati, “conferma l’insofferenza dei dipendenti delle mense Angem, stanchi di subire scelte aziendali drastiche e unilaterali. Mense scolastiche, ospedaliere o centri di assistenza, mense private, aziendali, i servizi svolti sono davvero strategici e di fondamentale importanza per il buon funzionamento di strutture sociali; non si può continuare a far ricadere sulle spalle dei lavoratori le difficoltà legate alla crisi economica del settore.

Angem non può ora continuare ad evitare un costruttivo confronto con Filcams, Fisascat e Uiltucs, riconoscendo il ruolo delle organizzazioni sindacali più rappresentative: “Confermiamo la nostra disponibilità ad individuare un impianto contrattuale che risponda alle attuali esigenze del settore, ma vogliamo che la controparte ascolti anche le necessità dei dipendenti, riconoscendo loro diritti e la giusta dignità lavorativa".