La riforma dell’Agenzia della Forestazione è un'operazione verticistica, finalizzata a costruire l'ennesimo carrozzone teso a rafforzare la filiera del consenso e a generare nuove poltrone destinate alla collocazione di dirigenti  "vicini"  che già hanno  dato giusta prova di sé nella compagine regionale. Dietro il dichiarato obiettivo di riordinare e rilanciare il settore forestale si persegue, in realtà, una sorta di esproprio politico del territorio delineando una pericolosa governance  verticistica ed accentratrice.

Si cancella ogni spazio di mediazione politica e sociale nella  gestione di una attività così importante e delicata qual è quella della tutela e prevenzione del territorio da realizzarsi attraverso  la  cura di un bene comune, il patrimonio boschivo appunto. Credo che le semplificazioni  e i reiterati e malcelati tentativi  di creare suggestioni e false aspettative, siano frutto  di una superficiale e pressapochista conoscenza istituzionale e di uno sguardo poco attento all'interesse generale. Non è un caso che questa giunta abbia incasellato il più alto numero di leggi impugnate dalla corte costituzionale.

E il disegno di legge che prevede  l'istituzione di un'agenzia agro forestale è solo l'ultimo esempio di questa pericolosa  superfetazione  legislativa. Un disegno che mette a rischio il lavoro di 5 mila forestali per i quali si prospetta un futuro incerto, di privatizzazione e insicurezza lavorativa. Le funzioni comunali in materia vengono affievolite e i sindaci perdono ogni autonomia decisionale nell'esercizio di una funzione strategica nel loro ambito territoriale. Il rischio è quello di dar vita a un circolo vizioso in cui ogni azione, ogni scelta, è subordinata al nulla osta dei "grand commis" regionali con  i sindaci  intrappolati nel ruolo di "paggi  di corte"

Questo il nuovo  teatrino che si profila all'orizzonte, peraltro con un notevole aggravio sulla spesa pubblica dovuto alla "moltiplicazione" di ruoli dirigenziali, tra direttore scientifico, amministrativo , direttore generale e le connesse spese di rappresentanza e gestionali. Auspico che il senso di responsabilità politica prevalga ed eviti questo scempio: uno dei peggiori disastri a danno dei lavoratori e più complessivamente della prevenzione ambientale.

Si smetta di promuovere questa Agenzia con slogan vuoti, privi di dati certi e che non tengono  nel dovuto conto il fatto che in nessuna regione  di Italia ci sono risorse provenienti dal privato che generano un flusso di entrare idoneo a finanziare la forestazione o parte di essa.

(Angelo Summa è segretario generale della Cgil Basilicata)