Questa mattina si sono ritrovati in presidio dinanzi al palazzo della Presidenza della Giunta regionale pugliese. Sono gli operatori socio sanitari protesteranno gli operatori del Sistema regionale che non hanno visto prorogati i propri contratti di lavoro. Sono 305, in maggioranza donne, e sono arrivati in pullman dalle province di Brindisi e Bat. Mandati a casa alla scadenza dei loro contratti, a differenza di tutti gli altri colleghi delle altre città pugliesi che, in virtù di una indicazione chiara del Dipartimento alla Salute della Regione, invece hanno avuto una proroga di 2 mesi per permettere la ricognizione complessiva del precariato "stabilizzabile" con questo profilo.

La protesta si è svolta durante un incontro monotematico della task force regionale per l'occupazione con i sindacati che chiedono di risolvere questa situazione di precariato.
"Purtroppo - ci ha detto Domenico Ficco, segretario generale della Fp Cgil regionale - la riunione non ha prodotto grandi risultati. Il problema principale è stato di forma. La task force regionale ha deciso di chiamare al tavolo tutte le sigle sindacali, anche quelle che non hanno firmato il contratto della sanità pubblica. Alcune di queste in realtà portavano istanze diverse dalle nostre e da quello che era l’ordine del giorno. C’è stato un avvio in confusione. In quella bagarre non c'erano le condizioni per trovare una soluzione. Il presidente della task force ha tratto la stessa conclusione e ha indetto due nuove riunioni, una con i firmatari del contratto, tra cui Cgil Cisl e Uil e una con le altre".
 
"Noi - aveva detto ieri il segretario - confidiamo fino all'ultimo in un cambio di rotta del governo regionale sull'argomento anche al fine di evitare sperequazioni tra lavoratori operanti per il medesimo sistema sanitario. Purtroppo i segnali che arrivano non sono affatto positivi a partire dalla nomina a commissario straordinario di chi ha deciso di disattendere linee strategiche ed operative emanate in tal senso dal dipartimento. La riunione (quella di questa mattina ndr) è l'ultimo miglio di una battaglia giocata sul campo politico-sindacale. Se quel campo non darà risposta, sarà chiara finalmente la volontà politica del nostro governatore ed il benservito che sarà riservato a tutti questi lavoratori in prima linea durante l'emergenza sanitaria. Noi non ci fermiamo. Senza risultati la nostra lotta continuerà in tribunale".