Cgil, Cisl e Uil dell'Umbria, stamattina (6 febbraio), in conferenza stampa, hanno riunito le categorie di sanità, scuola e trasporti, per offrire un quadro complessivo della situazione, definita “assolutamente preoccupate” e frutto, secondo le confederazioni, di una “grave carenza di programmazione da parte della giunta regionale”.
Per le organizzazioni, le priorità per tentare di uscire dalla situazione di “totale emergenza” nella quale la regione è piombata all'inizio del 2021, sono da ricercarsi nell’assunzione immediata e a tempo indeterminato di personale sanitario per fronteggiare una situazione pandemica “fuori controllo” e fermare la “fuga di professionalità” verso altre regioni; negli investimenti e nella pianificazione per il sistema del trasporto pubblico locale, che necessita di "risposte concrete da parte della Regione"; nella riapertura, il prima possibile, delle scuole di ogni ordine e grado, con la creazioni di “presidi sanitari interni e l'avvio di un vero tracciamento per personale e studenti”. Solo così, secondo Cgil, Cisl e Uil, si può rispondere con efficacia al momento drammatico.
“Ci troviamo costantemente a rincorrere dalla scorsa estate l'emergenza – hanno sottolineato i tre sindacati – che è sanitaria prima di tutto, ma anche economica e sociale. E deve essere chiaro che se l'Umbria è oggi la regione con i dati peggiori d'Italia non è per colpa del destino cinico e baro, ma della mancanza di quelle risposte che i lavoratori e i sindacati chiedevano da mesi, in termini di investimenti e organizzazione”. I sindacati hanno definito “gravissime” le carenze palesate in particolare dall'assessorato alla Sanità e la mancanza di un reale coinvolgimento del personale nella programmazione della prevedibile seconda ondata. La carenza di ascolto e confronto è stata evidente anche sul fronte dei trasporti e della scuola.
Nei prossimi giorni sono fissati due tavoli regionali con Cgil, Cisl e Uil: il primo l'11 febbraio sul Recovery fund e il secondo, il 17, sulla task force contro i licenziamenti. “È chiaro che questi appuntamenti possono essere utili solo se la Regione assume la consapevolezza della necessità di un piano straordinario complessivo, che parta dall'emergenza sanitaria, perché se non si supera quest'ultima, non può esserci alcuna ripresa economica. Per noi – hanno concluso Cgil, Cisl e Uil - il confronto non è un fatto formale o rituale, di mero riconoscimento, ma l'occasione per dare voce a chi quotidianamente vive nei posti di lavoro l'emergenza e può offrire consigli e soluzioni utili. Non possiamo permetterci di sprecare anche questa occasione”.