"C'è ancora tempo e spazio perché il bilancio della Capitale d'Italia esca dalla mera logica contabile e guardi al futuro della città". Così, in una nota, i segretari generali della Cgil di Roma e del Lazio, della Cisl di Roma Capitale Rieti e della Uil del Lazio, Michele Azzola, Carlo Costantini e Alberto Civica, mentre la discussione sul tema prosegue e si registra un numero elevato di emendamenti e ordini del giorno che l'assemblea dovrà discutere e votare a partire dalla prossima settimana. "Segno - scrivono i sindacati - di un trasversale riconoscimento, anche nella stessa maggioranza, che nella manovra presentata ci sia molto da cambiare. Negare l'evidenza, come sul sociale, quando esponenti dello stesso movimento confermano lo stanziamento inadeguato e continuare a rifiutare il confronto con chi rappresenta lavoratori e cittadini, è una scelta sbagliata, che porterà alla paralisi di assi importanti su sviluppo, servizi e infrastrutture e alla totale mancanza di una visione strategica per la ripartenza".
 
"Non saranno - affermano i leader sindacali - le risorse dei decreti ristoro, per quanto necessarie, a segnare la svolta: un bilancio è lo specchio delle priorità e delle scelte strategiche di un'amministrazione, che dà risposte laddove c'è più bisogno. Interi capitoli vanno rivisti. È semplicemente illogico che agli aumentati bisogni di assistenza sociale si risponda con quello che di fatto è un taglio e un rischio per lavoratori e livelli di assistenza. Come più volte detto dalle categorie che rappresentano i lavoratori che forniscono i servizi in appalto con i municipi, assistenza a studenti, disabili e anziani, l'emergenza Covid nel 2020 ha limitato e poi rallentato i servizi, quindi una spesa ridotta non è segno di efficienza, né può essere parametro per investimenti futuri".
 
Temi e critiche già al centro della protesta organizzata lunedì scorso. "Il bilancio di previsione deve essere cambiato e integrato delle risorse necessarie per far fronte alle tante situazioni critiche e in peggioramento: servizi alle famiglie, sostegno all’occupazione, politiche abitative. Oltre alla conservazione e al rilancio delle aziende partecipate. La resa di Ama sul porta a porta delle utenze non domestiche è segno che non bastano cambi di vertice, servono piani concreti che partano dalle reali necessità e facciano fare un salto di qualità alle società, entrando in una dimensione industriale, garantendo servizi migliori e tutelando i lavoratori. Noi siamo pronti a sostenere le nostre proposte, costruite insieme alle forze sociali e a chi vuole un'idea diversa di Roma e della sua dimensione metropolitana: continueremo a cercare il confronto sul merito e l'apertura di tavoli straordinari per il presente e il futuro della città e di chi la vive".