Con una richiesta formale inoltrata al Prefetto, al sindaco della Città Metropolitana Salvo Pogliese e al primo cittadino Massimiliano Giammusso, la Cgil di Catania e il Dipartimento Politiche di genere della Camera del lavoro hanno chiesto all’ amministrazione comunale di Gravina la verifica di legittimità  di un manifesto anti abortista esposto nei pressi del centro commerciale Katanè.

Nell'immagine si vede una donna sorridente che regge un cartello sul quale viene riportata questa scritta: "Il corpo di mio figlio non è il mio corpo, sopprimerlo non è la mia scelta. Stop aborto".

“Il sindacato tutela ogni giorno la libertà di espressione in un contesto democratico, foss’anche quello di esprimersi a favore di un punto di vista non condiviso - spiega il segretario generale, Giacomo Rota - ma resta sempre fermo il rispetto della verità scientifica e di una legge, la 194, faticosamente ottenuta in decenni di lotte femminili e non solo”. 

Aggiunge la responsabile del Dipartimento, Angela Battista: “Riteniamo il manifesto sconcertante poiché invita a disattendere una legge sull’interruzione volontaria della gravidanza con motivazioni che ledono la dignità e la libertà di scelta delle donne, socializzando messaggi fuorvianti e illeciti”. Per la Cgil il linguaggio del manifesto è disinformante, violentemente colpevolizzante ma soprattutto crudele e aggressivo nei confronti  del dolore personale di tante donne che scelgono di abortire.

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