Sono pronte le analisi e le richieste del sindacato regionale in vista degli Stati generali della Cgil Puglia che si terranno a settembre. “Accelerare la realizzazione di infrastrutture di trasporto e logistiche per costruire un sistema regionale in grado di garantire la mobilità delle persone e delle merci, collegando meglio la Puglia al resto dell’Italia e dell’Europa, favorendo lo sviluppo e la competitività del territorio, migliorando la qualità della vita, intervenendo sulla sostenibilità ambientale, realizzando condizioni di contesto attrattive per nuovi insediamenti economici”. È quanto chiede il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, richieste rivolte al governo nazionale, alle stazioni appaltanti, agli enti locali. Si tratta di uno dei tasselli della piattaforma programmatica alla quale sta lavorando il sindacato, assieme a economisti ed esperti di sviluppo territoriale, in coordinamento con le categorie e le Camere del Lavoro, e che sarà al centro degli Stati generali della Cgil regionale, “un momento di discussione e confronto a partire dalle nostre proposte con gli attori politici, economici, sociali e istituzionali del territorio”.Un appuntamento questo, che si sarebbe dovuto tenere a marzo e che però è saltato in seguito all’emergenza sanitaria. “Ora occorre lavorare su una strada ancor più in salita – spiega Gesmundo - per far fronte ai colpi che il lockdown ha inferto al nostro sistema produttivo. E se vogliamo quanto prima risalire la china e invertire gli indicatori negativi serve un grande piano di investimenti pubblici, con un’attenzione per le aree più deboli, intervenendo su quei nodi in grado di determinare effetti economici diretti e indiretti, e sicuramente le infrastrutture di trasporto e logistica sono uno di questi”. Sul sito della Cgil Puglia tutti i dati aggiornati sui settori economici e merceologici che rappresentano la situazione reale del sistema regionale.

“Lo scenario descritto dai dati – afferma Giuseppe Guagnano, segretario generale della Filt Cgil Puglia – è evidente che condiziona il diritto alla mobilità delle persone, rende difficoltoso lo spostamento delle merci, ha una ricaduta sull’ambiente e la sicurezza. In Puglia il trasporto di merci su strada è più alto che in altre regioni del Sud, e Legambiente ci ricorda come l’inquinamento prodotto dal trasporto su gomma è 3,5 volte, per tonnellata- chilometro, a quello su rotaia”.E non c’è solo la questione dei trasporti.

Molte sono le opere in attesa di completamento, “importanti per completare la rete di infrastrutture di trasporto e logistica in Puglia e dare ossigeno a un settore in crisi come quello edile, che sta registrando una forte contrazione di occupati”,ricorda il segretario generale della Fillea Cgil Puglia, Silvano Penna: “Dalla SS 106 Jonica agli interventi sull’Hub portuale di Taranto, dal progetto del Nodo di Bari fino ai lavori di ammodernamento della SS 96 verso Matera – tutte rientranti nell’elenco delle infrastrutture prioritarie -, associate al potenziamento della linea ferroviaria Bari-Taranto e alla traversale che va da Taranto a Reggio Calabria, sono tutti interventi che permetteranno alle persone di viaggiare con più velocità e in maggiore sicurezza, a vantaggio del sistema turistico, ma anche alle imprese di movimentare meglio e più velocemente le merci e che ovviamenteavrebbero importanti ricadute”.

Quindi non solo infrastrutture di trasporto,“ma anche reti idriche e di telecomunicazione, in grado di aumentare efficienza e qualità dei servizi, per i cittadini e le imprese, in grado di favorire processi di sviluppo e sostenere l’occupazione – conclude Pino Gesmundo -.Vogliamo da qui a settembre stimolare gli attori politici e istituzionali sui temi per noi prioritari per affrontare la crisi post Covid e spingere per una crescita economica e sociale. Dal welfare alla sanità, dal lavoro all’ambiente, chiederemo impegni e risposte precise,  mettendo a disposizione le nostre analisi e proposte. Perché se le infrastrutture creano”. condizioni favorevoli alla competitività, da sole non bastano: serve una governance, è necessaria una efficace gestione delle risorse, serve pianificazione, la capacità di confronto sociale. Questo ci aspettiamo dal Governo nazionale e dal governo regionale”.