Le persone sfollate nel mondo sono oltre 70 milioni. Per i motivi più vari, tutti tragici: persecuzioni, conflitti, violenze. Gli sfollati nel 2019 hanno raggiunto il numero più alto dalla seconda guerra mondiale. Lo rende noto l'Organizzazione mondiale della sanità, che per contrastare la situazione ha messo a punto le "strategie e gli interventi per la prevenzione e la risposta alla violenza e agli infortuni tra i rifugiati e i migranti", presentate oggi a Roma.

In aggiunta a questo dato, l'Unhcr ha riferito che i 49 Paesi della regione europea alla fine del 2018 hanno ospitato oltre 6,47 milioni di rifugiati, oltre 1,24 milioni di richiedenti asilo, 2,71 milioni di sfollati interni e più di 0,5 milioni di apolidi. Sono molti i rischi evidenzati dall'Oms nel percorso dei rifugiati: tra questi gli infortuni involontari, come gli incidenti stradali e in mare, e quelli riferibili a lesioni intenzionali. Segnalati anche diversi tipo di violenza: intrapersonale, auto-diretta e collettiva, tra cui figura la tratta, la tortura, la violenza sessuale e di genere e lo sfruttamento sul lavoro.

L'Oms indica cinque priorità per combattere la situazione: garantire un passaggio sicuro per la migrazione; affrontare le cause della violenza e degli infortuni nei Paesi di transito e di destinazione; identificare le vittime e fornire assistenza e protezione; indagare e perseguire i colpevoli; rafforzare la base di conoscenza.