Il secondo operatore italiano nel settore dopo Poste Italiane, è stato acquisito dal fondo tedesco Mutares, holding tedesca che si occupa di facilitare i processi di ristrutturazione aziendale. I lavoratori, 85 in Sardegna e 1400 nel resto d’Italia, erano stati messi in cassa integrazione per l’emergenza sanitaria. Alcuni hanno contratti part time di quattro ore. La Slc Cgil ha denunciato, dopo mesi di silenzio, l’ambiguità mostrata dall’azienda nell’incontro che si è tenuto con i sindacati. Restano, ancora, poco chiare le intenzioni sul prossimo futuro.  “Vogliamo prima di tutto chiarimenti – spiega il segretario regionale Slc Cgil Antonello Marongiu - sulle uniche informazioni di cui si dispone al momento, ovvero la volontà di spacchettare la Nexive in due nuove società, una per le missive e una per i pacchi”. Il timore dei sindacati è che il nuovo assetto sia una scusa per ripianare i debiti pregressi, smembrando la società, con l’obiettivo di rivenderla o di tagliare sul personale. I lavoratori, riuniti in assemblea, hanno espresso forte preoccupazione e chiesto un piano industriale, che non è ancora stato presentato. Non è, inoltre, chiaro come si svolgeranno i passaggi dei dipendenti alle newco. Una scelta inaccettabile, secondo la Slc sarda, che “espone i lavoratori al rischio d’esser tagliati fuori e a eventuali esternalizzazioni, per giunta in una fase segnata dall’emergenza”.