Sospiro di sollievo a Livorno per le trecento lavoratrici degli appalti (mensa, ausiliariato, pulizia) dei servizi scolastici comunali rimaste in cassa integrazione dallo scorso marzo a causa del Covid-19. L'amministrazione comunale le utilizzerà in mansioni simili, cioè in attività rese necessarie dall'emergenza coronavirus: tutto ciò sfruttando le risorse economiche che già erano state destinate per l'appalto. L'intesa è stata raggiunta nel corso della riunione in sala consiliare tenutasi oggi, 8 giugno. Il piano dettagliato verrà presentato dal Comune nei prossimi giorni.  A darne notizie sono Monica Cavallini, vicesegretaria generale Cgil provincia di Livorno, e Pieralba Fraddanni, segretaria generale Filcams Cgil provincia di Livorno.

"Le lavoratrici – ricordano le due sindacaliste – sono dipendenti dell'associazione temporanea d'impresa costituita da Cir, Cooplat e Elior per la gestione dell'appalto di mensa, pulizia e ausiliariato nei nidi e nelle materne comunali (prevista anche la gestione del servizio mensa nelle scuole elementari statali). A seguito dell'emergenza sanitaria l'amministrazione comunale è stata costretta a chiudere le scuole e dunque a congelare l'appalto: per loro si è quindi resa necessaria l'apertura della cassa integrazione. Una situazione economicamente poco sostenibile, visto che le lavoratrici sono assunte con contratti part-time e dunque l'importo della cassa integrazione ha un livello decisamente basso. Senza contare i ritardi nell'erogazione dell'ammortizzatore sociale". 

Sindacato e lavoratrici si sono battute a fondo per riuscire a trovare una soluzione soddisfacente. Così conclude la nota: "La proposta avanzata dall'amministrazione comunale (ringraziamo a tal proposito il sindaco Luca Salvetti e l'assessora Viola Ferroni) permetterà alle lavoratrici di tornare in attività e dunque di tirare un piccolo sospiro di sollievo. Una soluzione che ci soddisfa: l'amministrazione comunale ha dimostrato grande responsabilità nel prendere in carico il problema e di non voler scaricare sulle lavoratrici le conseguenze dell'emergenza coronavirus".