“La regolarizzazione è un colpo forte al sistema di sfruttamento che si è radicato nel lavoro, a partire dall’agricoltura. È dall’esplosione dell’emergenza che la Flai Cgil si è messa 'ventre a terra' per pretendere la regolarizzazione dei migranti invisibili. Il nostro sguardo non si è mai allontanato da questo specchio di umanità, troppo spesso schiacciata. In ogni parte d'Italia, ci misuriamo quotidianamente con i bisogni, le solitudini e le speranze di tanti migranti, che sanno bene come ci facciamo sempre carico delle loro istanze. Abbiamo fatto rimbombare la voce di queste donne e questi uomini muti per forza”. Lo dichiara Jean-René Bilongo coordinatore dell’osservatorio Placido Rizzotto/Flai.

“Con l’emergenza sanitaria, il sindacato si è posto l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno. Meno che mai quelle decine di migliaia di diseredati. L’abbiamo fatto interpellando le istituzioni repubblicane, insieme all’associazione Terra e sostenuti da un ampio schieramento di associazioni, organizzazioni e di tantissimi cittadini. Noi abbiamo tenuto il fiato sul collo del Governo e della politica e la regolarizzazione è il punto di arrivo di questa pressione. Chi li considerava come dei paria, avrà ora a che fare con portatori di diritti, a partire dai diritti sul lavoro. La Flai continuerà senza sosta la sua azione di presidio di legalità attraverso il sindacato di strada. E dovremo cimentarci con la fonte delle iniquità ai danni dei migranti cioè la legge Bossi- Fini”, conclude il sindacalista.