Al primo posto c’è il lavoro. Per le ragazze tra i 14 e i 26 anni è il luogo che fa più paura rispetto alla possibilità di imbattersi in forme di discriminazione o violenza di genere. Poi ci sono il web e i mass media. È il risultato allarmante dell'indagine condotta dall’Osservatorio inDifesa di Terre des Hommes e OnDay Group, che ha coinvolto oltre 200 ragazze. Una su due fa fatica a sognare, perché si sente limitata. Per queste giovani i progetti sul futuro sono appannati da stereotipi e retaggi maschilisti, che si fanno sempre più minacciosi quando pensano a una carriera lavorativa.

L’ora di economia domestica sembra un retaggio degli anni sessanta, eppure la scuola deve ancora fare di più. Non basta far giocare i bambini maschi con bambole e ferro da stiro per scardinare un modello culturale che in molte famiglie è ancora quello dominante. Più della metà delle intervistate, il 53%, ritiene che le proprie ambizioni e passioni vengano limitate dagli stereotipi sessisti. Al secondo posto viene indicata l’assenza di una rete di sostegno e al terzo la mancanza di modelli cui ispirarsi. Solo il 30% ne ha uno ed è la sua mamma. Ma escluse le ragazze che trovano un punto di riferimento all’interno della famiglia, i simboli dell’emancipazione femminista si sgretolano di fronte a un disorientamento pressoché generalizzato.

“C’è molto da fare per il futuro delle giovani donne nel nostro Paese- dichiara Paolo Ferrara, direttore generale di Terre des Hommes Italia – è urgente un cambiamento culturale che non può che partire dalla scuola”. La cancel culture ha “corretto” i romanzi di Roald Dahl, ma fa ancora fatica a strappare dai libri di testo le pagine che raffigurano gli uomini come scienziati e ingegneri e le donne come maestre e infermiere. Non sembra dunque casuale che le discipline stem restino ancora una chimera per le studentesse: sebbene le laureate rappresentino il 60% del totale, la loro presenza all’interno dei corsi di laurea Science, Technology, Engineering e Mathematics è decisamente più ridotta, il 21% ovvero la metà rispetto agli uomini.

Accanto al divario nella formazione, c’è quello legato all’educazione finanziaria: dal gestire un conto corrente o calcolare il tasso di interesse di un prestito a capire un investimento finanziario. I più recenti test Pisa-Ocse evidenziano come, in media, i livelli di alfabetizzazione finanziaria dei maschi 15enni siano superiori di due punti percentuali rispetto a quelli delle coetanee. Il gap in Italia è addirittura di 15 punti. "Proprio per questo Terres des Hommes a Milano ha promosso la nascita di corsi rivolti a donne in situazione di vulnerabilità grazie alla collaborazione con Global Thinking foundation", aggiunge il direttore generale di Terre des Hommes Italia, che attraverso l’Osservatorio e diverse campagne interviene a sostegno dei diritti delle bambine.

L’assenza di sogni porta alla mancanza di prospettive e non aiuta le giovani Neet (Not in Education, Employment or Training), per cui l’Italia detiene il record europeo negativo: le italiane tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano sono il 25%. Come mostrano il dossier di Terre des Hommes e il rapporto curato da Cgil ed Action Aid, le donne Neet sono vittime di convenzioni, pressioni sociali e di un mercato del lavoro che per i giovani uomini apre molte più porte. Tra i Neet scoraggiati, per esempio, ci sono molte donne che abbandonano il lavoro dopo essere diventate madri.

Se si fa fatica a immaginare un futuro a colori è perché lo stesso presente è pieno di ombre. Il 47,78% delle giovani ha dichiarato all’Osservatorio inDifesa di aver assistito a una violenza fisica. Le giovani donne oggi forse non sognano più il principe azzurro, ma vivono ancora prigioniere dentro torri inespugnabili, i cui mattoni sono fatti di vecchi stereotipi e pesanti pregiudizi.