Lo sciopero generale di Cgil e Uil di giovedì 16 dicembre, l’imminente proroga di tre mesi dello stato di emergenza sanitaria, il rinvio a febbraio dell’esame parlamentare della proposta di legge sul fine vita: questi i temi che dominano le prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali di oggi (martedì 14 dicembre).

“Emergenza fino a marzo, il premier tira dritto sulla proroga. Vaccinazioni: boom di bimbi prenotati, domani parte la campagna per la fascia tra i 5 e gli 11 anni. Tasso di positività al 4%” titola il Corriere della Sera, mentre Repubblica apre con “Emergenza, altri 3 mesi. Draghi rompe gli indugi, il governo prorogherà al 31 marzo 2022 le norme straordinarie per la lotta alla pandemia. Favorevoli Pd, 5S e Forza Italia. Allarme per la corsa della variante Omicron e gli assembramenti nel periodo natalizio. Italia a due velocità nel vaccino ai bambini. Meglio il Nord del Sud”.

Il Messaggero titola “Covid, emergenza fino a marzo. Primo morto di Omicron in Inghilterra, preoccupa la risalita della curva dei contagi. La mossa di Draghi per prolungare i poteri speciali. Oggi il provvedimento va in Cdm”, sulla Stampa si legge: “Fine vita, la vergogna di quell'Aula vuota. Il testo arriva annacquato tre anni dopo la pronuncia della Corte costituzionale e difficilmente vedrà la luce”.

Il Giornale lancia “Lo stato d'emergenza ostacola Draghi al Colle. Prolungato fino al 31 marzo, la decisione oggi in Cdm. Supermario sempre più vincolato alla poltrona di presidente del Consiglio”. E così Libero: “Caduta miti a sinistra: Grillo nei guai per violenza, Saviano nei guai per plagio. II gip di Livorno ordina l'imputazione coatta per Beppe, che buttò giù dalle scale un giornalista. La Cassazione: Roberto deve sborsare più soldi agli autori degli articoli copiati dentro Gomorra”.

Questa l’apertura del Fatto Quotidiano: “Intervista del ‘Fatto’ al leader della Cgil Maurizio Landini: Sciopero politico? Certo, dà voce a chi sta male e non vota”. “Una brutta morte”, così titola il Manifesto su una grande foto di un’aula parlamentare vuota: “In un'aula della Camera semideserta approda la proposta di legge sul suicidio assistito, attesa da almeno 15 anni. Discussione esaurita in poche ore, l'attenzione è altrove: se ne riparla a febbraio. E il testo rischia di non soddisfare neppure i requisiti richiesti dalla Consulta”.

Infine, il Sole 24 Ore: “Fisco, evasione sotto i 100 miliardi. Fisco e sommerso: dal 2014 ridotta dal 22 al 18% la propensione a evadere. Lo zoccolo duro resta l’Irpef. Il Governo valuta un rinvio di 180 giorni delle cartelle notificate dal gennaio 2022”.

Verso lo sciopero generale
“Sciopero politico? Certo, dà voce a chi sta male e non vota”, questo il titolo della lunga intervista al segretario generale della Cgil Maurizio Landini, cui oggi è dedicata l’apertura del Fatto Quotidiano. “Se la politica – spiega – non si pone il problema di riportare al voto la maggioranza di quelli che stanno peggio, saranno guai per tutti. Invece hanno posto il veto perfino a quel minimo contributo di solidarietà proposto da Draghi a carico degli alti redditi per compensare il caro bollette dei più poveri. Era un minimo sacrificio di 270 euro, che non cambiano la vita a chi ha un reddito sopra i 75 mila euro”.

Landini evidenzia che “i partiti si battono per il superbonus sulle ristrutturazioni edilizie, ma non per gli sgravi fiscali ai lavoratori poveri. Non a caso le forze di governo che hanno rifiutato il contributo di solidarietà sulle bollette sono le stesse che ora chiedono la rottamazione delle cartelle fiscali, cioè un'altra forma di condono”. La spiegazione è che i partiti “restano aggrappati all'idea sbagliata che il mercato possa affrontare da sé storture che invece si aggravano. Una vera giustizia sociale passa attraverso il patto di cittadinanza fondato sull'equità fiscale, come previsto dalla Costituzione. Ciò che questa legge di bilancio ha disatteso”.

C’è dunque una rimozione del “malessere diffuso nel Paese che noi abbiamo percepito in un mese e mezzo di assemblee, prima di deciderci allo sciopero. Questo tema interroga anche la sinistra e le forze progressiste”. Landini non teme “l'accusa di fare politica, perché è nella natura del sindacato confederale promuovere istanze che richiedono una profonda trasformazione sociale. Il sindacato ha il dovere di rappresentare il disagio e scongiurare lacerazioni sociali, ha il compito di tutelare il lavoro e rafforzare la democrazia”.

Venendo al fuoco di sbarramento preventivo contro lo sciopero, per Landini è “il segno di un’insensibilità che rischia di diventare maggioranza nel Palazzo. Di fronte a un disagio sociale crescente questo è pericoloso, ma ci rafforza nella scelta di chiamare alla lotta chi ha visto deluse le aspettative di equità fiscale in un Paese con oltre 100 miliardi di evasione. È un tema sindacale, ma è anche una questione politica di salvaguardia della democrazia”.

Approfondendo il ragionamento, il segretario generale rileva che “la stagione infausta della disintermediazione ha provocato una tale rimozione della questione sociale da far apparire dirompente quello che è un atto di vera autonomia sindacale. Questa è la nostra natura confederale, non siamo solo sindacati di mestiere. Rivendichiamo la necessità di una trasformazione sociale, ineludibile in un Paese colpito dalla pandemia, che acuisce le disuguaglianze e riduce in povertà tanti lavoratori”.

Landini affronta anche il tema della mancata adesione della Cisl. “Si finge di ignorare che scioperiamo sulla base di una piattaforma unitaria, condivisa anche dalla Cisl”, argomenta il leader sindacale: “Non andiamo in piazza con proposte diverse, e se la Cisl ha scelto di manifestare due giorni dopo è la conferma che il governo non ha tenuto conto delle nostre richieste”. Il leader Cgil evidenzia che “l'intero movimento sindacale chiede sia riconosciuto il suo ruolo in una fase cruciale che prevede il buon impiego degli investimenti del Pnrr, transizione ecologica, riconversione industriale e nuove politiche di tutela della dignità del lavoro”.

Riguardo il ruolo di Draghi, Landini rimarca che “serve un metodo fondato sul confronto preventivo. Non solo informarci dopo che la sua maggioranza ha imposto le decisioni. Se Draghi fa il premier ciò dipende da una crisi della politica. In altre circostanze, non ci fossero stati la pandemia e il Pnrr, saremmo andati a elezioni. Io ho trovato giusta la scelta di Mattarella. Draghi può svolgere una funzione importante per il Paese, con il suo prestigio internazionale. Ma noi lo giudichiamo per quello che fa. Non si può tacere che la destra di governo lo ha messo in minoranza, ma c'è una responsabilità collettiva su una manovra iniqua e non certo di giustizia sociale. Se lui ha ceduto, per me questo è un elemento da rendere esplicito”.

In conclusione, Landini evidenzia che “nella storia di questo Paese il sindacato ha dato contributi fondamentali alla tenuta della democrazia. Lo sciopero è uno strumento finalizzato a unire, non a dividere. Ma la democrazia si tutela solo se la politica riconosce la centralità del lavoro, che invece oggi viene svalorizzato”.

“Le critiche mosse alla manovra da Cgil e Uil sono forti e motivate. E lo sciopero farà bene alla democrazia”. Da quest’assunto parte la riflessione dell’economista Fabrizio Barca, pubblicata oggi sul Manifesto. Per il coordinatore del Forum sulle disuguaglianze la demonizzazione in corso dello sciopero generale “va al di là delle peggiori aspettative. Non sono neppure furbi. Se anche pensano, come si evince, che il confronto sociale acceso, il conflitto, è una cosa inutile e dannosa, potrebbero non dirlo in modo così sfacciato. È finita anche l'ipocrisia, questo è un problema per la democrazia”.

Dallo sciopero generale Barca si aspetta “che, sentendo forte la voce del paese, il governo aggiusti il tiro su reddito di cittadinanza e fisco. E poi mi aspetto che passi l'idea che si può tornare ad alzare la voce. Che è utile per la democrazia”. Venendo ai contenuti della manovra, Barca evidenzia “che sugli anziani, sulle aliquote fiscali e sulle modifiche al reddito di cittadinanza si poteva e doveva fare di più”.

Da qui, l’economista non risparmia critiche al centrosinistra: “Penso al Pnrr, la cui gestazione è avvenuta, sotto il governo Conte, senza alcun ascolto della società civile. Mi pare che questo centrosinistra non abbia la fiducia in se stesso che lo renda in grado di fare cambiamenti radicali nel senso della giustizia sociale”. Barca vede infatti una “continuità” tra il secondo Governo Conte e “quello che sta facendo Draghi. Questa concezione dei soldi distribuiti a pioggia, senza un'idea di fondo e senza partecipazione, è propria della cultura conservatrice e stantia del neoliberismo che è penetrata nella pelle del centrosinistra”.

Per il coordinatore del Forum sulle disuguaglianze, Mario Draghi “rappresenta l'idea che il Paese non si possa cambiare, di rimettere le cose com'erano prima della pandemia. Ma non funziona, già prima c'erano contraddizioni troppo gravi, una rabbia sociale che si è manifestata con i voti a Trump, Salvini, Orban. Alle enormi disuguaglianze create dalla stagione neoliberista si ripara solo con un radicale cambiamento”.

“Manovra contro lo stato sociale. Sciopero generale inevitabile”: così il titolo dell’intervista del quotidiano La Notizia al sociologo Domenico De Masi. “I sindacati fanno bene a scioperare”, esordisce: “È una legge di bilancio che presenta un'impostazione tutta neoliberista che va direttamente o indirettamente contro i sindacati e contro lo stato sociale. Del resto sta andando tutta in quel senso la politica economica del Governo Draghi. Ma nessuna sorpresa, bisogna essere onesti: era prevedibile. Non si può pretendere da Draghi una politica socialdemocratica. Siamo in presenza di una riforma fiscale neoliberista molto attenta agli interessi degli azionisti e non dei lavoratori”.

Il professore emerito dell’Università La Sapienza di Roma rileva che il risultato di questa manovra finanziaria “è sempre più forte in termini di benefici fiscali per i ricchi che non per i poveri. Insomma, i ricchi da una parte evadono e dall'altra pagano poco. Classe media e proletariato ci rimettono”. E non si stupisce per il fatto che le norme contro le delocalizzazioni stentino a vedere la luce: “E certo. Per l'opposizione di Confindustria. Questo governo non dà un colpo al cerchio e uno alla botte. Sono tutti colpi alla botte”.

L’ultima battuta è per la convocazione del governo del tavolo sulle pensioni per il 20 dicembre. “Averlo convocato quattro giorni dopo lo sciopero sottolinea l'atteggiamento di Draghi, che è persona molto intelligente e non sceglie a caso un giorno”, conclude Domenico De Masi: “Vuol dire che se ne frega e va dritto per la sua strada. Del resto ha il 60 per cento del Paese dalla sua parte e nell'altro 40 c'è una sinistra rammollita o confusa”.

La Cgil
L’apertura di Collettiva è dedicata allo sciopero generale del 16 dicembre, con il videoappello dei segretari confederali Cgil, il podcast del segretario generale Cgil Maurizio Landini che spiega le ragioni della mobilitazione (che potete trovare in forma scritta qui) e l’intervista alla segretaria confederale Tania Scacchetti (su mercato del lavoro e occupazione).

Da non perdere sono anche la diretta della conferenza stampa dei segretari generali di Cgil (Maurizio Landini) e Uil (Pierpaolo Bombardieri); le interviste alla vicesegretaria generale della Cgil Gianna Fracassi e ai segretari confederali Cgil Rossana Dettori (su sanità e non autosufficienza), Giuseppe Massafra (su giovani e Mezzogiorno) ed Emilio Miceli (su politiche industriali e delocalizzazioni).

Da leggere anche le opinioni dei segretari generali di categoria: Filcams (Maria Grazia Gabrielli), Filctem (Marco Falcinelli), Fillea (Alessandro Genovesi), Filt (Stefano Malorgio), Fiom (Francesca Re David), Fisac (Nino Baseotto), Flai (Giovanni Mininni), Flc (Francesco Sinopoli), Fp (Serena Sorrentino), Nidil (Andrea Borghesi), Spi (Ivan Pedretti) e Inca (Michele Pagliaro).

Per la rubrica Buona Memoria, la rievocazione della storia della partigiana Luce (Luciana Romoli).

Disuguaglianze, retribuzioni, contrattazione: questi i temi al centro di “Salari amari”, l’evento organizzato da Fisac e Cgil in collaborazione con Filcams, Filt e Flai, in diretta dal Teatro Italia a Roma dalle 9.30 alle 13 sulla pagina Facebook di Fisac nazionale e su Collettiva.it. Due panel e una tavola rotonda animati da esperti, sindacalisti, economisti, docenti universitari e rappresentanti di aziende. Partecipano il ministro del Lavoro Andrea Orlando, il segretario generale Cgil Maurizio Landini, Rosy Bindi (già presidente Commissione parlamentare Antimafia), Maurizio Martina (vice direttore generale Fao) e i segretari generali di Fisac, Filcams, Filt e Flai (Nino Baseotto, Maria Grazia Gabrielli, Stefano Malorgio e Giovanni Mininni).

L’agenda degli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.