Le nuove regole per le manifestazioni dei No Pass, l’impennata dei prezzi dell’energia e dell’inflazione, la crisi dei migranti tra Bielorussia e Polonia, le “grandi manovre” per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica: questi i temi che dominano le prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali di oggi (martedì 9 novembre).

“Stretta sui cortei no pass. Covid: il Viminale fissa le regole, vincoli nelle città per luoghi e orari. Vicini ai centomila positivi, spinta per la terza dose. Allarme in Germania, mai tanti contagi. L'Ema accelera sull'uso della pillola antivirale” titola il Corriere della Sera, mentre Repubblica apre con “Caro energia, imprese in ginocchio. I prezzi delle materie prime tornano a correre con conseguenze sui bilanci e ricadute sui consumi. II governo: sei miliardi e fondo energetico Ue”.

Sulla Stampa si legge: “Figliuolo: terza dose in arrivo per i più giovani. Il commissario a Torino: entro Natale il 90 per cento immunizzato con almeno una fiala”. Tema del tutto diverso per il Messaggero: “Effetto inflazione sulla spesa, più cari pane, latte e carne. I prezzi in salita di energia e logistica spingono il carovita verso il +4%. L'allarme della Confcommercio: a Natale 5 miliardi di consumi in meno”.

Il Giornale lancia “Colle in salita, Draghi prigioniero del governo. Troppi nodi in agenda da risolvere. Berlusconi: sarà importante anche dopo il 2023”. E così Libero: “Rivolta contro i No vax fuorilegge. Salvini: basta cortei selvaggi. Matteo: ‘Si può manifestare ma lo Stato garantisca il rispetto delle regole, se uno cambia il percorso ne subisce le conseguenze’. Commercianti disperati, poliziotti esausti”.

“Confine umano”, questo il titolo del Manifesto su una grande foto di migranti alla frontiera: “4.000 migranti presi tra due fuochi. Spinti dal regime bielorusso, cercano di attraversare la frontiera polacca ma trovano schierato l'esercito che li respinge. Varsavia: ‘Ci difenderemo’. La Nato ‘pronta a intervenire’ e Bruxelles pensa a nuove sanzioni contro Lukashenko”.

Questa l’apertura del Fatto Quotidiano: “I politici pubblichino i loro conti correnti: così Renzi nel 2018, ora accusa Il Fatto di divulgare il suo. Scandalo Open: il capo IV lo disse a ‘Matrix’. La destra: ‘È perseguitato come B.’ Conte: legge contro i soldi da Stati esteri”. Infine, il Sole 24 Ore: “Pensioni, bonus e reddito cittadinanza: la manovra corretta torna a Palazzo Chigi. Verso un nuovo vertice di governo in settimana, sale la tensione tra i partiti. Confermati cessione credito e sconto in fattura, scontro sull’Isee per le villette”.

L’intervista
“Subito un patto sulle pensioni”: questo il titolo della lunga intervista al ministro del Lavoro Andrea Orlando pubblicata oggi sulla Stampa. “Il sindacato fa le valutazioni che crede e lo sciopero è un diritto, ma credo ci siano tutte le condizioni perché sulle pensioni si apra un confronto che affronti in modo strutturale alcuni dei problemi posti”, esordisce l’esponente del governo: “Su molte questioni, dalla riforma degli ammortizzatori sociali alla spesa sulla sanità, passando per la parità salariale, abbiamo lavorato andando incontro a richieste storiche del sindacato. Vedo le condizioni per un dialogo sociale che può portare a un miglioramento della manovra, affrontando il tema della previdenza al di fuori del dibattito sterile su quota 100 sì o no”.

Riguardo la soluzione trovata dall’esecutivo del “quota 102”, Orlando rileva che “l'intervento del governo non è strutturale, bisognava uscire da misure eccezionali con qualcosa che rendesse meno forte l'impatto sui lavoratori”. Ora c'è da capire “come si torna a un sistema che deve essere contributivo, evitando le rigidità che la legge Fornero portava con sé. A partire da cosa succede per le nuove generazioni”.

Il ministro interviene anche sulla riforma delle politiche attive, ricordando che il governo ha “già stanziato le risorse. Il vero punto interrogativo è la capacità delle Regioni di spenderle in tempo utile, avendo come precedente non brillante quel che è accaduto per i Centri dell'impiego quando fu varato il reddito di cittadinanza. Centri che saranno potenziati, ma ai quali non andranno i 4 miliardi come è stato detto erroneamente. Adesso i fondi serviranno a finanziare percorsi per i disoccupati e per i lavoratori, sulla base di progetti formativi che saranno definiti dalle imprese e dai soggetti della formazione e veicolati sia dai centri per l'impiego sia da agenzie private”.

Riguardo il reddito di cittadinanza, il ministro del Lavoro ritiene che “i sussidi servono per intervenire quando il lavoro non c'è o quando una persona non può lavorare, non per creare lavoro. Questo misunderstanding ha accompagnato la nascita di questa misura che ha effettivamente sostenuto persone contro la povertà”. E agli attacchi al provvedimento da parte di esponenti del centrodestra, Orlando risponde che “dietro questa accusa c'è un'ideologia per cui i poveri sono poveri per colpa loro e chi non trova lavoro non lo trova perché non lo cerca. Io non penso sia così. Credo che i poveri siano la conseguenza di un sistema ingiusto e che dobbiamo chiederci se davvero il massimo desiderabile possa essere uno stipendio di qualche centinaio di euro. O se sia accettabile che in questo Paese ci sia tanto nero”.

Il ministro del Lavoro interviene, infine, sul tema del salario minimo. “Quella sui pericoli per la contrattazione collettiva è una remora che accomuna tutti i Paesi con una forte tradizione sindacale”, spiega Orlando: “Credo ci siano le condizioni per tenere insieme contrattazione e salario minimo. Uno dei passaggi perché questo avvenga è lavorare sull'effettiva titolarità di chi fa le trattative. Quello che in questi anni è successo è un'esplosione di contratti pirata, fatti da sigle con pochissimi iscritti, ma che riescono a condizionare il mercato del lavoro”. Una distorsione che si evita “attraverso criteri minimi per l'individuazione della rappresentanza. La direttiva europea istituirà l'obbligo di salario minimo per i Paesi con meno del 70% di rappresentanza sindacale. Per gli altri, quindi anche per noi, si chiederanno criteri adeguati”.

Gli editoriali
Nel prossimo esame di maturità, nel giugno 2022, dovrebbe essere reintrodotta la prova scritta, contro la quale è stata avviata una petizione firmata da numerosi studenti italiani. Parte da questo fatto la riflessione dello scrittore e insegnante Eraldo Affinati, pubblicata oggi su Avvenire, che rileva come andrebbe aperto un dibattito “sulla forma obsoleta della maturità che, anche secondo il parere di molti addetti ai lavori, andrebbe rivista alla luce della rivoluzione informatica”. Per l’editorialista “il nodo spinoso della valutazione dei candidati (…) dovrebbe essere sciolto affrontando la materia nel suo complesso, senza abbassare le asticelle degli obiettivi da raggiungere, semmai aggiornandoli attraverso il rinnovamento graduale e progressivo dei programmi da svolgere”.

Affinati, però, mette l’accento anche “sull'importanza della scrittura, il cui insegnamento appare oggi assai necessario, non tanto e non solo in considerazione degli strafalcioni che vediamo moltiplicarsi sui social e un po' dappertutto (…) Chi scrive in modo scorretto, legge poco e pensa ancora meno. In quale altro luogo, se non nella scuola, diventa quindi sempre più urgente ristabilire le condizioni adatte per educare i bambini e gli adolescenti alla dimensione verbale, scritta e orale? Se vuoi scoprire quale sia la tua opinione su un determinato argomento, la prima cosa che devi fare è scegliere una parola, comporre una frase: in questo modo comincerai a conoscere te stesso e gli altri, uscendo dalla sfera puramente istintiva (…) Solo chi sa scrivere può imparare a scegliere”.

“La scuola del dopo Covid ha bisogno d'insegnanti più formati nella didattica”: questo il titolo dell’editoriale dell’economista Andrea Gavosto, pubblicato oggi sul Sole 24 Ore. “Le riforme previste dal Pnrr toccano aspetti centrali del nostro sistema, come l'orientamento, l'istruzione tecnica e professionale, le carriere dei docenti. Una però spicca su tutte: quella relativa alla formazione e al reclutamento dei docenti delle scuole secondarie di I e II grado”, spiega l’editorialista, rilevando che “gli attuali meccanismi di formazione iniziale e di assunzione producono, anno dopo anno, grandi criticità, come la mancata copertura stabile delle cattedre di molte materie in molti luoghi, con il conseguente enorme numero di precari. Soprattutto, non preparano i docenti all'insegnamento”.

La riforma prevista dal Pnrr propone “di assumere futuri insegnanti attraverso graduatorie a valle dell'esito di un iter concorsuale che al momento sarà svolto con le regole semplificate della riforma Brunetta (un'unica prova scritta al computer a risposte chiuse, un colloquio orale), insieme a titoli e anzianità. I vincitori saranno assunti temporaneamente e nell'anno di prova dovranno sia insegnare (che sostituisce il tirocinio tipico degli altri paesi) sia formarsi dal punto di vista didattico. Al termine, se supera una prova finale nella scuola in cui ha prestato servizio, il candidato viene confermato in ruolo e si deve fermare per tre anni nella stessa scuola, così da favorire la continuità dell'insegnamento”.

Per Gavosto, però, difficilmente il nuovo meccanismo porterà a un salto di qualità nel profilo professionale dei nuovi insegnanti. “Nel Pnrr manca una chiara articolazione di come offrire formazione didattica non soltanto teorica - anche attraverso robusti tirocini e pratica d'aula - prima del concorso, superando le attuali resistenze delle università ad attivare corsi di studio dedicati. In assenza di questa, il concorso non potrà che continuare a verificare solo conoscenze astratte, non l'effettiva capacità di insegnare”. Aggiunge l’editorialista: “Tanto meno convince la centralità data alla verifica dopo l'anno di prova: questa - come l'esperienza dimostra - rischia sempre di essere un esercizio largamente formale, quasi impossibile da fallire”.

La Cgil
L’apertura di Collettiva è dedicata alla sanità: l’approfondimento sulle risorse destinate dalla prossima manovra finanziaria, il video-commento della segretaria confederale Cgil Rossana Dettori, un focus sul caso specifico della sanità in Lombardia.

Da segnalare i video delle manifestazioni di Roma (con fotogallery) e di Genova organizzate in occasione dello sciopero nazionale dei lavoratori dei servizi ambientali, la conferenza stampa dei sindacati metalmeccanici di presentazione dello sciopero dei lavoratori della siderurgia del 10 novembre, la morte sul lavoro di un operaio edile a Roma, il punto sulle vertenze Whirlpool e Acc, la recensione del volume di Edi Lazzi “Buongiorno, lei è licenziata”

Per la rubrica Buona Memoria, la rievocazione dell’appello antifascista lanciato nel 1943 dal rettore dell’università di Padova Concetto Marchesi. 

L’agenda degli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.