Le nuove misure per arginare la quarta ondata del Covid, gli incentivi in busta paga per medici e infermieri dei pronto soccorso, il piano del Cts di immunizzare gli under 12: questi i temi che dominano le prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali di oggi (lunedì 8 novembre).

“Quarta ondata, nuove misure. L’obbligo del green pass sarà esteso. Riaprono gli hub anche per gli under 12” titola il Corriere della Sera, mentre Repubblica apre con “Covid, il governo premia i medici in prima linea. Svolta nella sanità: 90 milioni extra per incentivare il lavoro di dottori e infermieri nei pronto soccorso”.

Sulla Stampa si legge: “Vaccini, il piano del Cts: immunizzare i bambini. Proroga dello stato d’emergenza, no dei sovranisti. Sì di Letta. Draghi frena”. Tema analogo per il Messaggero: “Contagi, il picco sarà a Natale. I virologi prevedono 15 mila positivi al giorno a fine dicembre. Tre regioni a rischio giallo”.

Il Giornale lancia “La rivolta dei Sì Pass. Dopo 16 settimane di cortei No Vax scoppia l’ira di cittadini e commercianti: danni inaccettabili”. E così Libero: “Parla Vaia, direttore dello Spallanzani: la verità sui vaccini. Estendere l’immunizzazione obbligatoria a camerieri, giornalisti e politici”.

Questa l’apertura del Fatto Quotidiano: “Renzi difendeva Autostrade e riceveva soldi da Benetton. Dopo il Morandi: 19 mila euro da Alessandro e il no alla revoca di Aspi”. Infine, il Sole 24 Ore: “Stretta al contante: il limite di utilizzo tagliato a mille euro. Dal 1° gennaio si torna alla ‘quota Monti’. Addio al cashback, lotteria degli scontrini da correggere e sconti sui Pos da completare”.

L’intervista
“Sciopero se non si ascoltano i lavoratori. Draghi rinvia e non risolve i problemi”: questo il titolo della lunga intervista al segretario generale della Cgil Maurizio Landini pubblicata sabato 6 novembre sulla Stampa. “La manovra economica va cambiata e migliorata”, spiega il leader sindacale al direttore del quotidiano torinese Massimo Giannini (nel corso della trasmissione “30 minuti al Massimo”), assicurando di essere “il primo ad augurarsi che lo sciopero generale non sia necessario”, ma non escludendolo “se dal governo non arriveranno risposte e il mondo del lavoro non sarà ascoltato”.

Nella legge di bilancio ci sono ovviamente cose buone: “Va riconosciuto un importante investimento sulla sanità e lo stanziamento di risorse per i necessari rinnovi dei contratti nel pubblico impiego”. Da rimarcare è anche “l'avvio della riforma degli ammortizzatori sociali, che può essere migliorata, ma per la prima volta si inizia a costruire un sistema universale per tutti i lavoratori”. Ma a fronte di “tre cose che vanno bene, ce ne sono altre che non vanno”.

Prima di tutto il fisco, a partire da come “vengono spesi gli 8 miliardi previsti per ridurre le tasse, che non devono essere dispersi in mille rivoli”. Per la Cgil occorre che “vadano usati tutti per aumentare il netto in busta paga per lavoratori dipendenti e pensionati. Si può ragionare sulle forme, ma è lì che bisogna mandare un segnale, al mondo del lavoro, altro che taglio dell'Irap. Dal 2015 al 2021, sommando tutti gli incentivi dati al sistema delle imprese, si arriva a un totale di 170 miliardi. Ora tocca a salari e pensioni”.

Maurizio Landini evidenzia pure la necessità “di superare la precarietà del lavoro: la maggioranza dei nuovi occupati in Italia quest'anno ha contratti a termine con durata limitata, altri hanno un lavoro somministrato, altri sono a chiamata. Non si può andare avanti così, bisogna cambiare leggi sbagliate e cancellare forme assurde di assunzione: servono contratti a tempo indeterminato con contenuto formativo”.

Riguardo le pensioni, il segretario generale sottolinea che, su “30 miliardi che compongono la manovra, per le pensioni ci sono solo 600 milioni, con cui non si fa nessuna riforma”. Per la Cgil al primo punto c'è “l'istituzione di una pensione contributiva di garanzia per i giovani, che hanno un lavoro precario e frequenti vuoti contributivi: così non avranno mai una pensione degna di questo nome”. Inoltre, bisogna “introdurre la flessibilità in uscita a partire dai 62 anni e prevedere il riconoscimento dei lavori gravosi”.

Landini chiede anche il rifinanziamento del reddito di cittadinanza: “Non possiamo far finta che la povertà non esista, anzi, è aumentata durante la pandemia. Poi, se ci sono i furbi, noi siamo per colpirli”. Landini rileva che “per migliorare lo strumento c'è il tema degli indicatori per le famiglie numerose, che non devono essere penalizzate” e che “il criterio per cui devi avere dieci anni di residenza per ottenere il reddito è sbagliato”.

La Cgil, dunque, chiede al governo un netto cambio di rotta. “Con Cisl e Uil abbiamo deciso di avviare un percorso di mobilitazione, nelle regioni si stanno già organizzando manifestazioni di piazza, dalla prossima settimana ci saranno assemblee in tutti i luoghi di lavoro e un ampio confronto sul territorio”, spiega Landini, avvertendo che “nel mese di novembre valuteremo se si aprirà un confronto e se ci saranno risposte adeguate. Poi non escludiamo tutte le iniziative necessarie per ottenere risultati. Mi auguro che non sia necessario arrivare a uno sciopero generale, sono il primo a sapere che bisogna cercare soluzioni condivise. Ma quello è uno strumento previsto dalla costituzione, da mettere in campo se è l'unico che può farci raggiungere obiettivi concreti”.

Landini evidenzia che il governo “non vuole mettere mano al sistema pensionistico e alla precarietà. È il momento di coinvolgere il mondo del lavoro e di fare delle scelte, non di cercare solo una mediazione per tenere insieme il quadro politico. Facendo così, Draghi rischia di rinviare questioni importanti e di non prendere decisioni che servono alla coesione sociale del Paese”. Anche perché, conclude il segretario generale Cgil, “il disagio sociale sta aumentando e qualcuno ha pensato di strumentalizzarlo, attaccando una sede sindacale e, con essa, la nostra democrazia. È il momento di una manovra che riesca a dare risposte concrete a questo disagio sociale”. 

Gli editoriali
“La riduzione dell'evasione fiscale rappresenta certamente uno degli obiettivi del governo (…) A oggi, tuttavia, non appare affatto chiaro come il governo intenda perseguire questo obiettivo”. Parte da questa considerazione la riflessione di Marco Mobili e Salvatore Padula sul Sole 24 Ore di oggi: “La manovra economica ignora completamente il tema dell'evasione. Una novità che, tutto sommato, sembra una scelta di buon senso, visto che in passato sono spesso arrivate soluzioni e norme pasticciate, il cui unico scopo era quello di racimolare gettito, con il solo risultato di appesantire i costi da adempimento per cittadini e imprese”.

Il ddl di Bilancio sancisce invece “la fine prematura del cashback, meccanismo che, oltre a incentivare l'uso della moneta elettronica, poteva avere anche una valenza antievasione”. Per gli autori era preferibile correggerne i difetti più che sopprimerlo, a maggior ragione “perché a gennaio scatterà il dimezzamento a mille euro del limite per i pagamenti in contanti: la combinazione delle due misure avrebbe almeno rafforzato l'idea che una minor circolazione di moneta fisica rappresenti un modo - non l'unico - per contrastare l'evasione. Magari azzardando anche qualche scelta più coraggiosa per indurre a un uso meno volontaristico dei Pos”.

Per capire le nuove strategie dell'antievasione occorre guardare al Pnrr: “Il Piano indica l'obiettivo di sfruttare le nuove tecnologie e gli strumenti di analisi dei dati per effettuare controlli mirati e migliorare la compliance”. Il governo ha indicato “un cronoprogranuna per dare attuazione a questo impegno: quattro tappe, da qui al 2026, che mirano a potenziare l'attività di controllo grazie a una migliore selezione dei contribuenti (uso di strumenti di data analysis e migliore interoperabilità delle banche dati), e spingere maggiormente sulla tax compliance, con un aumento in numero e qualità delle lettere che l'agenzia delle Entrate invierà ai contribuenti con la previsione di incassare il 20% in più”.

“Il Sud rischia di perdere l'occasione del Pnrr”: questo il titolo dell’editoriale del sociologo Carlo Trigilia pubblicato sul Domani. “Il Mezzogiorno non ha mai avuto potenzialmente tante risorse come in questo momento (…) ammonta a circa 80 miliardi la somma stanziata per il Sud dal Pnrr. Eppure molti sindaci hanno attirato l'attenzione sui rischi di disperdere queste risorse, alle quali si aggiungeranno i fondi strutturali ordinari 2021-2027 (circa 30 miliardi)”. Per accedere ai fondi “sono necessari una sorta di pianificazione preliminare e un parco progetti (…) naturalmente ci vuole una conoscenza delle linee di intervento, che sono tante e complesse”.

Ma i Comuni non hanno “al loro interno le competenze tecniche necessarie, mancano inoltre le capacità amministrative per gestire le complesse procedure di realizzazione delle opere. il depauperamento o la mancanza strutturale di competenze tecniche sono un male antico, che però è andato aggravandosi ancor di più al Sud negli ultimi anni, a causa dei ripetuti blocchi a nuove assunzioni di personale e dei flussi di pensionamento”. Per il sociologo occorre puntare sull’attivazione “di task force di supporto tecnico-operativo attraverso società pubbliche”. Uno strumento “che, se ben calibrato, potrebbe offrire più rapidamente competenze tecniche e assistenza amministrativa di elevata qualità, anche in collaborazione con l'Anci (l'associazione dei comuni)”.

La Cgil
L’apertura di Collettiva è dedicata all’edilizia, con l’approfondimento sull’impennata degli infortuni mortali nel settore, la strategia europea di rimozione sicura dell’amianto, la manifestazione nazionale a Roma di Fillea Cgil, Feneal Uil e Filca Cisl.

Da segnalare lo sciopero generale odierno dei lavoratori dei servizi ambientali, l’analisi di Cgil nazionale e Fondazione Di Vittorio sulle misure previdenziali annunciate nella legge di bilancio 2022 (con commento del segretario confederale Roberto Ghiselli), la riflessione del segretario confederale Cgil Emilio Miceli sul varo del disegno di legge sulla concorrenza, l’allarme lanciato dalla Cgil riguardo la protezione dei dati dei cittadini e l’urgenza di creare l’Istituto italiano di cybersecurity, la presentazione in diretta streaming del documento di Cgil, Cisl e Uil per la “Conferenza sul futuro dell’Europa”

Per la rubrica Buona Memoria, la rievocazione dell’arresto nel 1926 di Antonio Gramsci.

L’agenda degli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.