Si farà o non i farà e come sarà? Gli interrogativi sulla riforma fiscale, l’effetto annuncio dell’estensione del green pass e l’aumento delle prenotazioni per i vaccini. Al via la terza dose per i fragili e il bilancio della prima settimana di riapertura delle scuole. Sullo sfondo la preparazione della Legge di bilancio e la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza in preparazione. Pensioni e reddito di cittadinanza a far da corollario

Prime pagine

Prima apertura dedicata alla riforma del Fisco, questa la scelta de Il Sole 24 Ore che titola: “Pagheremo meno? L’Irap primo test per la riforma”. Il taglio centrale l’accento del quotidiano di Confindustria si sposta sui temi legati alla pandemia e sottolinea: “Green pass, 600mila colf non vaccinate”.
L’apertura del Corriere della Sera contiene una notizia: “Europa, 42 riforme per il fondi”, la spiegazione è contenuta nell’occhiello: “Draghi riunisce la cabina di regia per le riforma del Recovery. Possibile rinvia sulla revisione del catasto. Dagli atenei agli statalli, corsa per vararle in 100 giorni. Letta attacca Salvini: irrilevante”.
Sulla stessa linea La Repubblica: “Ripresa, i piani di Draghi”, e il sommario recita: “Green Pass, riaperture, meno smart working e tagli fiscali. Il governo punta a una crescita superiore al 10% in due anni. A trainare è l’industria con ordinati record (+238%) per robot e macchinari. Bene il Made in Italy. Rischi dall’inflazione.
Scelta differente quella compiuta da Il Messaggero: “Caro-bollette, la guerra del gas”. E per La Stampa: “Sos dei presidi, torna l’incubo Dad”. E nel sommario: “Da oggi la terza dose dei vaccini per i fragili. Giorgetti stoppa Salvini: il certificato verde rende più liberi”.
Si distingue Il Fatto Quotidiano che titola: “Salvini allo sbando va al party con Renzi per spartirsi il Colle”.

Le Interviste

Lunga e articolata, la conversazione tra Roberto Mania, e il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, pubblicata ieri da La Repubblica: "Guardi, noi sindacati continuiamo a pensare che il provvedimento migliore è quello di rendere obbligatorio il vaccino per tutti i cittadini, non solo per i lavoratori. Siamo convinti che il diritto alla salute della collettività venga prima di qualunque altra cosa. È proprio con questa stessa logica che un anno e mezzo fa abbiamo messo la salute e la sicurezza, con i protocolli sottoscritti con le imprese, prima del valore dei profitti. Noi ci auguriamo che la scelta del governo sul Green Pass spinga le persone a vaccinarsi, resta, tuttavia, una contraddizione: l'obbligatorietà del certificato verde non vuol dire che sia obbligatorio vaccinarsi, basta presentare il tampone, dunque resta la libertà anche di non vaccinarsi. Ma allora imporre un costo per esercitare il diritto al lavoro in un Paese con bassi salari è sbagliato e rischia di essere controproducente rispetto all'obiettivo dichiarato". E rispondendo ad una domanda sulle sanzioni, il leader di Corso di Italia afferma: "Il decreto non è stato ancora pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Non è ancora chiaro cosa accadrà nelle aziende con meno di 15 dipendenti. Ma non sappiamo nemmeno cosa succederà per gli imprenditori: loro controllano i dipendenti e a loro chi li controlla? Nessuno? Comunque il sindacato ha ottenuto che non ci fossero licenziamenti per i lavoratori senza certificato, che non ci fossero demansionamenti ed è stato deciso anche il ripristino del trattamento economico per malattia nel caso di quarantena". Non solo vaccini e tamponi, nel corso del colloqui si è parlato anche di fisco pensioni morti sul lavoro e Pnrr: Venerdì l'ennesima vittima sul lavoro. Nel merito cosa farebbe per interrompere questo dramma? È la domanda di Mania. Questa la risposta: "È una strage. Si continua a morire ed è inaccettabile. Serve prevenzione, formazione, servono gli ispettori ma anche il rafforzamento dei servizi territoriali di medicina del lavoro, vanno eletti in tutti i luoghi di lavoro i rappresentanti per la sicurezza. Bisogna superare la cultura che vede nella sicurezza un costo anziché un investimento per tutta la società". Mentre la risposta sulle tasse: "Sul fisco serve una riforma complessiva, non un'operazione realizzata a pezzi. Esattamente come disse il presidente Draghi nel suo discorso programmatico. Lo abbiamo preso talmente sul serio che abbiamo presentato una nostra proposta per allargare la base imponibile Irpef, ridurre la tassazione su lavoratori e imprese, fare una vera lotta all'evasione fiscale e tagliare le unghie alla speculazione finanziaria". E poi sulle pensioni: "Serve flessibilità per uscire a partire da 62 anni. E poi tre questioni: uscita anticipata per coloro che svolgono lavori gravosi, pensione di garanzia per i giovani con vuoti contributivi e periodi di non lavoro, riconoscere le differenze di genere a favore delle donne che hanno pagato di più la crisi, penso ad un anno di contributi per ogni figlio". Infine sul confronto sul Pnrr: "Siamo in ritardo, c'è un protocollo ancora da definire necessario per costruire un rapporto tra gli investimenti, le nuove politiche industriali e la creazione di occupazione per giovani e donne. Contemporaneamente va rifinanziata la Cig Covid per i settori del commercio e del turismo in alternativa ai licenziamenti".

Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energie, ragiona sulle cause dell’aumento delle bollette di luce e gas. A pag. 2 de Il Messaggero afferma: “per calmierare gli effetti sulle bollette per due trimestri potrebbero servire 9 miliardi. Fa bene il governo a intervenire: l’impatto su famiglie e imprese può essere devastante, soprattutto per i più deboli e per le Pmi. Ma aspetterà gli ultimi giorni prima dell’inizio del nuovo trimestre per dosare le mosse”.

Interessante Giuseppe Tria, ex ministro dell’economia, sollecita da La Repubblica. Al centro dell’intervista la ripresa e il Recovery Plan. “Tecnicamente bisogna osservare che la crescita del Pil ancora non ci riporta ai livelli pre Covid. Tuttavia fino a poco tempo fa si prevedeva che l’Italia sarebbe arrivata in ritardo a compensare le perdite della crisi, al contrario oggi camminiamo a un ritmo in liea con gli altri”. Ma all’orizzonte potrebbero esserci problemi? È la domanda dell’intervistatore, la risposta è precisa: “Il primo è che la pandemia non è finita. E il secondo è che la ripresa sta mettendo a dura prova le catene della produzione e possono crearsi dei colli di bottiglia e carenze negli approvvigionamenti”. Infine il lavoro: “Vedo che la ripresa sta registrando carenza di offerta di lavoro, non solo per la competizione, in alcuni settori, del reddito di cittadinanza, ma perché spesso c’è mancanza di competenze. Un problema da non sottovalutare perché sarà accentuato dalla transizione ecologica e digitale”.

Ancora sul Pnrr ma sulle garanzie contro le infiltrazioni malavitose e corruzione, dalle pagine di Affari&Finanza di La Repubblica, interviene Giuseppe Busia, presidente dell’Anac, che sostiene: “Saremo i garanti che tutti i miliardi dell’Ue saranno spesi presto e bene e in modo trasparente, a vantaggio dei cittadini e delle imprese. Adesso possiamo emanare norme e irrogare sanzioni. L’obiettivo è guardare oltre il 2026”.

Infine, a pag. 5 de Il Messaggero interviene la ministra della Famiglia e delle Pari Opportunità Elena Bonetti che sottolinea: “La colf senza pass va sospesa, le famiglie devono controllare. Per chi ha figli under 14 a casa si può reintrodurre il congedo Covid”.

Editoriali e commenti

Ampio spazio sui quotidiani oggi in edicola, sia tra i commenti che negli articoli di cronaca, il tema della riforma fiscale. Tra gli editoriali da segnalare: “dal catasto all’Irpef la paura di toccare il gettito e l’urgenza di riforme vero” di Salvatore Padula a pag. 2 de Il Sole 24 Ore.

Scrive Carlo Cottarelli su La Repubblica. “…..c’è l’esigenza di ridurre la pressione fiscale, ma c’è anche di eliminare le disparità di trattamento, il che richiederebbe (a meno di voler portare i livelli di tassazione al minimo comun denominatore) un aumento di qualche tassa. E quale partito si vuole prendersi la responsabilità di aumentare una qualsiasi tassa o di eliminare qualsivoglia deduzione o detrazione (ossia i trattamenti a favore di qualche settore o attività)? Lo stesso discorso vale per la riforma del catasto, di cui si è tornato a parlare e che dovrebbe, logicamente, essere un importante complemento alla riforma fiscale: comporterebbe un calo delle tasse per qualcuno e un aumento per qualcun altro, se si volesse fare a gettito zero. Fra l’altro avrebbe conseguenze per il calcolo dell’ISEE, cosa non irrilevante per molti con redditi relativamente bassi.
Ultima difficoltà: una vera riforma del fisco richiede una visione comune di come si vuole plasmare la società in cui viviamo, soprattutto in termini di come deve essere distribuito il carico fiscale e di quali attività si vuole incentivare o scoraggiare. E come si può riconciliare visioni politiche diametralmente diverse come quelle del centro-sinistra e del centro-destra, entrambi presenti nella coalizione di governo?
Quindi niente sarà fatto? No, qualcosa sarà fatto. Il salto tra secondo e terzo scaglione Irpef sarà ridotto oppure si passerà al cosiddetto "metodo tedesco" in cui si definisce direttamente l’aliquota media (quella che alla fine interessa al contribuente perché vuol sapere, dato il suo reddito, quanto deve pagare), abbandonando il metodo degli scaglioni. Questo ridurrà un po’ le tasse sui redditi medio-bassi.
Probabilmente la tassazione dei redditi da capitale sarà riordinata, per esempio eliminando la diversa tassazione tra dividendi e guadagni in conto capitale. E forse sparirà l’Irap che ormai non svolge più la sua funzione originaria dopo l’esclusione della remunerazione del lavoro dalla sua base imponibile. Qualche compensazione sarà introdotta per evitare un’eccessiva perdita di gettito. Il resto potrebbe andare a deficit, magari rinunciando a quel miglioramento nei nostri conti che la più rapida ripresa economica renderebbe possibile. Ma sarei sorpreso se si trattasse di una riforma anche solo lontanamente comparabile a quella del 1974, l’ultima grande riforma del fisco”.

Interessante riflessione, pag. 7 de La Stampa, sul Reddito di Cittadinanza. La firma Salvatore Liaci dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani: “Più aiuti alle famiglie e un patto con le imprese, ecco come va cambiato il RdC. Nuovi criteri per non penalizzare i nuclei numerosi. Il sussidio va mantenuto anche per chi accetta il lavoro”.

Economia lavoro e sindacato

“La scommessa di Draghi, crescita sopra il 10% in due anni”, firmano Roberto Mania e Roberto Petrini (La Repubblica) che affermano: “ - Una crescita dell’economia superiore al 10 per cento per il biennio 2021-2022. È l’obiettivo minimo del governo che nei prossimi giorni approverà la Nota di aggiornamento al Def (il Documento di economia e finanza) con le nuove proiezioni e con cui aprirà la lunga sessione di bilancio. Per ritrovare un livello di aumento di questo tipo bisogna tornare indietro di diversi decenni, alla fine degli anni ‘60. Una sfida che il governo Draghi può vincere se supererà anche i problemi aperti da molte crisi industriali e quelli dell’occupazione.

L’economia italiana chiuderà il 2021 con un aumento intorno al 6 per cento (era previsto un +4,5 per cento). È vero che c’è un importante effetto rimbalzo dopo il crollo del 2020 (-8,9 per cento) ma l’Italia sta andando meglio degli altri Paesi: nel secondo trimestre del 2021 il Pil è cresciuto del 2,7 per cento più di quanto abbiano fatto Francia e Germania. Stesso discorso per la produzione industriale. E il presidente del Consiglio, Mario Draghi, vuole approfittare di questa spinta per trasformare il rimbalzo in una crescita strutturale dell’economia, sfruttando la progressiva messa a terra dei progetti finanziati da qui al 2026 con le risorse (più di 200 miliardi di euro) del Next Generation Eu. ……. In questo nuovo scenario l’incremento del Pil di quest’anno, superiore alle previsioni di aprile di un punto e mezzo, apre la strada ad un “tesoretto” di 10-12 miliardi che potrà essere indirizzato alla riforma del fisco. È difficile che il disegno di legge delega venga varato questa settimana ma gli occhi sono puntati sulla legge di Bilancio che potrebbe contenere un primo intervento di taglio della terza aliquota Irpef e una limatura dell’Irap in modo da far scattare la riduzione delle imposte fin dal prossimo anno.
Una ulteriore carta che il governo Draghi si gioca per recuperare un new normal per l’economia italiana attraverso un rilancio dei consumi: proprio per non intaccare l’effetto fiducia ed evitare spaccature nella maggioranza la riforma del catasto sta uscendo dai radar, almeno nell’immediato. Mentre si punta a ridurre il cuneo fiscale e contributivo, oltre che con Irpef e Irap, anche con un intervento per un paio di miliardi per eliminare il contributo sugli assegni familiari (Cuaf) che pagano le imprese ma che non ha più ragione di esistere con il passaggio dal prossimo anno all’assegno unico e alla fiscalità generale”.

Anche l’apertura di Collettiva.it è dedicata alla riforma fiscale. Ne parla in una intervista la vice segretaria generale della Cgil Gianna Fracassi: Tasse, una riforma per l’equità e la crescita

Ancora sulla riforma fiscale, è possibile leggere un corposo dossier curato da Ferruccio De Bortoli pubblicato nell’inserto Economia del Corriere della Sera, che pone grande attenzione proprio alla riforma del catasto.

Sempre sul quotidiano milanese, l’articolo a firma Federico Fubini che detta l’apertura del giornale. Contiene un elenco ragionato delle 42 riforme da fare in 100 giorni per spendere i fondi europei. Proprio per questo l’articolista ipotizza una riunione della cabina di regia sul Pnrr già questa settimana.

Tra le riforme in agenda anche quella delle pensioni. Ne scrive Valentina Conte su La Repubblica: “Stop a quota 100, in pensione prima chi ha un lavoro gravoso”.

Marco Palombi, pag. 3 de Il Fatto Quotidiano, titola: Guerra della rete unica: tutto fermo dopo il bliz di Colao. E scrive: Il ministro della transizione digitale, Vittorio Colao, a Cernobio l’ha messa così: “l’appassionante dibattito sulla rete unica, un unicum in Europa, lo lascio ad altri. Il mio lavoro è assicurarmi che in Italia nel 2026 fibra e 5G arrivino ovunque”. L’ex manager di Vodafone pecca di modestia: quel dibattito è alimentato dal silenzio suo e del suo governo in una situazione assurda almeno per due motivi: 1) I primi due principali operatori interessati alla nuova infrastruttura digitale, e destinati alle nozze di cui oggi non si parla più sono Tim e Oper Fiber: il primo ha tra gli azionisti rilevanti la pubblica cassa depositi e prestiti col 9,9% e il secondo è controllato direttamente dalla stessa Cdp col 60%. 2) con l’attuale normativa, non c’è alcuna competizione possibile se non tra le due società partecipate da Cdp, puro autolesionismo di stato.

Il Data Room di Milena Gabanelli, pubblicato su il Corriere della Sera, è un viaggio tra i medici di base. Il senso del pezzo è nel titolo: “La lobby che governa i medici di famiglia”

Green pass e terza dose per i fragili sono ti temi legati alla pandemia che attraversano i giornali questa mattina. Grande rilevanza viene data all’aumento delle prenotazioni dei vaccini seguito alla decisione di estendere il passaporto verde in tutti i luoghi di lavoro a partire dal prossimo 15 ottobre. Velata, ma ancora presente, la polemica contro la Cgil e contro Ladini. Portabandiera dell’attacco La Stampa con l’editoriale a firma Veronica De Romanis dal titolo: “Landini, i tamponi e il pasto gratis”.

L’Agenda degli appuntamenti

Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’Agenda di Collettiva.