Il decreto che istituisce l’obbligo del green pass per tutti i lavoratori, il rifiuto di Berlusconi a sottoporsi a perizia psichiatrica nel processo Ruby ter: questi i temi che dominano le prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali di oggi (venerdì 17 settembre).

“Green pass, controlli e sanzioni. Approvato il decreto in vigore dal 15 ottobre. Draghi: ‘Serve per continuare ad aprire’. E alla fine Salvini si adegua. Carta verde per tutti, anche per colf e partite Iva. Multe fino a 1.500 euro e sospensione dal lavoro” titola il Corriere della Sera, mentre Repubblica apre con “Tutta l’Italia col green pass. Via libera al decreto, certificato obbligatorio per i lavoratori pubblici e privati, comprese colf e baby sitter. Anche i parlamentari devono adeguarsi. I No Vax sospesi dallo stipendio ma niente licenziamento. Tamponi calmierati ed estesi a 72 ore. Draghi: non mi fermo, è quello che serve al Paese”.

Sulla Stampa si legge: “Stop allo stipendio per chi è senza green pass. Dal 15 ottobre 23 milioni di lavoratori dipendenti dovranno essere in possesso del certificato verde. Norma estesa anche a colf e badanti”. Tema analogo per il Messaggero: “Green pass anche per l’idraulico. Il Qr Code diventa obbligatorio dal 15 ottobre per Pa, privati e lavoratori autonomi. Non cambiano (per ora) le regole sul distanziamento e sulle mascherine sul posto di lavoro”.

Il Giornale lancia “Persecuzione giudiziaria, Berlusconi si ribella. Il Cavaliere scrive al Tribunale: sì alla perizia medica, quella psichiatrica lede la mia storia, è un evidente pregiudizio, celebrate il processo senza di me”. E così Libero: “Svolta di Berlusconi: non mi farò umiliare, condannatemi pure. I giudici chiedono la perizia psichiatrica per il Cav nel processo Ruby ter. Lui si sottrae: è offensivo. Il verdetto è praticamente scritto e addio Quirinale”.

Il Fatto Quotidiano apre con “Loggia Ungheria, tutti i verbali segreti. Amara li accusa, ma mescola verità e calunnie. L’ex legale esterno dell’Eni cita Lotti, Ferri, Legnini, Toschi, Severino, Parolin, perfino i 2 nemici B. e De Benedetti. Ecco perché pubblichiamo”. Argomento diverso per il Manifesto: “A pass di carica. Linea dura del governo sul green pass: dal 15 ottobre sarà esteso a tutti i dipendenti pubblici e privati. Pena la sospensione dal lavoro e dello stipendio. Obbligatorio anche per autonomi, partite Iva, colf e badanti. Concessioni minime sul prezzo dei tamponi sui test molecolari”.

Infine, il Sole 24 Ore: “Senza green pass niente stipendio. Via libera unanime del Cdm: certificato obbligatorio sui luoghi di lavoro dal 15 ottobre. Interessati 23 milioni di lavoratori pubblici e privati. Tamponi a prezzi calmierati”.

Le interviste
Ventimila morti solo tra i nostri iscritti. Adesso via alla medicina di prossimità”. Questo il titolo dell’intervista al segretario generale dello Spi Cgil Ivan Pedretti, pubblicata sul Manifesto. “Dei 130 mila morti per Covid, ben 20 mila erano iscritti allo Spi. Poi c'è una parte che ha incrociato il Covid e ha strascichi pesanti, in particolare su polmoni e reni”, spiega l’esponente sindacale: “Il Covid ha poi significato la solitudine per milioni di persone. Questo dimostra, in particolar modo in Lombardia, che tagliare la sanità territoriale provoca danni fortissimi. La nostra priorità ora è ricostruire la sanità e farla tornare universale su tutto il territorio nazionale: serve più potere allo Stato e meno alle Regioni”.

Ivan Pedretti affronta poi il tema della legge nazionale sulla non autosufficienza. “Il Pnrr ha riconosciuto l'impegno finanziario: 4 miliardi direttamente alla domiciliarità”, spiega il leader dei pensionati Cgil: “Poi bisognerà affrontare la dimensione della legge, tenendo presente che una copertura è già presente con l'assegno di accompagno per le famiglie (…) Serve presentare entro la legge di bilancio un progetto di legge che deve essere approvato entro la fine della legislatura”. Sul tema i pensionati sono pronti alla mobilitazione: “Il 5 novembre con Cisl e Uil faremo una grande iniziativa pubblica per rilanciare la nostra piattaforma su pensioni e fisco: vogliamo allargare la 14esima e parificare la tassazione ai lavoratori dipendenti, visto che i pensionati hanno meno detrazioni”.

Altro cavallo di battaglia dello Spi Cgil è la qualità di vita degli anziani. “Il Covid ha ridotto l'aspettativa di vita ma l'invecchiamento della popolazione è un processo inarrestabile con una bassa natalità”, conclude Ivan Pedretti: “È vero che l'Italia è uno dei Paesi al mondo in cui si vive di più, ma è altrettanto vero che nel nostro Paese si invecchia meno bene, con gli anziani che hanno più patologie. Noi pensiamo a una politica di welfare e di inclusione sociale di tutte le persone che tenga insieme investimenti per la cura delle persone anziane e investimenti per i giovani a farsi una famiglia e abbattere la denatalità, fornendo servizi a partire dagli asili nido”.

“Serve un patto strategico per evitare che da qui a pochi anni si concretizzi la prospettiva di 60mila licenziamenti nelle fabbriche italiane della filiera dell'auto, non solo quelle di Stellantis, ma tutte quelle della componentistica”. A lanciare l’allarme è il segretario generale della Fim Cisl Roberto Benaglia, in un’intervista pubblicata su Avvenire: “La transizione ecologica ed energetica non sarà un pranzo di gala. Interi settori industriali dovranno essere completamente ripensati, a cominciare dall'automotive. Un settore che nel nostro Paese occupa direttamente quasi 280mila lavoratori, dei quali circa un quarto sono impiegati in produzioni che verranno messe fuori gioco nel passaggio dai motori termici a quelli elettrici”.

Benaglia evidenzia che “il settore auto già oggi è sotto del 25% delle sue capacità produttive. Nei prossimi anni la transizione all'elettrico è destinata ad aggravare la situazione”. È necessario, allora, governare questo processo: “Da un lato occorre attrarre investimenti e sostenere la riconversione produttiva delle aziende. Dall'altro occorrono misure di sostegno e riqualificazione professionale per i lavoratori di questi comparti, non bastano gli ammortizzatori. E dobbiamo anche avviare una riflessione sui modelli produttivi e sulla riduzione degli orari di lavoro perché l'auto elettrica ha bisogno di un 20% di lavorazioni in meno rispetto all'auto tradizionale”.

Sul settore automotive in generale, il segretario Fim Cisl rileva che c’è una questione Stellantis. “Si fanno scelte che indeboliscono i siti italiani. Dopo Melfi, ora abbiamo il caso della Sevel di Val di Sangro, che a pieno regime pesava per il 40% della produzione italiana, dove è annunciato un taglio di 900 lavoratori: 600 in cassa integrazione e 300 in somministrazione che vengono mandati a casa”, conclude Benaglia: “Su questi aspetti serve un maggiore impegno del nostro governo, che non ha quote azionarie nel gruppo e proprio per questo deve far sentire la sua voce”.

Gli editoriali
“L'Italia della scuola continua a investire poco e a farlo male”, così il titolo della riflessione degli esperti di education Eugenio Bruno e Claudio Tucci, pubblicata sul Sole 24 Ore. “Con il suo rapporto annuale Education at a glance, l'Ocse ci ricorda che l'Italia spende ancora troppo poco in istruzione”, spiegano: “Un vecchio problema che con l'arrivo della pandemia sembra aggravarsi. Con il suo 4,1% di spesa sul Pil (dato 2018, l'ultimo disponibile) il nostro Paese resta nel gruppo dei 10 Stati che investono meno nell'education. Se è vero che con gli stanziamenti aggiuntivi degli ultimi due anni il quadro di input convogliati su scuola e università potrebbe anche essere migliorato, dal punto di vista degli output i benefici non si vedono (…) Il conto più salato della crisi lo stanno pagando i Neet e le donne, i soggetti notoriamente più deboli”.

Il rapporto dell’Ocse conferma la tradizione italiana di ridurre gli investimenti per l'education man mano che i livelli formativi salgono. “Nel 2018 l'Italia ha speso l'equivalente di 11.202 dollari per studente nell'istruzione primaria, secondaria e postsecondaria non terziaria, 748 in più rispetto alla media (che è stata di 10.454 dollari). Quando si passa a parlare di università, invece, scopriamo che il nostro Paese ha investito 12.305 dollari per studente, ossia 4.760 in meno che nel resto dell'Ocse”.

La parte maggiore della spesa corrente per l'istruzione, come in tutti i Paesi, va alla retribuzione di docenti e personale non docente: nel 2018 in Italia è stata pari al 72% contro il 74% medio. ”In Italia gli insegnanti sono un numero elevato (e solo il 23% è un uomo)”, concludono Bruno e Tucci: “Ciò spiega, in parte, la retribuzione mediamente bassa (e che cresce solo per anzianità) e che rende la professione meno attraente di altre. Con un duplice corollario: scarso appeal per i giovani, ed età media in cattedra piuttosto elevata (6 prof su 10 hanno almeno 50 anni)”

La Cgil
L’apertura di Collettiva è dedicata all’Assemblea nazionale delle Leghe dello Spi Cgil, che si tiene oggi a Cattolica (con diretta streaming su Collettiva), con la partecipazione del segretario generale dello Spi Cgil Ivan Pedretti e del segretario generale della Cgil Maurizio Landini.

Da segnalare anche la netta presa di posizione della segretaria generale Fiom Cgil Francesca Re David sui tamponi gratuiti, l’incontro al Mise sulla vertenza Whirlpool (con fotogallery del corteo romano), la vendita di Acciai speciali Terni al gruppo Arvedi, l’avvio della campagna #Antivirus per la vaccinazione dei lavoratori edili.

Per la rubrica Buona Memoria, il 17 settembre 1948 il 25 aprile diviene solennità civile.

L’agenda degli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.