Campagna vaccinale, green pass e numero di ricoveri per covid sulle prima pagine dei giornali di oggi. Il Corriere della sera apre con: “Vaccini, appello del governo”; la Repubblica con: “Il pass anche per i ristoratori”. Il Messaggero sceglie: “Più ricoveri, Lazio a rischio”, mentre la Stampa opta per: “Vaccini obbligatori a 12 anni. Figliuolo: è l'ultimo miglio”. Il Fatto quotidiano e il Sole24Ore scelgono invece aperture diverse. Il primo : “Cartabia: tutti contro il M5s. Grasso: o cambia o voto no”, il secondo: “Il grande esodo a rischio paralisi, ecco i cantieri”.

Interviste
A pagina 3 del Corriere della sera, appare un'intervista di Monica Guerzoni al segretario del Pd Enrico Letta: “Il governo e la maggioranza stanno lavorando bene sul Purr e sui nodi delle riforme - dice Letta - , ma l'elemento costitutivo della maggioranza è la messa In sicurezza dell'Italia attraverso vaccinazioni, riaperture e green pass. Anche Figliuolo ha lavorato molto bene per la campagna, ma ora la variante Delta e la sfida no vax alzano il livello della difficoltà. E se la Lega non ci sta? Vaccinandosi Salvini ha fatto un passo in avanti. Sui social, dove è stato pesantemente criticato, si è visto quanto gli è costato da parte del suo mondo, quindi il mio giudizio è positivo.”

Su Repubblica , a pagina 37, Ilaria Salzano intervista il Ceo della Peugeot Linda Jackson. “Ora che è al vertice di Peugeot il marchio sarà ancora più attento alle donne? - si legge - Non so mai come rispondere a questa domanda. A chi mi chiede cosa cambierà adesso, con a capo di Peugeot una donna, dico che non mi considero una donna che guida l'azienda ma una persona. Lo faccio nel migliore dei modi. Non ci sono molte donne a questo livello e quindi si viene notati. Non è una risposta politicamente corretta, ma questo è quanto. Secondo lei perché non ci sono molte donne a questo livello? A questo livello ci sono delle sfide da compiere e bisogna mettersi in gioco. Sono sincera, mi piacerebbe avere molte più donne in questo Sono sincera, mi piacerebbe avere molte più donne in questo settore per affrontare ogni sfida settore: quando penso a tutte le cose che stanno succedendo ora, sono convinta che molte professioniste dovrebbero opzionare questo ambito. In fondo, ci sono anche tantissime clienti in più rispetto a prima. Perché no?”.

La Stampa, a pagina 5, sente invece il generale Figliuolo con Gianni Giacomino. “Non facciamoci prendere da queste polemiche sul Green Pass, ma continuiamo a vaccinarci per il nostro bene e per bloccare definitivamente i contagi. Ma, soprattutto, per tutelare che è più fragile, come gli anziani – si legge -. Figliuolo è ottimista anche perché, spiega, «in questo periodo, forse anche perché molte persone vogliono andare in vacanza, oppure vogliono muoversi senza problemi con il Green Pass, sono cresciute parecchio le domande di chi vuole vaccinarsi e lo vuole fare subito. Io dico di avere solo un po' di pazienza perché ci va programmazione e poi tutti saranno protetti. Proprio per cercare di venire incontro alle esigenze di molte persone, il commissario ieri ha annunciato una novità imminente. A breve —dice - uscirà un provvedimento, a cui sto lavorando già da un po' di tempo insieme al ministero della Salute, per dei tamponi da acquistare ad un prezzo calmierato, per offrire così la possibilità a chi è in attesa del vaccino di ottenere comunque il Green Pass”.

A pagina 5 del Fatto quotidiano, infine, Antonello Caporale intervista Pier Luigi Petrillo esperto di lobbistica: “L'azione della lobby può essere positiva o negativa – si legge -. Può sollecitare la pubblicazione oppure, perché giudicata sfavorevole ai propri interessi, ritardarla. Circa il cinquanta per cento delle leggi approvate in questa legislatura non sono mai entrate in vigore. Siamo nel campo della legge apparente. Capisce anche un fesso che una norma approvata nel 2017 e dispersa nel cassetto di qualche ministero finisce nella sostanza con l'essere giudicata abortita. La seconda rete di protezione per un lobbista perfetto qual è? Il milleproroghe. Una legge omnibus approvata come di consueto nelle maratone notturne prenatalizie con lo scopo di fare della deroga la regola. In questo modo il provvisorio diviene definitivo”.

Editoriali e commenti
A pagina 10 del Corriere della Sera Federico Fubini scrive di Codice degli appalti. “ La proposta di legge di concorrenza è ancora in discussione, ma un aspetto sembra ormai consolidato – si legge -: si creerà più pressione sugli enti locali perché mettano a gara servizi pubblici come quelli sulla gestione dei rifiuti. II mondo dei monopoli comunali, se costosi e inefficienti, sarà meno incontrastato di prima. Il governo non proporrà l'obbligo per le amministrazioni di bandire gare d'appalto per la fornitura di servizi, anche perché la giurisprudenza europea autorizza gli affidamenti diretti e le attività «in house» (in «autoproduzione» ad opera di entità dei comuni o da questi controllate). Però nella proposta di legge di concorrenza viene introdotto però un nuovo vincolo: se un'amministrazione assegna contratti di servizio, deve motivare all'Autorità garante della concorrenza e del mercato perché la scelta di non bandire una gara aperta ad altri conviene da un punto di vista economico, della qualità del servizio e dell'equilibrio fra costi e benefici. Per il comune di Roma per esempio non sarebbe facile difendere la scelta di privilegiare l'attuale filiera di gestione dei rifiuti. Dietro la legge di concorrenza c'è un'impostazione di fondo relativaménte nuova per l'Italia”.

Il fondo della Repubblica è invece affidato a Ezio Mauro, che scrive: “Oggi per capire dove comincia e dove finisce l'Europa dobbiamo invece guardare non ai confini e alle frontiere ma al cuore del continente, tra Budapest e Varsavia, dove si gioca la vera partita del nostro futuro: per decidere se siamo e saremo un semplice mercato con regole comuni che non riesce ad andare oltre i suoi interessi, o una vera unione di Paesi che si riconoscono in una stessa identità culturale e politica, il disegno della liberaldemocrazia. A noi europei distratti pub sembrare strano che il destino politico del continente sia nelle mani di due Paesi dalla natura divisa tra l'Este l'Ovest, come vuole il loro ruolo di cerniera storica nella terra di mezzo, ex satelliti della politica imperiale dell'Urss. E pub apparire sproporzionato che oggi la pietra d'inciampo dell'Unione sia nel ruolo e nella libertà di gruppi di minoranza, in un'epoca in cui dobbiamo confrontarci con fenomeni globali come la pandemia, con la sua minaccia universale e il suo assedio planetario. Ma gli scontri di civiltà si sono giocati spesso, e spesso si sono decisi, nel campo dei diritti”.

Sulla Stampa, a pagina 21, appare invece un commento a firma di Michela Marzano: “Quindi non è vero che il Green Pass restringe la nostra libertà. Si tratta al contrario di uno strumento necessario per evitare a breve di dover ricorrere a misure davvero restrittive. E perché mai si dovrebbe ricorrere a misure ancora più restrittive quando si sa che le persone fragili sono già vaccinate e che i giovani, anche se positivi, sono asintomatici? Perché con la variante delta si è abbassata l'età media di chi finisce in ospedale e, essendo il covid un virus di cui si sa ancora molto poco, è meglio evitare l'arrivo di nuove e ancor più pericolose varianti. Il ragionamento sembra coerente, ma peri "no Green Pass", molti dei quali sono di fatto "ni vax" o "no vax", non lo è affatto: secondo loro, non è vero che i vaccini e i tamponi bloccano la circolazione del virus, anzi, per alcuni sono proprio i vaccinati che permetterebbero al virus di mutare. E poi comunque, per molti di loro, questo virus è solo fuffa. E quando medici e virologi prendono la parola per raccontare ciò che hanno vissuto nei reparti di terapia intensiva oppure per spiegare che il Covid muta grazie a chi non è vaccinato, la risposta che questi medici e questi virologi mentono, e che bisogna invece ascoltare quello che dicono coloro cui non viene mai data la parola. Cioè? Chi? Verrebbe da obiettare. Ma il dibattito, quando si arriva a questo punto, è già finito”.

Economia, sindacato, welfare
A pagina 3 della Repubblica Tommaso Ciriaco si occupa di green pass per i lavoratori: “Il governo – si legge - non si ferma. Il successo del Green pass, che ha spinto centinaia di migliaia a prenotarsi, conferma che la strada intrapresa è giusta. L'unico modo per affrontare l'onda lunga della variante Delta è vaccinare il Paese. Per questo, l'esecutivo convocherà entro la pausa estiva del 5 agosto una riunione per preparare i prossimi interventi. Che dovrebbero diventare legge al massimo tra il 15 e il 20 agosto. È un piano articolato, da contrattare con le forze di maggioranza, dunque soggetto ancora a limature importanti. Ma è già possibile anticipare l'impianto del progetto. Centrale è innanzitutto la scuola, in cima alle priorità di Mario Draghi. È probabile che si imponga l'obbligo, anche se forse soltanto per le Regioni con più "no vax". Ma non basta. L'esecutivo dovrebbe estendere il Green pass anche ai lavoratori impiegati nei settori dove il passaporto è già previsto, dai ristoranti a stadi e musei, probabilmente dal 20 agosto”.

A pagina 14 del L'Economia del Corriere della Sera Dario Di Vico e Marco Madonia firmano un'inchiesta sulla Logistica da Piacenza. Per fortuna la logistica ha scelto Piacenza, il problema è che Piacenza non ha scelto la logistica – si legge -. A 25 anni di distanza dal primo insediamento di un centro di stoccaggio Ikea, la città di confine dell'Emilia, attaccata alla Lombardia e vicina a Torino e Genova, si ritrova a ragionare di come possa essere diventata, in un arco di tempo tutto sommato breve, la capitale italiana della logistica. Di come una tranquilla città di provincia, una volta in precario equilibrio tra agricoltura e industria, si ritrovi oggi al centro dei principali corridoi del traffico merci italiano. Con il vantaggio di avere in zona una disoccupazione di tipo frizionale, come dicono gli economisti, ma alla fine di aver barattato uno straordinario consumo di suolo con tanto lavoro a basso valore aggiunto”.

Sul Messaggero, a pagina 9, ci si occupa dei dati Inps sui contratti occasionali. “Nel 2020 si è assistito a una contrazione dei Contratti di prestazione occasionale (Cpo) in linea con le dinamiche del mercato del lavoro - si legge -. È uno degli aspetti che emerge dal Rapporto Annuale Inps. Dice il Rapporto che «l'abolizione dei voucher a partire dal 17 marzo 2017 e l'introduzione del lavoro occasionale sono state oggetto di interesse e di studio da parte di tutti gli attori del mercato del lavoro, in particolare per verificare se era possibile la sostituzione tra i due strumenti, simili all'apparenza ma molto diversi”.

Sempre sul Messaggero ma a pagina 9, Andrea Bassi si interessa di riforma della Pa. “Il sistema che viene in mente è un po' quello a cui tutte le piattaforme – si legge -, da quelle di consegna del cibo a domicilio fino a quelle di pagamento, hanno abituato i consumatori. Ossia la possibilità di dare un "voto" normalmente espresso in stelle da uno a cinque per il servizio ricevuto. Non solo. Gli stessi obblighi varranno anche per autorità indipendenti, gestori dei servizi pubblici, società in controllo pubblico. Abilitare anche i servizi on line della Pubblica amministrazione a questi meccanismi, come detto, sarà un obbligo molto stringente per i dirigenti pubblici e per le stesse amministrazioni. Nel caso in cui infatti, non dovessero ottemperare, le sanzioni sarebbero molto pesanti. I dirigenti rischierebbero un taglio della retribuzione di risultato e del trattamento accessorio collegato alla performance individuale, che per loro costituiscono una parte importante dello stipendio, fino al 30 per cento, e nei casi più gravi persino il licenziamento. Per gli uffici inadempienti, inoltre, scatterebbe una multa che va da 10 mila fino a 100 mila euro”.

Sulla Stampa, a pagina 4, Alessandro Di Matteo si occupa di Green pass obbligatorio sul lavoro: “Altro che «dittatura sanitaria» e Green Pass liberticidi. Conversando con alcuni dei più eminenti costituzionalisti italiani si ricava un verdetto unanime – si legge - : la Costituzione consente sia l'obbligo di vaccinazione che il lasciapassare sanitario e le polemiche non hanno alcun fondamento, almeno dal punto di vista giuridico. Il dibattito sull'obbligo si sta svolgendo in modo «improprio», secondo Giovanni Maria Flick: «È un obbligo presente nel nostro ordinamento da molto tempo, pensiamo alle vaccinazioni per la polio, il morbillo, altre malattie infettive». Soprattutto, ricorda, «la Corte costituzionale ha ribadito che l'obbligo vaccinale è conforme alla Costituzione, ai sensi dell'articolo 16 che stabilisce che la libertà di circolazione — e quindi di socializzare — può essere limitata per ragioni di sanità, con la sola garanzia della legge»”

Oggi Collettiva apre con un approfondimento che prende spunto dall'aumento delle violazioni, amministrative, contrattuali e penali, nelle aziende dall'ultimo Rapporto dell'Ispettorato nazionale del lavoro. Boom di caporalato e gravi violazioni in materia di salute e sicurezza.

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