Il nuovo allarme contagi e l’introduzione del “green pass”, la riforma della giustizia, il voto imminente sul ddl Zan, le inchieste della magistratura verso l’ex premier Renzi: questi i temi che dominano le prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali di oggi (mercoledì 14 luglio).

“Più contagi, nuove misure. Il governo valuta: proroga dello stato d’emergenza e pass per stadi e trasporti. Sì dell’Ecofin al Recovery italiano: subito 25 miliardi. E Draghi chiama i leader della maggioranza” titola il Corriere della Sera, mentre Repubblica apre con “Giustizia, la sfida di Draghi. Il premier, con la ministra Cartabia, oggi nel carcere dei pestaggi per sostenere la riforma e ribadire la difesa dei diritti. Incontro con Letta, che tratterà con i 5S sulla prescrizione. Al vaglio anche la revisione di tutto il sistema penitenziario. Legge Zan, fallito il raid di Salvini. Boschi: Pd accetti la mediazione”.

Sulla Stampa si legge “Green Pass nei locali, Italia divisa. Salgono i contagi, il governo pensa al modello Parigi. No di Salvini e Meloni: ‘Idea raggelante’. L’obbligo imposto dalla Francia a ristoranti e mezzi di trasporto spinge un milione di persone a vaccinarsi”. Titolo analogo per il Messaggero: “Obbligo green pass nei locali. L’intervista: il viceministro Sileri, per eventi, discoteche e teatri facciamo come Macron. L’allarme varianti, le Regioni: cambiamo i parametri per non richiudere le zone a rischio”.

Il Giornale lancia “Giustizia a orologeria. Attacca le toghe, Renzi indagato. Due inchieste per l’evento di Abu Dhabi e un documentario tv con il manager Presta. L’ex premier: non ho paura”. Stessa tema per Libero: “Chi tocca i magistrati si brucia. La vendetta dei pm: Renzi indagato. L’ex premier sotto inchiesta a Roma per finanziamento illecito e false fatturazioni. Proprio dopo aver annunciato di voler firmare i referendum della Lega sulla giustizia”.

“La benda sugli occhi” titola il Manifesto: “Contro il rinnovo delle missioni all’estero e chi non vuole vedere la violazione dei diritti umani in Libia, oggi protesta a Montecitorio di 100 associazioni. Prima del voto Letta tenta la carta del compromesso sulla guardia costiera: se ne occupi la Ue. Ma tra i dem resta il dissenso”. Il Fatto Quotidiano apre con “Renzi è indagato: soldi da Presta. Finanziamento illecito: contratti sospetti da 700 mila euro. Procura di Roma: invece di pagare il suo agente, il capo di Iv fu riempito di soldi anche per i ‘diritti di immagine’ e idee di programmi tv, tutti respinti da Mediaset”.

Infine, il Sole 24 Ore: “Negli Usa l’1% ha il 53% dei capitali. La forbice di Wall Street: mai così tanto nelle tasche degli americani più ricchi, 20 mila miliardi in azioni e fondi. Il popolo dei trader, insieme alla liquidità, ha spinto il rally e i grandi patrimoni”.

Le interviste
“Non mi interessa il bon ton dei licenziamenti, mi interessa che i lavoratori non vengano licenziati e che il governo non si limiti a rincorrere le crisi aziendali, ma prepari un piano quinquennale affinché le crisi non ci siano”. A dirlo è segretaria generale della Fiom Cgil Francesca Re David, in un’intervista pubblicata oggi sul Corriere della Sera: “Non ci stiamo ad affrontare di volta in volta i singoli casi di licenziamenti che si presenteranno, ci mobiliteremo prima per proteggere lavoratori e settori importanti della nostra economia”.

I licenziamenti annunciati in questi giorni da Gianetti Ruote e Gkn, entrambe proprietà di fondi stranieri, sono “uno schiaffo al governo e a Confindustria. Ma il problema sono questi fondi stranieri che mi ricordano l'algoritmo che licenzia in Amazon. Sono la massima espressione di un capitalismo finanziario senza legami con il territorio, che sostituisce i rapporti umani, supera la politica e il compromesso sociale”. Re David sottolinea che l’Italia è “un Paese di componentistica, la nostra forza è produrre componenti di qualità per altri, i motori rappresentano il 27% del nostro export. Non si può affrontare il Piano di ripresa e resilienza non preoccupandosi di questi settori: se non si fa niente ora, ci troveremo ad arretrare dove l'Italia ha sempre avuto un ruolo di primo piano”.

La segretaria generale Fiom chiede “un piano quinquennale per tutti quei settori che non sono in crisi, ma che sono in fase di riconversione ecologica e riorganizzazione. Servono vincoli per le imprese. Il governo deve accompagnare le aziende in questa fase, non aiutarle a dismettere, non possiamo continuare a distribuire soldi come è stato fatto in passato senza seguirne il percorso”. L’ultima battuta è per l’ex Fiat: “Nell'automotive non c'è crisi, è in corso una riconversione. Ma serve un piano: chiedo al governo un tavolo sull’automotive con Stellantis per farci sapere come intende comportarsi nei prossimi anni. Bene la gigafactory a Termoli, ma per ora è un titolo e niente più. La nostra componentistica lavora anche per Stellantis, e se il gruppo continua a tenere questi volumi così bassi diventa rischioso per tutti”.

“Vi spiego il piano verde della Ue”: questo il titolo dell’intervista alla presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, pubblicata sulla Stampa, nella quale anticipa alcuni contenuti del piano ambientale “FitFor55” che sarà presentato oggi. “Il principio alla base del Green Deal europeo – spiega – è sviluppare una nuova strategia di crescita che si muova verso un'economia decarbonizzata. Abbiamo già dimostrato di poter separare le emissioni dalla crescita economica: dal 1990 abbiamo ridotto le emissioni del 25% mentre l'economia è cresciuta di oltre il 60%. Ho parlato con l'industria e con le ong, sono convinta che saremo in grado di fare questo salto in avanti, attraverso l'innovazione e gli investimenti”.

Grande attenzione è riservata al settore del trasporto stradale, che è stato “l'unico in cui le emissioni sono aumentate negli ultimi anni. Dobbiamo invertire questa tendenza, e uno strumento che si è dimostrato efficace è il sistema di scambio di quote di emissione (Ets): chi emette Co2 deve pagare. Questo incentiverà l'innovazione per lo sviluppo di nuove tecnologie e prodotti puliti. Oggi utilizziamo l'Ets con grande successo per l'industria e la produzione di energia, ma ora costruiremo un secondo sistema di scambio di quote di emissioni per il trasporto su strada e il riscaldamento”.

L’introduzione del Green Deal europeo sarà accompagnata dalla costituzione di un Fondo sociale per il clima. “La transizione deve essere giusta, già oggi almeno 30 milioni di persone nell'Ue soffrono di povertà energetica”, spiega von der Leyen: “Per questo vogliamo prima costruire il Fondo sociale, e solo quando sarà in vigore avvieremo il nuovo sistema di scambio di quote di emissioni. Non dimentichiamo che in ogni transizione in cui abbiamo avuto successo, abbiamo sempre combinato misure di mercato con il giusto equilibrio sociale”. I soldi per il Fondo, conclude la presidente della Commissione europea, arriveranno inizialmente “con il bilancio dell'Ue. Successivamente i ricavi proverranno dall'Ets e saranno ridistribuiti tra gli Stati membri”.

Gli editoriali
“Oggi la logistica è diventato il vero elemento di competizione tra gli Stati. Nel nostro Paese questa centralità non è stata colta”. Parte da questo assunto la riflessione del segretario generale della Filt Cgil Stefano Malorgio, pubblicata sul Manifesto: “Siamo praticamente un grande nastro trasportatore di merce, senza riuscire a generare valore aggiunto. Mancano quasi totalmente operatori nazionali che possano competere con i grandi soggetti stranieri, spesso di proprietà pubbliche degli altri Stati. C'è un enorme frammentazione delle imprese e l'esplosione dell'e-commerce rappresenta un altro elemento di distorsione del settore”.

Una delle strade da percorrere per migliorare la situazione è quella delle internalizzazioni. “Se va in porto con FedEx, grande multinazionale, dove allo stesso tempo va data una risposta occupazionale ai 300 lavoratori dell'impianto di Piacenza, esiste lo spazio sindacale per procedere con una spinta all’internalizzazione in altre aziende. Significa rimuovere elementi distorsivi maggiori nella catena degli appalti”, illustra Malorgio, rimarcando la necessità di un “piano nazionale dei trasporti e della logistica. Occorre passare da una politica di gestione delle emergenze a una di programmazione. Quando un grande operatore della logistica decide di investire sul territorio ha come unico interlocutore il singolo ente locale, che ha scarso potere ‘contrattuale’ nei confronti della parte imprenditoriale sul piano delle condizioni di lavoro in quella realtà”.

Il segretario generale Filt ritiene necessario anche “rafforzare legislativamente la norma, prevista dal contratto nazionale, che prevede l'applicazione dello stesso contratto lungo tutta la filiera”, introdurre normativamente nelle lavorazioni fuori filiera “un riferimento al costo minimo del lavoro facendo riferimento al contratto merci e logistica da applicare in caso di appalto di lavoro e contratto di trasporto anche nel caso in cui si ricorra al sub-appalto”, rafforzare “la responsabilità in solido dell'azienda leader e intervenire sulla cooperazione”. In conclusione, Malorgio sottolinea che “con il ministero del lavoro si è avviato un percorso sul settore che sembra possa andare nella direzione giusta sul piano di possibili rafforzamenti normativi su tabelle, applicazione contrattuale, rappresentanza, interventi sulle piattaforme”.

“I nostri ammortizzatori sociali sono iniqui e inefficienti. Idee per una riforma necessaria”: questo il titolo dell’editoriale degli economisti Maurizio Franzini e Michele Raitano, pubblicato su Domani. Sono iniqui perché “nessuna tutela è prevista per i lavoratori autonomi (…) che nel nostro Paese rappresentano circa il 22 per cento della forza lavoro, a fronte del 13 per cento nell'Eurozona”. E sono inefficienti perché “è poco o peggio tutelato chi è a maggior rischio di disoccupazione, in primis i lavoratori a termine; chi sperimenta frequenti interruzioni dell'attività e salari molto bassi; chi viene licenziato in età anziana, perché non si tiene conto delle loro limitate possibilità di ri-occupazione. Particolarmente penalizzati sono i "giovani" in cerca di prima occupazione, ignorati da questo sistema”.

Franzini e Raitano offrono quattro indicazioni per migliorare la situazione. “Primo: Naspi e Discoll dovrebbero essere unificate e avere le stesse regole. Secondo: le regole di calcolo dell'indennità dovrebbero tutelare maggiormente i lavoratori con basse retribuzioni”, argomentano gli economisti, rimarcando anche che “il décalage dovrebbe essere attenuato a vantaggio soprattutto di chi riceve prestazioni modeste e ha maggiori difficoltà di reinserimento” e che andrebbe introdotta “una prestazione di durata minima a beneficio di chi ha storie contributive molto frammentate”.

I due economisti evidenziano che “le difficoltà da affrontare per rendere il sistema degli ammortizzatori sociali meno iniquo e meno inefficiente sono numerose”. Ogni possibile soluzione, però, richiede “interventi di carattere pre-distributivo, orientati a limitare la diffusione di forme contrattuali atipiche e/o ben poco remunerate, fissando minimi salariali per le categorie non contrattualizzate, rafforzando gli spazi della contrattazione e abolendo i ‘contratti pirata’, ponendo un freno al part-time involontario e contrastando il fenomeno delle false partite Iva”.

La Cgil
L’apertura di Collettiva è dedicata al mini-documentario della giornata di mobilitazione a Torino del 26 giugno scorso, vista con gli occhi dell’operaio (e delegato sindacale) della Lear Antonio Gullo.

Da non perdere sono la denuncia per sfruttamento di manodopera da parte di quattro lavoratori agricoli umbri (con il sostegno della Cgil regionale), la difficile vertenza della Gkn di Campi Bisenzio (Firenze), il presidio per la sanità dei sindacati lombardi, il ricordo di Cgil e Flai Puglia della bracciante Paola Clemente, la mobilitazione della Cgil nazionale per il ddl Zan, la manifestazione di Fiom-Fim-Uilm Caserta per il 20 luglio, l’adesione della Cgil nazionale alla manifestazione del 14 luglio contro gli accordi con la Libia, gli Stati generali dei sindacati militari a Roma il 13-14 luglio, la diretta streaming di “Leggere Trentin: due appuntamenti”.

Per la rubrica Buona Memoria, l’attentato al segretario del Pci Palmiro Togliatti avvenuto il 14 luglio 1948.

L’agenda degli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.